Physalis peruviana
Physalis peruviana
L’ Alchechengi del Perù (Physalis peruviana L.) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Solanaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Rosopsida,
Ordine Solanales,
Famiglia Solanaceae,
Genere Physalis,
Specie P. peruviana.
Sono sinonimi i termini:
– Alkekengi pubescens Moench;
– Boberella peruviana (L.) E.H.L.Krause;
– Physalis chenopodiifolia Lam.;
– Physalis esculenta Salisb.;
– Physalis latifolia Lam.;
– Physalis tomentosa Medik..
Etimologia –
Il termine Physalis proviene dal greco φῡσᾰλέος physaléos pieno d’aria (da φῡσα physa bolla): per il caratteristico calice accrescente che forma una sorta di palloncino.
L’epiteto specifico peruviana, è in riferimento alla sua probabile origine del Perù.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Physalis peruviana è una pianta originaria del Sud America che, nonostante la sua conoscenza risalga al periodo precolombiano (soprattutto nelle zone andine ove era un alimento tradizionale), è stata descritta soltanto in tempi recenti.
Cresce nel Sud America, di origine peruviana e naturalizzata nel centro e sud Europa.
Il suo habitat di origine naturale è quello delle regioni costiere e zone perturbate dal livello del mare fino a 4500 metri.
Descrizione –
Il Physalis peruviana è una pianta annuale nelle zone temperate, ma perenne nei tropici.
Nella forma perenne si sviluppa in forma di arbusto ampiamente ramificato che raggiunge 1-1,6 m di altezza, con rami espansi e foglie vellutate a forma di cuore.
I fiori sono ermafroditi, a forma di campana e pendenti, di 15-20 mm di diametro, gialli con macchie viola-marroni all’interno. Dopo la caduta del fiore, il calice si espande, formando infine un guscio beige che racchiude completamente il frutto.
Il frutto è un diclesio (una sorta di bacca ricoperta in tutto o in parte dal perianzio accrescente) di 12-20 mm, più corto del calice, giallo, con semi discoidi, di 1,7-2 mm, compressi e reticolati, biancastri o brunastri.
Coltivazione –
L’Alchechengi del Pèrù è una pianta che viene raccolta da tempi remoti allo stato naturale o coltivata per l’uso locale come alimento o per uso medicinale.
Tutte le parti della pianta, eccetto il frutto, sono velenose.
Questa pianta, per poter vegetare bene, ha bisogno di una posizione riparata in qualsiasi terreno ben drenato in pieno sole o ombra leggera.
Preferisce un substrato fertile ma tollera anche terreni poveri; inoltre se il terreno è troppo ricco favorisce la produzione di foglie a scapito della fruttificazione. Le piante tollerano un pH compreso tra 4,5 e 8,2.
Alcune cultivar tollerano temperature fino a circa -10 °C soprattutto se si provvede alla pacciamatura.
Questa specie è spesso coltivata per i suoi frutti commestibili nelle zone temperate calde e tropicali, dove esistono anche alcune cultivar.
In Sud America si possono avere rese produttive ordinarie di 20 tonnellate per ettaro ma si può arrivare anche a 33 tonnellate.
La propagazione avviene per seme con semina da inizio a metà primavera coprendo appena il seme. La germinazione di solito avviene rapidamente e liberamente. Il trapianto va effettuato nel periodo dopo le ultime gelate. Le fluttuazioni di temperatura diurne aiutano la germinazione.
La pianta si può propagare anche per divisione, nel periodo della primavera; l’operazione si esegue rimuovendo i giovani germogli che stanno crescendo lateralmente, assicurandosi di rimuovere anche parte dei germogli sotterranei. È meglio se la porzione da propagare abbia delle radici, anche se il germoglio dovrebbe formare nuove radici abbastanza rapidamente se viene tenuto in vaso e per alcune settimane in una parte ombreggiata ma umida.
In zone più fredde questa operazione va eseguita in serra.
Usi e Tradizioni –
Il Physalis peruviana prende vari nomi in funzione anche delle zone dove viene coltivato o commercializzato.
Questa pianta è coltivata sia nei paesi di origine che in Europa.
Viene coltivato e consumata anche in Turchia, ove è conosciuto con il nome di altın çilek cioè “fragola d’oro” anche se assomiglia più ad una ciliegia. È molto usata per fare il tè, marmellate e per guarnire torte; viene consumata come frutta.
In Italia i frutti di questa pianta si possono trovare in alcune farmacie e parafarmacie sotto forma di bacche disidratate e in qualche supermercato. Sono di importazione e provengono generalmente dalla Colombia. Raramente viene coltivato in Italia, ma esistono tentativi locali di diffusione su piccola scala.
Tuttavia, oggigiorno, il Il Physalis peruviana ha conquistato molti mercati nell’Unione Europea e negli Stati Uniti. I principali Paesi consumatori sono l’Inghilterra e la Germania. Attualmente si coltiva in Perù, Colombia, Ecuador, California, Sudafrica, Australia, Kenya, Egitto, India, Caraibi, Asia e Hawaii.
Questa pianta viene utilizzata per uso alimentare; si usa la frutta, cruda o cotta in crostate, torte, gelatine, composte, marmellate, ecc.
Ha un delizioso sapore agrodolce.
La frutta secca può essere usata come sostituto dell’uva passa, anche se non è così dolce.
Ogni frutto è avvolto nel suo calice per proteggerlo dai parassiti e dagli elementi. Questo calice è tossico e non dovrebbe essere mangiato. Il frutto è ricco di vitamina A (3000 UI di carotene per 100 g), vitamina C e parte del complesso B (tiamina, niacina e B12).
I livelli di proteine e fosforo sono eccezionalmente alti per ogni frutto.
Si dice che la frutta secca sia un sostituto del lievito.
Per uso medicinale si utilizza il succo delle foglie che è stato impiegato nel trattamento di vermi e disturbi intestinali; inoltre la pianta è diuretica.
Tra gli altri usi il Physalis peruviana viene utilizzato per proteggere il suolo dall’erosione: infatti, grazie alla sua crescita robusta ed espansiva, tende a ricoprire vaste zone di terreno.
Modalità di Preparazione –
Del Physalis peruviana si consumano i frutti, sia crudi che cotti, per preparare crostate, torte, gelatine, composte, marmellate, ecc.
Se il frutto viene lasciato all’interno del calice intatto, la sua durata a temperatura ambiente è di circa 30-45 giorni ed anche più. Il calice è però immangiabile.
I frutti si possono consumare da soli o nelle insalate, fornendo così un gusto agrodolce ai cibi. In alcuni Paesi come Colombia e Perù si stanno già sviluppando industrie per ricavare prodotti quali marmellate, yogurt, dolci, gelati, liquori. Inoltre servono anche da elemento decorativo (ha la stessa forma delle ciliegie) nelle torte e nei dolci.
Anche i frutti secchi possono essere usati come sostituto dell’uva passa.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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