Lamium album
Lamium album
La falsa ortica bianca (Lamium album L., 1753) è una specie erbacea perenne appartenente alla famigli delle Lamiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Lamiales,
Famiglia Lamiaceae,
Genere Lamium,
Specie L. album.
Sono sinonimi i termini:
– Lamium album Desf. (1798);
– Lamium album subsp. hyrcanicum (A.P.Khokhr.) Menitsky;
– Lamium album subsp. sempervirens (A.P.Khokhr.) Menitsky;
– Lamium album subsp. transcaucasicum (A.P.Khokhr.) Menitsky;
– Lamium album subsp. turkestanicum (Kuprian.) Kamelin & A.L.Budantsev;
– Lamium album var. brachyodon Bordz.;
– Lamium album var. parietariifolium (Benth.) Nyman;
– Lamium album var. roseum Dumort.;
– Lamium album var. viciosoi Pau;
– Lamium barbatum Siebold & Zuccarini (1845);
– Lamium brachyodon (Bordzilowski) Kuprian. (1951);
– Lamium capitatum Sm. in Rees (1811);
– Lamium dumeticola Klokov;
– Lamium hyrcanicum A.P.Khokhr.;
– Lamium niveum Rchb.f.;
– Lamium parietariifolium Benth.;
– Lamium petiolatum Royle ex Bentham. (1833);
– Lamium sempervirens A.P.Khokhr.;
– Lamium sempervirens Khokhr.;
– Lamium transcaucasicum A.P.Khokhr.;
– Lamium turkestanicum Kuprian.;
– Lamium vulgatum Benth..
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Lamium album subsp. barbatum (Siebold & Zucc.) Mennema, 1989;
– Lamium album subsp. crinitum (Montbret & Aucher ex Benth.) Mennema, 1982.
Etimologia –
Il termine Lamium proviene da lamium ortica morta, già presente in Plinio, probabile latinizzazione dal greco λαιμός laimós gola, riferimento al tubo corollino
L’epiteto specifico album viene da albus bianco, riferito ai fiori.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La falsa ortica bianca è una specie a vasta distribuzione eurasiatico – temperata.
In Europa è presente più o meno ovunque. Si trova anche in Asia settentrionale e orientale ma temperata. Nell’America del nord (parte orientale) è stata introdotta durante il periodo coloniale e quindi si è naturalizzata.
Questa pianta è presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Umbria, Marche, Puglia e Sicilia (la presenza è dubbia in Emilia Romagna e Lazio, e la specie è stata segnalata erroneamente in Valle d’Aosta).
Il suo habitat tipico sono gli incolti, le zone ruderali e depositi di rifiuti; ma anche i margine dei boschi e le siepi. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con terreno a pH neutro ma ad alto contenuto nutrizionale (pianta nitrofila) e valori medi di umidità.
La distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1200 m s.l.m. (massimo 2000 m s.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino (oltre a quello planiziale).
Descrizione –
Il Lamium album è una pianta perenne, erbacea, dalle lunghissime radici, fusti eretti, non ramosi, quadrangolari, coperti di peli eretti, spesso striati di porpora nella zona inferiore, alti 30-60 cm.
Le foglie sono ovali acute, opposte, con le inferiori lungamente picciolate e irregolarmente dentate, le superiori con picciolo più breve. La lamina è sull’insieme delle superfici ricoperta di peli glandulosi.
I fiori bilabiati, sono disposti in verticilli chiusi all’ascella delle foglie, hanno corolla zigomorfa bianca o giallastra, con lungo tubo incurvato e calice campanulato, semiaperto, munito di 5 denti lanceolati, 4 stami, didinami: una coppia più lunga dell’altra; le antere sono bruno scuro.
L’ovario contiene, in ognuno dei 2 alveoli 2 semi che, a maturazione si trasformano in 4 frutti schizocarpico che sono dei microbasari con 4 mericarpi (nucule o acheni) obovoidi, trigoni, con un lato convesso e due piani, apice troncato e base membranosa, superficie verrucosa di colore brunastro ± scuro, punteggiata di bianco, che misurano (3)3,2-3,5 x 1,3-1,6 mm.
Coltivazione –
La falsa ortica bianca è una pianta molto facile da coltivare, tollera la maggior parte dei terreni e delle condizioni.
Cresce bene in terreni argillosi pesanti. Preferisce una posizione soleggiata, anche se fa bene anche in ombra parziale. Le piante sono resistenti a circa -25 °C.
È una buona pianta per le api.
La propagazione avviene per seme. Questa specie di solito si auto-semina liberamente e non dovrebbe richiedere l’intervento umano. Quando richiesto può essere seminata in situ appena i semi sono maturi.
Si può moltiplicare anche per divisione in primavera. La divisione riesce quasi in qualsiasi momento nella stagione di crescita.
I cespi più grandi e molto facili possono essere ripiantati direttamente nelle loro posizioni permanenti, anche se è meglio invasare i cespi più piccoli e farli crescere in bancali fino a quando non si radicano bene. Si trapiantano poi in primavera.
Usi e Tradizioni –
Il Lamium album è un’erba leggermente amara, ad azione astringente, decongestionante, antiemorragica, e antinfiammatoria. É una specie che sin dal Medioevo vanta un lungo impiego nella cura di problemi ginecologici ed ostetrici. È stata adoperata per uso interno nei problemi mestruali, emorragie post-partum, perdite vaginali e prostatiti.
È stata impiegata tradizionalmente in quanto esercita una blanda attività diuretica e, grazie alla sua attività digestiva, in caso di irritazione della mucosa gastrica, senso di pienezza, flatulenza.
Per uso esterno nelle irrigazioni vaginali in caso di leucorrea, per gargarismi contro le infiammazioni del cavo orale e della gola, per guarire l’erpete.
L’infuso è indicato per normalizzare la secrezione sebacea, sia delle pelli grasse che contro il prurito, la desquamazione furfuracea e l’untuosità del cuoio capelluto: agisce normalizzando la secrezione sebacea.
In cucina le sommità non ancora fiorite, possono essere utilizzate nella preparazione di minestre, insalate, frittate o come verdura cotta. La tisana è una bevanda dal sapore gradevole.
Un’infusione viene utilizzata nel trattamento dei disturbi ai reni e alla vescica, diarrea, problemi mestruali, sanguinamento dopo il parto, perdite vaginali e prostatite.
Esternamente, la pianta viene trasformata in impacchi e applicata a emorroidi, vene varicose e perdite vaginali.
Dai fiori e dalle foglie si ottiene un’acqua distillata che costituisce una lozione per gli occhi; eccellente ed efficace per alleviare le condizioni oftalmiche.
Dalla pianta si ottiene un rimedio omeopatico. È usato nel trattamento dei disturbi della vescica e dei reni e dell’amenorrea.
Sono presenti le seguenti sostanze: oli eterei (all’interno di peli ghiandolari), mucillagini, tannino, saponine e sali di potassio. In particolare dagli estratti della pianta si ha una percentuale del 9% circa di tannino (titolazione del Wollmer), 0,14% di saponine acide e 0,05% di un “eteroside”.
Le parti usate sono le foglie e i fiori (soprattutto la parte fiorita apicale) che sono raccolti da maggio ad agosto e sono utilizzati sotto forma di infusi.
In qualche caso queste piante vengono utilizzate come ortaggio: se lessate hanno un sapore paragonabile agli spinaci. In Francia i giardinieri di Vitry (nei pressi della Senna) fanno un’eccellente minestra.
È utilizzata anche come pianta mellifera.
L’utilizzo di questa specie da parte dell’uomo è circoscritto principalmente al giardinaggio grazie anche alla sua vistosa fioritura, ma anche al fogliame variegato. Inoltre, se la pianta è sistemata in una zona riparata ma fresca, la fioritura viene mantenuta per lunga parte dell’anno in quanto i fiori si succedono quasi ininterrottamente fino in agosto inoltrato.
Tra gli altri usi si ricorda che la pianta è una buona pianta tappezzante per i bordi dei boschi.
Modalità di Preparazione –
I getti giovani del Lamium album sono commestibili.
Le giovani foglie possono essere consumate sia crude che cotte.
Possono essere aggiunte alle insalate o mescolate con altre foglie e cotte come una pianta aromatica.
Dopo la raccolta possono essere essiccate per un uso successivo.
Le foglie sono una buona fonte di vitamina A e dai fiori si ricava una piacevole tisana.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.