Eschscholzia californica
Eschscholzia californica
Il papavero della California (Eschscholzia californica Cham.) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Papaveraceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Magnoliidae,
Ordine Papaverales,
Famiglia Papaveraceae,
Genere Eschscholzia
Specie E. cali fornica.
Etimologia –
Il termine Eschscholzia del genere è stato dedicato al botanico ed entomologo russo Johann Friedrich Eschscholtz (1793–1831).
L’epiteto specifico cali fornica viene da California, californiano, per la sua origine o diffusione.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il papavero della California è una pianta originaria degli Stati Uniti e del Messico, che cresce e si sviluppa in maniera considerevole in un areale che comprende la California e si estende in Oregon, Washington, Nevada, Arizona, New Mexico, Sonora e fino alla Bassa California nord-occidentale e si estende nella parte meridionale fino a comprendere il Messico.
Il suo habitat naturale è quello delle praterie dove colonizza interi comprensori come nella Antelope Valley California Poppy Reserve che si trova nel nord della contea di Los Angeles. Nel pieno della stagione della fioritura, i fiori, di un colore arancio, sembrano coprire tutti i 706 ettari circa della riserva.
Descrizione –
Il papavero della California è una pianta erbacea perenne o annuale che cresce tra 13 e 152 cm di altezza.
Le foglie sono di colore blu-verde glauco che sono alternativamente divise in segmenti rotondi e lobati.
I fiori sono solitari e portati su lunghi steli, di consistenza setosa, con quattro petali; ogni petalo è di 2 – 6 cm di lunghezza e larghezza; il colore dei fiori varia dal giallo, all’arancio e al rosso, con alcune varietà rosa.
La fioritura, nell’emisfero settentrionale, va da febbraio a settembre.
I petali si chiudono di notte (o con tempo freddo e ventoso) e si riaprono la mattina seguente, anche se possono rimanere chiusi con tempo nuvoloso.
Il frutto è una capsula sottile e deiscente lunga da 3 a 9 cm, che si divide in due per rilasciare numerosi piccoli semi neri o marrone scuro.
Coltivazione –
L’ Eschscholzia californica è una pianta resistente alla siccità che si auto semina e facile da coltivare.
Predilige terreni esposti al sole e di consistenza sabbiosa, ben drenati con nuona dotazione organica.
Gli orticoltori hanno prodotto numerose cultivar con una vasta gamma di colori e forme di fiori e steli. I semi sono spesso venduti come miscele.
Alcune cultivar sono state premiate dalla Royal Horticultural Society.
Viene coltivata come pianta ornamentale a fioritura estiva, con creazione di vistose macchie di fiori a coppa in brillanti tonalità di rosso, arancio e giallo (occasionalmente rosa).
Usi e Tradizioni –
Il papavero della California oltre che per scopi ornamentali viene utilizzato per alcune sue proprietà medicinali.
Le proprietà sedative di questa pianta sono ben note anche alla medicina popolare, che la utilizza per il trattamento dell’insonnia, dell’agitazione e per altri scopi. Infatti, la medicina tradizionale sfrutta questa pianta anche per il trattamento di molti altri disturbi di diversa origine e natura, quali: enuresi notturna nei bambini, disturbi della vescica, disturbi epatici, nevrastenia, depressione agitata, melanconia, disturbi vegetativi, sbalzi d’umore, disfunzioni vasomotorie e disturbi endocrini.
Questa pianta contiene alcaloidi che agiscono sul sistema nervoso centrale, esercitando un’azione sedativa. Tuttavia, proprio a causa della presenza di questi stessi alcaloidi, la pianta e le sue preparazioni devono essere utilizzate con cautela, in particolare nell’uso cronico o comunque prolungato nel tempo, soprattutto nei bambini e negli anziani.
I principi attivi contenuti sono:
– alcaloidi benzilisochinolinici e benzofentridininici (il principale alcaloide contenuto nella pianta è la californidina, ma sono presenti anche berberina, protopina, criptopina, chelidonina, sanguinarina, escholtzina, glaugina);
– flavonoidi (tra i quali un derivato della quercetina e dell’isoramnetina);
– fitosteroli;
– carotenoidi;
– zinco;
– pigmenti xantinici;
– glicosidi cianogenetici (presenti nella pianta fresca appena raccolta).
Questi principi attivi agiscono direttamente a livello del sistema nervoso centrale e sono in grado di indurre il sonno ed esercitare attività sedative, ansiolitiche e spasmolitiche.
Tali proprietà sono state confermate da diverse ricerche condotte in merito. Da studi condotti su animali, infatti, è emerso che l’estratto acquoso di escolzia è in grado di esercitare una forte azione sedativo-ipnotica. Altri studi ancora, sempre condotti su animali, hanno invece confermato le attività spasmolitiche e ansiolitiche tradizionalmente attribuite alla pianta.
Ad ogni modo, nonostante gli studi finora condotti in vivo confermino le sopra citate attività ascritte alla pianta, l’utilizzo di questa pianta non ha ottenuto l’approvazione ufficiale per alcun tipo d’indicazione terapeutica.
Tuttavia, non è raro che la pianta rientri nella composizione di integratori alimentari impiegati proprio per favorire il sonno e migliorarne la qualità.
All’ Eschscholzia californica, inoltre, sono attribuite anche proprietà analgesiche, antinevralgiche, anticatarrali, balsamiche e antisettiche, ma al momento non vi sono studi in grado di confermarne la reale efficacia terapeutica.
L’ Eschscholzia californica trova impiego anche in ambito omeopatico, dove la si può facilmente trovare sotto forma di gocce orali, granuli e tintura madre.
La medicina omeopatica utilizza questa pianta in caso di insonnia, difficoltà di addormentamento in adulti e bambini con più di sei anni di età, insonnia associata a dolori osteoarticolari, stati ansiosi di lieve entità associati a sintomi psicosomatici, senso di costrizione toracica ed enuresi.
La quantità di rimedio omeopatico da assumere può essere diversa da individuo a individuo, anche in funzione del tipo di disturbo che si necessita trattare e in funzione della tipologia di preparazione e di diluizione omeopatica che si vuole impiegare.
Tra le controindicazioni si sottolinea che i suoi preparati possono comportare ipersensibilità accertata verso uno o più componenti. Inoltre, l’utilizzo di parti della pianta e delle sue preparazioni è controindicato anche in gravidanza e durante l’allattamento. Inoltre può potenziare l’effetto degli antidepressiviI-MAO e gli infusi e le tinture di escolzia possono potenziare l’effetto ipnotico dei barbiturici o di altri sedativi del SNC.
Dal punto di vista ornamentale, per via sella sua bellezza e facilità di crescita, il papavero della California è stato introdotto in diverse regioni con climi mediterranei simili. È venduto commercialmente e ampiamente naturalizzato in Australia ed è stato introdotto in Sud Africa, Cile e Argentina. È riconosciuta come una specie potenzialmente invasiva negli Stati Uniti, sebbene non siano state segnalate indicazioni di effetti negativi per questa pianta dove è stata introdotta al di fuori della California.
Uno studio del Regno Unito sui fiori di prato incentrato su miscele commerciali ha classificato il papavero della California altamente efficiente nella produzione di polline, sebbene non producesse una quantità significativa di nettare.
Questa pianta, in alcune parti viene utilizzata per scopi alimentari.
Nel 1903 è divenuta il fiore ufficiale dello stato della California.
Modalità di Preparazione –
Il papavero della California, come detto, trova impiego, in diverso modo in vari rimedi terapeutici.
Si possono impiegare direttamente le parti della pianta essiccata; di norma si impiega 1 cucchiaio di sommità fiorite per una tazza di acqua, in infusione 5-8 minuti, da 1 a 2 tazze al giorno.
Si può preparare un estratto idroalcolico o tintura Madre di Escolzia; in questo caso si utilizzano 20 gocce diluite in poca acqua o altra bevanda, prima dei pasti principali; se impiegata come antispastico, 40 gocce diluite in poca acqua o altra bevanda la sera prima di coricarsi per problemi di insonnia.
Tra le associazioni consigliate si può assumere come
antispastico intestinale e rilassante con camomilla e valeriana.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.