Erba di San Pietro
Erba di San Pietro
L’ Erba di San Pietro (Tanacetum balsamita L.) è una pianta della famiglia delle Asteraceae coltivata come erba aromatica negli orti.
Origini e Storia –
L’ Erba di San Pietro è originaria dell’Asia occidentale e del Caucaso. Vive nelle regioni temperate e si è quindi perfettamente ambientata in Europa, in Africa del nord e in Nordamerica.
La fioritura solitamente avviene nella stagione estiva; la tradizione vuole che fiorisca il 29 giugno, giorno dedicato a S. Pietro, da cui il suo nome.
Questa erba è conosciuta, nelle varie regioni d’Italia, con molti nomi locali: menta romana, erba amara, erba buona, erba della madonna, erba di santa Maria, fritola, costo, o menta greca.
L’Erba di San Pietro viene anche chiamata “erba della Bibbia”.
Per secoli è stata coltivata per il suo piacevole profumo (da cui il nome, dal greco bàlsamon), nonché per le proprietà officinali. L’origine della balsamite è orientale: era nota ad Egizi, Greci e Romani (che probabilmente la portarono in Inghilterra). Culpeper, erborista del XVI secolo, la definisce “comune”. I coloni la portarono in America, dove attualmente, negli stati orientali e medio-orientali, cresce spontanea sul ciglio delle strade. Anticamente i suoi fiori venivano utilizzati anche come segnalibro nelle bibbie (da questo deriva il suo nome comune di Erba della Bibbia).
Già nel Medioevo l’erba di San Pietro era usata per curare alcune patologie quali: bronchiti, coliche, disturbi gastrointestinali.
L’erba di San Pietro è ideale nelle minestre, nei ripieni o per insaporire pesce e carni a cui conferisce un sapore particolare, simile a quello della menta ma leggermente amaricante. La pianta è rigogliosa tutto l’anno ma, nonostante la sua versatilità in cucina, tra tutte le erbe aromatiche resta senz’altro in posizione defilata. Non tutti, infatti, ne conoscono bene le caratteristiche, le dosi corrette e le pietanze a cui abbinarla.
Descrizione –
L’erba di S. Pietro è una pianta rizomatosa con fusti eretti e ramificati, alti fino a 120 cm. Presenta foglie semplici, alterne e coriacee, ovato-oblunghe, dentate ai margini e di colore verde pallido; le superiori sono sessili, le inferiori picciolate.
Le foglie se strofinate emanano un odore come di Menta (grazie all’olio essenziale che contengono).
I fiori di colore giallo oro sono riuniti in capolini, che presentano solamente fiori tubulosi interni, con un’ampia tonalità di giallo, ma per lo più pallido. I capolini possono presentare dei fiori ligulati esterni di color bianco, se la pianta cresce in pieno sole; visibilmente simili alle margherite.
Principi attivi –
L’erba di S. Pietro annovera, tra i suoi principi attivi, contenuti in prevalenza nelle foglie e nelle sommità fiorite sono: un olio essenziale volatile, principi amari, sostanze tanniche e lattoni sesquiterpenici.
Proprietà ed Usi –
Questa pianta viene utilizzata, da tempo, come succedanea del tè ed annovera molteplici peculiarità terapeutiche: è un buonissimo digestivo, può contrastare sintomi di aerofagia e meteorismo, vomito, dolori all’intestino, bronchiti, raffreddori. Qualora ci si accorga della poca secrezione della bile, l’erba di San Pietro riesce a riattivare le normali funzioni del fegato e della cistifellea. Ha la capacità di medicare e disinfettare piccole ustioni, scottature, ferite, sfregature, punture di insetti. Può fungere anche da cicatrizzante naturale contro ulcere, giradito, ascessi dentali e dermatiti. Inoltre contribuisce alla fuoriuscita dalla cute di corpi estranei (schegge, filamenti, ecc.) grazie alla presenza di molti oli essenziali
Le foglie, che rappresentano la droga, vengono raccolte preferibilmente prima della fioritura e utilizzate fresche. Posso essere anche congelate in sacchetti chiusi.
In cucina viene adoperata con moderazione (per il gusto amaro) per dare aroma a frittate, ripieni, piatti a base di volatili, torte di verdura.
Il suo erboristico è invece per le sue proprietà antispasmodiche, carminative, diuretiche, emmenagoghe.
Preparazioni –
In cucina le sue foglie vengono usate per salse, ripieni, frittate, selvaggina, cui dona un sapore simile a quello della menta, ma tendente all’amaro. È ingrediente del ripieno del Tortello amaro di Castel Goffredo, un Prodotto agroalimentare tradizionale della regione Lombardia. Come detto, per tutti gli utilizzi ,le foglie vengono in genere raccolte prima della fioritura e poi utilizzate fresche, o possono essere congelate ed usate in un secondo tempo.
Per le sue proprietà terapeutiche si adopera per preparare tisane e unguenti. Inoltre, messa all’interno dei cassetti, li profuma e tiene lontani gli insetti.
Guido Bissanti
Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.