Angelica archangelica
Angelica archangelica
L’angelica (Angelica archangelica L.) è una specie erbacea biennale appartenente alla famiglia delle Apiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Apiales, Famiglia Apiaceae e quindi al Genere Angelica ed alla Specie A. archangelica.
Etimologia –
Il termine Angelica proviene dal latino medioevale herba angelica: si credeva che la pianta proteggesse dal diavolo e curasse tutte le malattie.
L’epiteto specifico archangelica è composto dal prefisso rafforzativo arch- arci e Angelica per eccellenza, in sommo grado; secondo una leggenda l’epiteto arcangelica ricorderebbe l’intervento dell’Arcangelo Michele per indicare a Matteus Sylvaticus, medico di Mantova, che l’angelica poteva guarire dalla peste; secondo altri studiosi la fioritura dell’angelica coinciderebbe con la ricorrenza di San Michele Arcangelo, l’8 maggio.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’angelica archangelica è una pianta che preferisce le zone umide di tutta Europa. Cresce spontaneamente in Russia, Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Groenlandia, Isole Faroe e Islanda, soprattutto nelle parti settentrionali dei paesi. Viene coltivato in Francia, principalmente nel Marais Poitevin, una regione paludosa vicino a Niort nel dipartimento Deux-Sèvres.
Descrizione –
L’angelica archangelica è una pianta caratterizzata dall’avere un fusto eretto, robusto, attraversato da striature rossastre, che si ramifica in alto a portare grandi ombrelle con fiori di colore giallo chiaro. Le foglie sono lunghe, tripennatosette, simili a grandi mani. Il frutto è un achenio piatto. La radice, grossa e fittonante, è lunga fino a 30 cm, bruna all’esterno e biancastra all’interno, di sapore dolciastro che tende all’amaro.
Coltivazione –
Il periodo giusto per coltivare l’angelica è fine inverno inizio primavera. I semi d’angelica devono essere prima seminati in serra e poi successivamente trapiantati in campo aperto. È una pianta che sopporta molto bene le basse temperature e gli inverni rigidi ed ha bisogno di un terreno umido, ricco di sostanze organiche e ben drenato. Prima della coltivazione è bene fertilizzare il suolo con del letame maturo. Per la tecnica di coltivazione si può consultare la seguente scheda.
Usi e Tradizioni –
L’angelica archangelica viene usata in erboristeria che ne utilizza le radici, le foglie ed i semi, però i maggiori trattati ne limitano l’assunzione e consigliano l’uso dietro consulto medico perché ad alte dosi la pianta è velenosa e fotosensibilizzante e ne vietano l’uso in gravidanza e allattamento. La radice di angelica è un tonico eccellente dello stato generale, e può venire usato contro la stanchezza e l’astenia. L’angelica si rivela inoltre essere un buono stimolante dell’apparato digestivo. È indicata in caso di dolori e spasmi intestinali, dispepsia, gas intestinali.
Secondo la leggenda, la pianta venne donata agli uomini dall’Arcangelo Michele e per questo è talora anche denominata Erba degli angeli o Erba dello spirito. Secondo altri miti, invece, Angelica sarebbe stata rivelata in sogno da un angelo per la cura delle piaghe.
Nella mitologia dei popoli nordici è collegata a fenomeni di estasi e spiritualità. È impiegata nei rituali magici dedicati al sole e alla luna.
Sin dai tempi antichi veniva utilizzata la radice sia come disinfettante che come cicatrizzante nelle punture o nei morsi velenosi. Durante il Medioevo, i monaci ne fecero un ingrediente fondamentale dei loro liquori tonici e cordiali. Ebbe fama di essere efficace contro la peste e si diceva che annusare una radice di Angelica imbevuta di aceto potesse preservare dal contagio.
Considerata pianta solare e calda, era indicata come rimedio stimolante, antispasmodico e digestivo. La sua azione più importante era considerata comunque quella depurativa, capace di eliminare gli umori cattivi, le tossine e restituire agli uomini la loro “purezza angelica”.
Nella tradizione popolare si usavano anche i germogli raccolti in primavera, con i quali si otteneva un’acqua indicata per i dolori mestruali e le dismenorree. Era anche considerata un ottimo rimedio per bronchiti, pleuriti, reumatismi e disturbi del tratto digerente. La si riteneva controindicata ai diabetici perché in grado di incrementare i livelli di zucchero nelle urine. Il suo infuso era ritenuto utile per eliminare le flatulenze e risolvere le indigestioni.
Le parti usate sono le Radici (tempo balsamico inizio autunno) e i Frutti (tempo balsamico agosto-settembre).
La sua radice, che entra a far parte dei più importanti elisir del passato, era, soprattutto in epoca medievale, considerata un ottimo tonico nervino, antinfettivo e in grado di ripristinare le forze perdute.
Nella tradizione europea i tonici erano quasi tutte piante amare (Genziana, China, Centaurea, Fieno greco) che, con la loro azione digestiva, operavano una “messa in movimento” dell’energia bloccata con conseguente effetto tonico generale.
Il frutto, particolarmente ricco in olio essenziale, si ritrova citato negli erbari come emmenagogo, espettorante e diuretico e, polverizzato, come antiparassitario.
I principi attivi contenuti nell’Angelica, sono contenuti nel suo Olio essenziale, composto da Monoterpeni (alfa e beta-fellandrene, bisabolene, limonene, nitroderivati del fellandrene); Acetaldeine; Lattoni macrociclici (pentadecanolide). Inoltre, vi si trovano Flavonoidi (arcangelenone); Cumarine (ostenolo, ostolo, umbelliferone); Furanocumarine (angelicina, bergaptene, imperatorina, xantotossine); Steroli (beta-sitosterolo); Acidi grassi (acido palmizio, oleico e linoleico); Acidi fenolici (acido fenolico, caffeicoli e clorogenico) e Tannini.
L’olio essenziale provoca il rilasciamento dei muscoli dell’intestino e dell’utero, mentre l’estratto acquoso determina un’iniziale contrazione della muscolatura, cui segue una fase di rilassamento. Questo conferma l’uso tradizionale della droga negli spasmi intestinali e uterini.
I composti di Angelica che bloccano i canali del Calcio sono anche in grado di rilassare i muscoli lisci degli organi viscerali. L’azione sulla muscolatura potrebbe costituire il razionale impiego storico di Angelica come ipotensivante (muscoli della parete vasale) e antiasmatico (muscolatura liscia bronchiale). L’olio essenziale di Angelica ha dimostrato significative proprietà antiruggine e antibatteriche. Svolge anche un’azione amaro-tonica ed espettorante.
Grazie alla presenza di lattoni e flavonoids, Angelica è un tonico del sistema nervoso centrale senza azione eccitante. I lattoni e i flavonoids hanno un’azione stimolante delle secrezioni epatopancreatiche e aumentano la secrezione del succo gastrico, migliorando la digestione.
Le diidropiranocumarine e le diidrofuranocumarine sono in grado di dilatare i vasi coronarici, eliminandone il vaso spasmo, attraverso un’azione calcio antagonista. Si ipotizza che agiscono bloccando l’ingresso del Calcio nella cellula e impedendo la contrazione delle miofibrille. Si ritiene che siano utili nel trattamento dell’ipertensione arteriosa e dell’angina. Inoltre si pensa che abbiano azione antiaritmica, inibente l’aggregazione piastrinica, ipotensivante e implementante del flusso sanguigno verso cuore, cervello ed estremità.
Le cumarine hanno dimostrato di innalzare l’attività immunitaria in pazienti sia sani che oncologici. Sono in grado di incrementare l’attività dei leucociti, dei macrofagi, delle cellule NK, con potenziamento dell’attività macrofagica, della produzione di citochine e di interferone, con effetto finale di tipo immunostimolante. L’angelicina (furanocumarina) svolge un’azione sedativa dello stesso ordine di grandezza del clordiazepossido e ha anche un’azione spasmolitica a livello gastroenterico e respiratorio.
Gli acidi fenolici, insieme ai lattoni e ai flavonoids, conferiscono ad Angelica proprietà colagoghe, carminative ed eupeptiche.
L’Angelica non ha alcuna tossicità e viene indicata dalla tradizione come sicura e ben tollerata. Per i suoi effetti sull’utero non deve comunque essere usata in gravidanza. Non esistono studi che ne garantiscano la sicurezza durante l’allattamento, perciò è meglio evitarne l’uso.
Molto controversa è la precauzione secondo cui chi utilizza Angelica non dovrebbe sottoporsi a trattamenti con ultravioletti, stante il rischio di fototossicità derivante dalla presenza di psoraleni.
In via teorica, Angelica può dare interazioni con piante che contengono principi anticoagulanti -antiaggreganti, quali Anice, Arnica, Ginkgo, Aglio, Ginseng, Ippocastano, ecc.
Inoltre, a causa della sua azione sulla secrezione gastrica, può (in via teorica) diminuire l’effetto dei farmaci antiacidi e dare interazioni con bloccanti degli H2 e inibitori di pompa protonica, diminuendone l’efficacia.
La somiglianza con le altre Ombrellifere, tra cui la velenosa Cicuta impone una certa attenzione nella raccolta. La Cicuta emana uno sgradevole odore di urina e le foglie sono molto più simili al prezzemolo.
L’angelica mischiata alla mirra e diluita con alcol puro a 95° si usa per preparare un profumo deodorante.
Le maggiori forniture di angelica disponibili in commercio provengono spesso da Ungheria, Romania, Bulgaria, Germania e Polonia.
Modalità di Preparazione –
L’angelica archangelica viene utilizzata anche in cucina. I gambi sono utilizzati in pasticceria e confetteria come frutta candita. Le parti tenere possono essere usate come condimento per aromatizzare insalate o minestre. I semi e i gambi possono venire impiegati nella preparazione di liquori.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.