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Come coltivare gli stridoli

Come coltivare gli stridoli

La silene rigonfia (Silene vulgaris (Moench) Garcke) è una specie erbacea di 60–70 cm, massimo 100 cm, perenne e glabra, con i caratteristici fiori chiamati “bubbolini”, della famiglia delle Caryophyllaceae. È una pianta spontanea comunissima in Italia, conosciuta con molti nomi diversi (stridoli, cannateddi, bubbolini, gozzo di piccione, ecc.) e possiede da sempre una vasta tradizione alimentare; per questo motivo merita di poter essere inserita tra le coltivazioni ortive interessanti. In questa scheda vedremo come coltivarla e gli accorgimenti agronomici più idonei..
La Silene vulgaris è una pianta di suoli secchi, poco acidi (pH 4.5-7.5) con scarse quantità di nutrienti. Molto rustica e resistente alle basse temperature, predilige esposizioni a mezz’ombra.
La Silene vulgaris si propaga per seme. Per questo bisogna tenere conto della fioritura che si verifica da Marzo ad Agosto. I frutti che ne derivano sono capsule contenenti molti semi. Questi si possono conservare e riseminarli l’anno successivo.

Per crescere e arrivare al suo massimo sviluppo sono necessari in media 2-5 anni. La specie ha foglie di tipo semi-persistente. La coltivazione può avvenire in: giardino informale, giardino di ghiaia, giardino mediterraneo, vaso o contenitore, giardino architettonico, terrazzo o cortile, giardino roccioso, prato o in pieno campo, giardino fiorito, giardino di campagna, giardino costiero, giardino sub-tropicale. È una pianta che si adatta bene a molti ambienti e substrati.
L’innaffiatura non è un operazione così frequente da fare. Seppure è importante rispettare le sue necessita in merito esposizione solare è bene prevedere un posto in cui la pianta sia ben esposta. Per quanto concerne le cure di cui la pianta ha bisogno si può affermare senza dubbio che non possiede particolari necessità. Riesce quindi crescere senza un controllo costante a differenza di altre piante.
Come tutte le piante alimurgiche è bene non destinare a questa pianta molte cure ma predisporre degli areali marginali della nostra azienda che a tal scopo possono contribuire a piccole integrazioni di reddito e/o alimentazione.
L’asportazione dei giovani getti non rovina la piantina che rigermoglia con facilità e in continuazione. Trovata la giusta fonte per i propri rifornimenti, è bene ricordare il luogo e non estirparla in modo di avere sempre verdura fresca.




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