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Specie Funghi

Chroogomphus rutilus

Chroogomphus rutilus

Il chiodello o chiodetto (Chroogomphus rutilus (Schaeff.) O.K. Mill., 1964) è un fungo appartenente alla famiglia delle Gomphidiaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Basidiomycota,
Sottodivisione Agaricomycotina,
Classe Agaricomycetes,
Sottoclasse Agaricomycetidae,
Ordine Boletales,
Famiglia Gomphidiaceae,
Genere Chroogomphus,
Specie C. rutilus.
È basionimo il termine:
– Agaricus rutilus Schaeff..
Sono sinonimi i termini:
– Agaricus gomphus Pers.;
– Agaricus rufescens J.F.Gmel.;
– Agaricus viscidus L.;
– Agaricus viscidus subsp. atropunctus Pers.;
– Agaricus viscidus subsp. communis Alb. & Schwein.;
– Chroogomphus britannicus A.Z.M.Khan & Hora;
– Chroogomphus corallinus O.K.Mill. & Watling;
– Chroogomphus helveticus subsp. tatrensis (Pilát) Kuthan & Singer;
– Chroogomphus rutilus subsp. alabamensis (Singer) Singer;
– Chroogomphus rutilus subsp. michoacanensis Singer & Kuthan;
– Chroogomphus rutilus var. alabamensis (Singer) Blanco-Dios;
– Chroogomphus rutilus var. corallinus (O.K.Mill. & Watling) Watling;
– Chroogomphus rutilus var. michoacanensis (Singer & Kuthan) Blanco-Dios;
– Chroogomphus rutilus var. tatrensis (Pilát) Bon & Courtec.;
– Chroogomphus testaceus (Fr.) Příhoda;
– Cortinarius rutilus (Schaeff.) Gray;
– Cortinarius viscidus (L.) Gray;
– Gomphidius corallinus (O.K.Mill. & Watling) Kotl. & Pouzar;
– Gomphidius helveticus var. tatrensis (Pilát) Pilát & Dermek;
– Gomphidius litigiosus Britzelm.;
– Gomphidius rutilus (Schaeff.) S.Lundell;
– Gomphidius rutilus f. testaceus (Fr.) Pilát & Dermek;
– Gomphidius rutilus subsp. alabamensis Singer;
– Gomphidius rutilus var. litigiosus (Britzelm.) Singer;
– Gomphidius rutilus var. testaceus (Fr.) Singer;
– Gomphidius viscidus (L.) Fr.;
– Gomphidius viscidus f. columbiana Kauffman;
– Gomphidius viscidus f. giganteus J.E.Lange;
– Gomphidius viscidus f. testaceus (Fr.) Kavina;
– Gomphidius viscidus f. truncicola Theodor.;
– Gomphidius viscidus subsp. testaceus (Fr.) Sacc.;
– Gomphidius viscidus subsp. testaceus Fr.;
– Gomphidius viscidus var. columbianus (Kauffman) E.K.Cash;
– Gomphidius viscidus var. rutilus (Schaeff.) Quél.;
– Gomphidius viscidus var. tatrensis Pilát;
– Gomphidius viscidus var. testaceus Fr.;
– Gomphus rutilus (Schaeff.) Weinm.;
– Gomphus viscidus (L.) P.Kumm..
All’interno di questa specie vengono riconosciute due forme:
– Chroogomphus rutilus f. rutilus;
– Chroogomphus rutilus f. testaceus Pilat & Dermek.

Etimologia –
Il termine Chroogomphus viene dal greco χρόα chróa superficie o colore dell’epidermide, colore e da γόμφος gómphos chiodo: dalla forma di chiodo colorato.
L’epiteto specifico rutilus proviene dal latino “rútilus”, cioè rossiccio, fiammeggiante.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Chroogomphus rutilus è un fungo che vive su specie di Pinus e si trova in Europa e Nord America.
Il suo habitat è quello dei boschi di conifere, Pinus pinea e Pinus pinaster in ambiente mediterraneo, Pinus nigra e Pinus sylvestris in montagna, dove fruttifica in estate-autunno.

Riconoscimento –
Il Chroogomphus rutilus si riconosce per avere il cappello carnoso, viscido, umbonato, quasi conico, poi spianato, di color rame e un po’ vinato, raramente brunastro o giallo, di 3–10 cm di diametro.
L’imenio è con lamelle rade, grosse, decorrenti sul gambo, facilmente staccabili dal cappello; ocra-rossastre, poi viola-grigiastre e finalmente brunastre con il tagliente giallo e flocculoso.
Il gambo è alto (3–8 cm di altezza), sodo, pieno, fibrilloso, cilindrico, assottigliantesi alla base; giallo, poi concolore al capello, ma giallastro al piede.
La cortina è glutinosa a tempo umido, a forma di esili filamenti con tempo asciutto; di colore ametistina, effimera.
La carne è soda, compatta, giallo-ocra, più scura quella del gambo, gialla al piede.
L’odore è debolmente aromatico e il sapore è grato (mite come di nocciola).
Al microscopio si osservano delle spore fusiformi, bruno-scure, nere in massa, 15-22 x 6-8 µm. i basidi sono clavati, tetrasporici, senza giunti a fibbia, 50 – 63 × 11 – 14,5 µm; i cheilocistidi e pleurocistidi sono numerosi, cilindroidi, appena ventricosi, incrostati, 127,5 – 147,5 × 15 – 20 µm.

Coltivazione –
Il Chroogomphus rutilus è un fungo che cresce in simbiosi con pinacee a due aghi e non è coltivato.

Usi e Tradizioni –
Il Chroogomphus rutilus è una specie di fungo nella famiglia delle Gomphidiaceae descritto per la prima volta scientificamente come Agaricus rutilus da Jacob Christian Schäffer nel 1774, fu trasferito al genere Chroogomphus nel 1964 da Orson K. Miller, Jr.
Questo fungo è conosciuto con vari nomi comuni tra cui ricordiamo: “chiodetto”, “chiodello” (italiano); “brown slimecap”, “copper spike” (inglese); “gomphide rutilant” (francese); “gonfidio viscoso”, “coma de perdiu”, “lerdeki marroi” (spagnolo).
È un fungo abbastanza comune e diffuso, commestibile ma di scarso valore.
Si può confondere con:
– Chroogomphus helveticus (Singer) M.M. Moser, che però è di taglia inferiore, ha il cappello vellutato, fibrilloso, appena viscido a tempo umido, di colore giallo arancio, si macchia di rossastro allo sfregamento; le lamelle sono più pallide, nerastre a maturità; gambo con tomentosità e colore simile a quella del cappello, alla pressione si macchia di bruno arancione per poi scurire; carne compatta, ocra arancio, più scura alla base del gambo.
– Cortinarius rubellus Cooke, 1887 (che è uno dei funghi più pericolosi; colpisce reni e fegato con latenza anche molto lunga – dai 3 ai 14 giorni dall’ingestione) ed altri cortinari pericolosi dei sottogeneri Leprocybe e Dermocybe.

Modalità di Preparazione –
Il Chroogomphus rutilus è un fungo commestibile di scarso pregio; tuttavia se ne sconsiglia la raccolta ed il consumo anche per la somiglianza con specie velenose oppure mortali (es. cortinari rossicci di piccole dimensioni).

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/334636229/original.jpeg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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