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Victoria amazonica

Victoria amazonica

La Ninfea amazzonica (Victoria amazonica (Poepp.) Sowerby, 1850) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Nymphaeaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Magnoliidae,
Ordine Nymphaeales,
Famiglia Nymphaeaceae,
Genere Victoria,
Specie V. amazonica.
È basionimo il termine:
– Euryale amazonica Poepp..
Sono sinonimi i termini:
– Anneslea amazonica (Poepp.) C.Presl;
– Anneslea brasiliana (Steud.) C.Presl;
– Euryale brasiliana Steud.;
– Nymphaea nelumbo Vell.;
– Nymphaea regina R.H.Schomb.;
– Nymphaea regina R.H.Schomb. ex Lindl.;
– Nymphaea victoria R.H.Schomb.;
– Nymphaea victoria R.H.Schomb. ex Lindl.;
– Victoria amazonica (Poepp.) Klotzsch;
– Victoria amazonica Planch.;
– Victoria amazonica Planch. ex Casp.;
– Victoria amazonum (Poepp.) Klotzsch;
– Victoria regalis M.R.Schomb.;
– Victoria regia Lindl.;
– Victoria regia var. randii hort.;
– Victoria regia var. randii hort. ex Conard;
– Victoria regia var. regia Lindl.;
– Victoria regina J.E.Gray;
– Victoria regina R.H.Schomb.;
– Victoria reginae Hook..

Etimologia –
Il termine Victoria fu dedicato alla regina Vittoria (1819-1901) del Regno Unito.
L’epiteto specifico amazonica proviene dal latino “amazonica”, cioè dell’ Amazzonia, per la sua zona di origine.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Victoria amazonica è una pianta nativa delle acque poco profonde del bacino del Rio delle Amazzoni e presente in Bolivia, Brasile e Guyana.
Il suo habitat è quello delle aree ai margini dei fiumi in acque basse, calme o lente.

Descrizione –
La Victoria amazonica è una pianta erbacea acquatica e rizomatosa perenne, d’acqua dolce.
Il rizoma è radicato nel sedimento del fondo.
Presenta foglie solitarie galleggianti, pressoché circolari di 1-2,5 m di diametro, all’estremità di un picciolo flessibile spinoso, che può raggiungere la lunghezza di 8 m, percorso da canali in cui è presente aria per assicurare il galleggiamento e gli scambi gassosi tra foglie e radici.
Le foglie sono piatte, peltate (con il picciolo inserito pressoché al centro della lamina), con il margine sollevato ad angolo retto per una altezza di 5-15 cm, ad eccezione di due fessure opposte per il deflusso dell’acqua; il bordo sollevato impedisce che si sovrappongano, come spesso accade con le ninfee, permettendo alle foglie di presentare la massima area alla fotosintesi.
Superiormente la foglia è liscia, idrorepellente e di colore verde intenso, inferiormente porpora violaceo e dotata di prominenti e robuste nervature, che si irradiano dall’inserzione del picciolo, in cui sono presenti cavità riempite d’aria, che ne permettono il galleggiamento e la mantengono piatta, rigida e capace di sorreggere il peso di qualche decina di chili, se uniformemente distribuito; la superficie inferiore della foglia è provvista, anche nella parte esterna del bordo sollevato, di spine appuntite.
I fiori sono notturni, di 20-35 cm di diametro, solitari al di sopra della superficie dell’acqua, su un peduncolo spinoso anch’esso provvisto di canali in cui è presente aria, hanno 4 sepali di colore marrone coperti di spine, 50 e più petali e fino a circa 200 stami; i petali sono di colore bianco crema la prima notte, rosa la seconda, quindi si chiudono definitivamente portando il frutto in formazione al fondo dove prosegue la maturazione, per riemergere quando completamente maturo.
I fiori sono impollinati da scarabei della sottofamiglia Dynastinae.
I frutti sono delle bacche ovoidi, carnose, indeiscenti (che non si aprono spontaneamente a maturità), verdi, globose, ricoperti di spine, contenenti alcune centinaia di semi globosi di 7-8 mm di diametro, di colore marrone, con arillo (involucro carnoso che avvolge in tutto o in parte il seme) spugnoso in cui è presente aria che ne permette il galleggiamento, e quindi la dispersione, finché questo non si disfa, impregnandosi d’acqua, facendoli depositare al fondo.

Coltivazione –
La Victoria amazonica è una pianta molto competitiva. Utilizza infatti i suoi germogli pieni di spine, come una mazza chiodata, facendoli roteare sulla superficie dell’acqua per rimuovere da essa le piante in competizione. Oltre a ciò, date le enormi dimensioni, è in grado di sottrarre luce solare alle piante sottostanti e la rapida espansione della foglia (più di 20 centimetri al giorno) è in grado di allontanare e soppiantare i competitori.
Questa ninfea sudamericana presenta le foglie più grandi del mondo tra le specie acquatiche. Queste foglie sono in grado di galleggiare e sopportare pesi grazie alla particolare tessitura delle nervature della pagina inferiore. Le foglie fungono quindi da supporto per diverse specie di uccelli che le usano come piattaforma per la pesca, nonché per vari rettili che le utilizzano per esporsi al sole.
In orticoltura, questa specie spettacolare è molto apprezzata, anche se è difficile coltivarla lontano dall’equatore e cresce solo in serre appositamente attrezzate.
È una pianta adatta al clima equatoriale umido, necessitando di una temperatura dell’acqua non inferiore a 22-24 °C, è coltivata altrove, per le sue esigenze e dimensioni, quasi esclusivamente in grandi giardini ed orti botanici, dove rappresenta sempre uno dei principali punti di attrazione, spesso come annuale, grazie alla velocità di crescita, in capienti vasche con temperatura dell’acqua elevata, intorno a 30 °C, in pieno sole e frequenti e abbondanti concimazioni.
I fiori presentano il fenomeno della proteroginia, lo stigma, la parte femminile del fiore, è ricettivo la prima notte, mentre il polline viene rilasciato la seconda notte, questo impedisce l’autofecondazione favorendo quella incrociata.
Gli impollinatori sono scarabeidi, in particolare Cyclocephala castanea Olivier (1789), Cyclocephala hardyi Endrödi (1975) e Cyclocephala verticalis Burmeister (1847), attratti dal colore bianco dei petali e dal calore e intenso odore, che a molti ricorda quello dell’ananas, emessi dal fiore all’imbrunire dopo l’apertura.
L’elevata temperatura all’interno del fiore, che può essere superiore anche di 10 °C rispetto a quella ambiente, il colore dei petali, l’odore e l’abbondante sostanza zuccherina presente, fanno sì che l’impollinatore permanga a lungo all’interno del fiore, finendo per rimanervi intrappolato quando, al termine della prima notte, il fiore si richiude. Il giorno successivo all’imbrunire lo stigma non è più ricettivo mentre il polline maturo viene rilasciato, il fiore a questo stadio non è più appetibile per l’impollinatore, per il colore dei petali, diventato rosa, l’assenza di calore e di nutrimento, e non appena il fiore si apre vola, ricoperto di polline, verso un altro fiore che ha appena disteso i suoi bianchi petali, impollinandolo.
La prima notte il fiore è appena rosato, con tessuti zuccherini, pronto a farsi divorare da scarabei carichi di polline per sequestrarli poi, sazi e assopiti, quando si rinchiude al mattino. Il secondo giorno l’organo femminile non è più ricettivo, il polline è maturo, e quando il fiore si riapre, liberando i coleotteri infarinati.
La pianta si riproduce quasi esclusivamente per seme, raramente per divisione, che va mantenuto costantemente umido, o in acqua, fino alla messa a dimora, per non perdere la germinabilità. Per favorire la germinazione, che avviene in 15-30 giorni, il seme va leggermente intaccato e posto in acqua alla temperatura di 30-32 °C; le giovani piante vengono quindi poste in vasca riscaldata, ricoperti da uno spessore d’acqua di 0,3-1 m, in substrato argilloso ricco di sostanza organica, con la fioritura che può aver luogo dopo circa sette mesi.

Usi e Tradizioni –
La Victoria amazonica è una pianta conosciuta con vari nomi comuni, tra cui si riportano: Amazon water-lily, giant water-lily, royal water-lily, Victoria lily (inglese); Victoria d’Amazonie (francese); aguapé-assú, vitória-régia, forno-d’água, forno-de-jaçanã, jaçanã, milho-d’água, nanpé, rainha-dos-lagos (portoghese – Brasile); abatiyú, agoapé, aguapé, hoja de sol, iguapé, irupé, maíz de agua, maruru, ninfa real, plato de agua (spagnolo); Amazonas wasserlilie (tedesco).
La Victoria regia, come veniva chiamata, fu descritta da Tadeáš Haenke nel 1801. Un tempo era oggetto di rivalità tra i giardinieri vittoriani in Inghilterra. Sempre alla ricerca di una nuova specie spettacolare con cui impressionare i loro coetanei, i “giardinieri” vittoriani come il Duca di Devonshire e il Duca di Northumberland che iniziarono una gara per diventare i primi a coltivare e far fiorire questo enorme giglio. Alla fine, i due duchi sopra menzionati furono i primi a raggiungere questo obiettivo, Joseph Paxton (per il duca di Devonshire) fu il primo nel novembre 1849 a replicare il caldo habitat paludoso del giglio (non facile in inverno in Inghilterra con solo caldaie a carbone).
Il rizoma ed i semi, ricchi di amido, sono eduli e a volte consumati dalle popolazioni indigene.
La specie ha catturato l’immaginazione del pubblico ed è stata oggetto di numerose monografie dedicate. Le illustrazioni botaniche di esemplari coltivati nell’opera Victoria Regia di Fitch e W.J. Hooker del 1851 ricevettero il plauso della critica nell’Ateneo, “sono accurate e sono belle”. “Il duca di Devonshire regalò alla regina Vittoria uno dei primi di questi fiori e lo chiamò in suo onore. Il giglio, con la superficie inferiore costolata e venature delle foglie “come travi trasversali e supporti”, “come ispirazione di Paxton per The Crystal Palace, un edificio quattro volte più grande di San Pietro a Roma.”
La Victoria amazonica è il fiore nazionale della Guyana.

Modalità di Preparazione –
La Victoria amazonica è una pianta conosciuta in occidente soprattutto per il suo valore ornamentale e per le varie opere grafiche che ha ispirato.
Le popolazioni indigene che abitano le aree circostanti il Rio delle Amazzoni la conoscono invece per il suo valore alimentare. Il rizoma ed i semi, ricchi di amido, sono eduli e a volte consumati da queste popolazioni.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/300187188/original.jpeg
https://www.researchgate.net/figure/Victoria-amazonica-syn-regia-colour-lithograph-by-Walter-Hood-Fitch-for-Curtiss_fig1_362365203

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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