Bunchosia armeniaca
Bunchosia armeniaca
La prugna del frate (Bunchosia armeniaca (Cav.) DC., 1824) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Malpighiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Rosidi,
Ordine Malpighiales,
Famiglia Malpighiaceae,
Genere Bunchosia,
Specie B. armeniaca.
Sono sinonimi i termini:
– Malpighia armeniaca Cav. (1789);
– Bunchosia pilocarpa Rusby (1907);
– Bunchosia armeniaca f. parvifolia Nied. (1914);
– Bunchosia armeniaca f. systyla Nied. (1914).
Etimologia –
Il termine Bunchosia deriverebbe dal nome arabo buncho dato alla pianta del caffè per la somiglianza dei semi; il suffisso -osia potrebbe essere derivato dal greco antico -osis o dal latino -osus, entrambi indicanti abbondanza o pienezza. Quindi, Bunchosia potrebbe riferirsi a piante che producono abbondanti frutti o fiori.
L’epiteto specifico armeniaca è in riferimento alla somiglianza della forma e colore dei frutti, simili a quelli delle albicocche (Prunus armeniaca L.).
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Bunchosia armeniaca è una pianta originaria del Sud America nord occidentale: (Colombia, Ecuador, Bolivia, Venezuela, Brasile e Perù).
Il suo habitat naturale è quello delle foreste tropicali umide dell’Amazzonia, dove prospera in zone con un clima caldo e umido. La pianta è adattata a queste condizioni e cresce meglio in suoli ben drenati e ricchi di materia organica, dove cresce ad altitudini comprese tra 1.500 e 2.400 metri.
Descrizione –
La Bunchosia armeniaca è una pianta che cresce in forma di arbusto o albero sempreverde che in natura può raggiungere 20 m di altezza mentre in coltivazione raggiunge fino a 10 metri di altezza.
Il tronco ed i rami adulti hanno una corteccia di colore grigiastro.
Le foglie sono portate da un picciolo lungo circa 1 cm; sono opposte, semplici, di forma ovato-oblunghe, coriacee, con apice appuntito e margine ondulato, di 10-20 cm di lunghezza e 4-8 cm di larghezza.
Le infiorescenze sono di tipo racemoso, ascellari compatte, lunghe 8-15 cm; portano numerosi fiori ermafroditi di colore giallo, su un pedicello lungo 0,5-1 cm provvisto di tubercoli ghiandolari, di circa 1,5 cm di diametro. Il calice è pentapartito, con 5 petali unguicolati, lunghi 5-6 mm, con lamina ovata e margine frangiato-dentato, e 10 stami monadelfi.
I frutti sono delle drupe di forma ovoidali e di colore che varia da arancio a rosso a maturità; hanno una lunghezza di 2,5-4 cm.
All’interno dei frutti sono presenti 1-2 semi immersi in una polpa di colore rosso-arancio.
Coltivazione –
La Bunchosia armeniaca è un arbusto sempreverde o un piccolo albero che, al di fuori del suo habitat naturale, veniva già coltivato, principalmente in giardini per i suoi frutti commestibili, in alcune parti dell’Ecuador da prima che gli europei arrivassero in Sud America.
I frutti vengono venduti nei mercati locali.
Questa pianta cresce ad altitudine medio-bassa nei tropici ed è abbastanza resistente al freddo, ma viene danneggiata a temperature di -2 °C in paesi come la Florida.
Cresce nella maggior parte dei terreni in posizione soleggiata e, in determinate condizioni, queste piante sfuggono alla coltivazione e si naturalizzano.
Il substrato deve essere da leggermente acido a leggermente alcalino, mantenuto umido. Dove il clima non consente la permanenza all’aperto con continuità può essere coltivata in capienti contenitori per essere riparata nei mesi più freddi in ambiente luminoso con valori minimi di temperatura non inferiori a 15 °C.
Va innaffiata frequentemente in estate, diradando in inverno, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato e le concimazioni, in primavera, effettuate con un prodotto a lento rilascio.
Le piante possono iniziare a produrre frutti in soli due anni dal seme.
Gli alberi possono fiorire e produrre frutti per la maggior parte dell’anno in climi appropriati: di solito vengono prodotti diversi raccolti di frutta ogni anno.
La pianta si riproduce solitamente per seme, che non ha una lunga durata di germinabilità; il seme va posto in substrato drenante, mantenuto umido, ma senza ristagni, alla temperatura di 24-26 °C; in queste condizioni i tempi di germinazione sono di 1-2 mesi e la prima fruttificazione a partire dal secondo-terzo anno di età.
Usi e Tradizioni –
La Bunchosia armeniaca è conosciuta con vari nomi, tra cui: monk’s plum, peanut butter tree, peruvian plume (inglese); bunchosie abricot, bunchosie des andes, cerise des Antilles (francese); ameixa-brava, ameixa-do-Peru, caferana, cafezinho, ciruela, falso guaraná (portoghese del Brasile); chico mamey, ciruela de fraile, ciruela silvestre, ciruela verde (spagnolo).
questa pianta viene coltivata sia per i frutti che per il suo aspetto ornamentale.
I frutti hanno una polpa cremosa e dolce con sapore che ricorda quello delle arachidi; questi vengono localmente consumati freschi o utilizzati per gelatine, confetture e aromatizzare pietanze.
Nelle aree di origine i frutti di questa pianta, chiamati achacha, sono particolarmente apprezzati per il loro sapore dolce-acido e il loro alto contenuto di vitamina C.
Negli ultimi anni, l’achacha è diventata più popolare anche in altre parti del mondo come frutto esotico, ed è stata introdotta in alcune regioni subtropicali e tropicali dove le condizioni climatiche sono simili a quelle dell’Amazzonia.
Parti della pianta vengono utilizzate nella medicina tradizionale per diverse patologie; studi di laboratorio hanno evidenziato la presenza negli estratti delle foglie di composti bioattivi con proprietà antibatteriche e antinfiammatorie.
Tra gli altri usi si ricordano, come detto, quelli ornamentali in quanto la pianta viene utilizzata per usi paesaggistici in parchi e giardini.
Modalità di Preparazione –
La Bunchosia armeniaca è una pianta coltivata sia per usi ornamentali che commestibili.
In campo alimentare si mangiano i frutti sia crudi che cotti. La carne è dolce ma sottile e piuttosto secca.
Vengono solitamente consumati al momento e vengono anche trasformati in conserve.
Alcune parti della pianta vengono utilizzate nella medicina tradizionale dalle popolazioni locali.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://www.inaturalist.org/observations/68224352
– https://sweetgum.nybg.org/images3/1445/188/01018407.jpg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.