Mappa geografica della Corea del Nord
Mappa geografica della Corea del Nord
La Corea del Nord è uno Stato dell’Asia orientale che occupa la parte settentrionale della penisola coreana, confinando a nord con la Cina e per un breve tratto con la Russia, mentre a sud la zona demilitarizzata coreana la separa dalla Corea del Sud. A ovest è bagnata dal mar Giallo e a est dal mar del Giappone.
La Corea del Nord ha una popolazione di 25.643.466 abitanti (dati del 2020) e si estende per 120.540 km².
La capitale è: Pyongyang con 3.255. 288 abitanti (al 2018).
Geografia –
Dal punto di vista geografico la Corea del Nord si trova nella parte settentrionale della penisola coreana, tra il 37° e il 43° parallelo nord e tra il 124º e il 131º meridiano est.
Questo Paese confina a nord con la Cina e la Russia e a sud con la Corea del Sud, lungo la zona demilitarizzata coreana. La Corea del Nord si affaccia a ovest sul mar Giallo e sulla baia di Corea, mentre a est sul mar del Giappone.
L’80% della Corea del Nord è composto da montagne ed altopiani, separati da valli strette e profonde. Tutte le montagne della penisola coreana con un’altitudine superiore ai 2 000 metri sono situate nella Corea del Nord. Il punto più alto del paese è il monte Paektu, una montagna di origine vulcanica di 2.744 metri d’altezza. Altri rilievi importanti sono: i monti Hamgyŏng, situati nell’estremo nord-est del paese e i monti Rangnim, localizzati nell’area centro-settentrionale, i monti Kumgang e Taebaek che si estendono a sud oltre la Corea del Sud.
Ad ovest troviamo le aree di pianura maggiori mentre ad est si sviluppano a tratti.
Clima –
In Corea del Nord il clima è di tipo continentale, con inverni gelidi ma soleggiati, ed estati calde e piovose.
Il Paese risente del regime dei monsoni: durante l’inverno prevalgono i venti freddi da nord-ovest, di origine siberiana, mentre in estate prevalgono le correnti meridionali di origine tropicale.
Per questo motivo la Corea del Nord ha un regime pluviometrico opposto a quello mediterraneo: i mesi più secchi sono quelli invernali, mentre i più piovosi sono luglio e agosto. Le piogge legate al monsone estivo possono essere a volte molto abbondanti e causare inondazioni (come è accaduto ad esempio nell’agosto 2007 o nel luglio 2012).
In estate e all’inizio dell’autunno, il Paese può essere raggiunto dai tifoni.
Al nord, in gran parte occupato da colline e montagne, l’inverno è gelido e soleggiato, dato che vi prevalgono le masse d’aria di origine siberiana. In estate le temperature variano con l’altitudine, e alle quote basse fa caldo. Le piogge sono concentrate nel periodo maggio-settembre. Anche se l’inverno è secco, a volte può nevicare.
A Hyesan, città situata nell’estremo nord, al confine con la Cina e a 700 metri di quota, la temperatura media di gennaio è di -15,5 °C. La temperatura scende sotto i -5 °C per 150 giorni all’anno, e ciò accade da ottobre ad aprile. Il record del freddo è di -37,2 °C, registrato nel gennaio 1959, mentre nel gennaio 2018 la temperatura è scesa fino a -34 °C.
In estate ci sono periodi abbastanza freschi, ma anche periodi caldi, in cui la temperatura supera i 30 °C, a volte già a fine maggio, prima del monsone. Il record del caldo è di 38,3 °C, registrato nell’agosto 2016.
Le precipitazioni al nord sono abbastanza scarse, e a Hyesan superano i 100 mm al mese solo a luglio e agosto. Ecco le temperature medie.
All’interno della Corea del Nord si trovano zone montuose, dove il clima si fa ancora più freddo, e durante l’inverno si può scendere nei momenti peggiori fino a -40 °C. Le catene più alte si trovano nel nord-est, e sono i monti Rangrim, la cui cima più alta è il Wagalbong, alto 2.260 metri, e i monti Hamgyong, che comprendono diverse cime che superano i 2.000 metri; la più elevata è il monte Kwanmo (2.540 metri).
La cima più alta del Paese, e la montagna sacra dei coreani, è però il monte Paektu, noto anche come Baekdu e Baitou, situato nel nord-est, al confine con la Cina, e alto 2.744 metri. Si tratta di un vulcano, al cui centro si trova una caldera occupata da un lago, detto “il lago del Paradiso”, formatosi in seguito alla grande eruzione del 946 d.C. La neve può ricoprire la cima fino a giugno.
Nella parte nord-orientale della costa, verso il confine con la Russia, il clima è più freddo che nel centro-sud, sia per la latitudine più alta, sia per la presenza di una corrente marina fredda (la corrente di Liman).
Nel nord-est il clima è abbastanza arido, dato che l’aria fredda da nord prevale per gran parte dell’anno, e il monsone estivo arriva con più difficoltà. Comunue, l’estate è anche qui la stagione più piovosa.
Nel nord-est il mare, vicino al punto di congelamento in inverno, rimane fresco anche in estate, arrivando al massimo a 21 °C ad agosto.
Nella parte centro-meridionale della Corea del Nord, il clima è più mite, comunque, l’inverno è ancora molto freddo, soprattutto sulla costa occidentale e nelle zone interne.
La capitale, Pyongyang, si trova nel versante occidentale, a una quarantina di km dalla costa del Mar Giallo. In inverno, durante le ondate di freddo si può scendere sotto i -20 °C; nel gennaio 2001 la temperatura è scesa fino a -26,5 °C.
L’estate è calda afosa, e nei periodi di bel tempo la temperatura può arrivare a 34/35 °C. Il record del caldo è di 38 °C, registrato nell’agosto 2018.
A Pyongyang le precipitazioni ammontano a 935 millimetri l’anno, dunque sono abbastanza abbondanti, anche se sono concentrate da maggio a settembre; in inverno sono invece scarse, e date le temperature, si verificano sotto forma di neve.
Il soleggiamento in Corea del Nord non è mai scarso, anzi è discreto in inverno e nelle stagioni intermedie, quando vi sono parecchie giornate soleggiate, mentre in estate diminuisce un po’, a causa del monsone estivo, che porta dei periodi di maltempo. Ecco la media delle ore di sole al giorno a Pyongyang.
Sulla costa occidentale della Corea del Nord, il Mar Giallo, molto freddo in inverno, diventa abbastanza caldo per fare i bagni in estate, in particolare ad agosto. Ecco la temperatura del mare a Nampo.
Lungo le coste il clima è un po’ più mite, inoltre a parità di latitudine la costa orientale, sul Mare orientale coreano (o Mare del Giappone), è più mite di quella occidentale, sul mar Giallo.
A Wonsan, situata sulla costa orientale e alla stessa latitudine di Pyongyang, la temperatura media di gennaio è di -1,5 °C. Nel gennaio 2001 la temperatura scese a -18,3 °C.
Anche qui, in estate si possono verificare periodi molto caldi. Anzi, il vento che scende dalle montagne che si trovano a sud-ovest della città può portare repentini aumenti di temperatura in tutte le stagioni. Il record del caldo è di 39,7 °C, registrato nel luglio 2018.
A Wonsan cadono 1.350 mm di pioggia all’anno; qui in particolare risulta ancora molto piovoso il mese di settembre.
Anche a Wonsan il sole brilla spesso per gran parte dell’anno, esclusa l’estate, quando il monsone riduce il numero delle ore di sole.
Sulla costa orientale, la temperatura del mare in estate è di 1-2 gradi più bassa rispetto alla costa occidentale, e arriva al massimo a 23,5 gradi ad agosto.
A sud-est di Wonsan, il clima invernale diventa ancora più mite: a Kosong, vicino al confine con la Corea del Sud e ai piedi del monte Kumgang (vedi sotto), la media di gennaio arriva a zero gradi. Nel 2018, la temperatura è scesa fino a -17 °C a gennaio, mentre ha toccato 38 °C ad agosto.
In questa zona le piogge sono ancora più abbondanti, dato che ammontano a 1.500 mm l’anno, e in particolare, superano i 300 mm al mese a luglio e agosto.
Come accennato, durante l’estate la Corea del Nord può essere raggiunta dai tifoni, i cicloni tropicali nell’Asia orientale. In genere i tifoni interessano la Corea da luglio all’inizio di ottobre (e più raramente anche nella seconda metà di giugno), con una maggiore probabilità nella prima metà di settembre.
Dato che i tifoni vengono da sud, colpiscono più direttamente la Corea del Sud, ed è là che portano i venti più forti e le mareggiate più intense; in Corea del Nord in genere portano più che altro piogge abbondanti, che si vanno a sommare a quelle del monsone estivo, e possono provocare frane e alluvioni.
Flora-
In Corea del Nord, secondo un’indagine del 2003 effettuata dalle Nazioni Unite nell’ambito del programma ambientale, le foreste ricoprono il 74% del paese, perlopiù lungo i pendii ripidi delle montagne.
La Corea del Nord è più ricca di foreste rispetto a quella del Sud: il 75% del suolo è coperto da una grande varietà di alberi e piante. Il 70% di queste piante si trovano nella riserva montana di Hamgyng e nelle province di Yanggang e Jagang, occupate da aspre montagne coperte da fitte foreste. In Corea del Nord ci sono nove parchi nazionali, due riserve naturali, una riserva paesaggistica, dodici monumenti naturali e altre aree protette. Nel Paese crescono più di 4.000 specie diverse di piante, incluse 570 endemiche della zona. Il “fiore nazionale” è l’ibisco o rosa altea, in coreano mugunghwa, che significa “fiore dell’immortalità”. Si dice che rappresenti bene il carattere tenace del popolo della penisola.
La regione settentrionale e quella orientale del paese sono occupate da aspre montagne coperte da fitte foreste, inadatte allo sfruttamento agricolo o allo sviluppo edilizio.
Sull’intera penisola c’è una grande varietà di alberi comuni ai climi temperati, come pini, larici, abeti, ginepri, querce, salici, aceri, ontani e betulle. Caratteristici sono i grandi alberi di gingko e gli olmi cinesi. Nella penisola si trovano anche i pioppi lombardi e le acacie, alberi che sono stati importati per combattere l’erosione.
In Corea vi è poi una grande profusione di fiori che sbocciano nelle varie stagioni. I primi a comparire sono le forsythia, che colorano di giallo le colline in primavera. Poi ci sono azalee, ciliegi, lillà, siringa e spirea.
La Corea del Nord ha una legge sull’ambiente, divisa in cinque capitoli, contenenti 52 articoli sulla protezione e conservazione dell’ambiente naturale, la prevenzione dell’inquinamento e le sanzioni sui danni ambientali.
Dal dominio del Giappone ad oggi, non vi è mai stato molto rispetto per l’ambiente nel Paese; esso è stato infatti usato come una segheria e una miniera privata, specialmente allo scoppiare della seconda guerra mondiale. Nonostante ciò, grazie al fatto di essere in buona parte inaccessibile, la Corea del Nord non ha subito danni eccessivi.
Anche con la guerra di Corea e i bombardamenti americani negli anni ’50 si sono avute pesanti ripercussioni sull’ambiente, ma gran parte del paese può ancora contare su lussureggianti foreste e ricchi giacimenti di minerali ancora non sfruttati nel sottosuolo Infatti, la politica nordcoreana ha puntato sulla riforestazione di 914.000 ettari di terreno negli anni Sessanta e 100.000 ettari negli anni Settanta. Oggi il programma prevede il rimboschimento di altri 2.900 ettari. Dal 1980 lo Stato ha inoltre deciso di diminuire il taglio degli alberi per il riscaldamento, puntando sulla maggior estrazione del carbone come combustibile primario.
Fauna –
La Corea del Nord, pur con la diminuzione dovuta a guerre e cattivo sfruttamento del territorio, è popolata da una variegata fauna selvatica che oggi si sta cercando di tutelare nei parchi istituiti.
Gli animali comuni più sono cervi, caprioli, zibellini, orsi bruni, gazze del Nord, linci, tigri, pica alpini, toporagni d’acqua, galli cedroni neri, ulule, frosoni di pino, picchi, antilopi dell’Amur e fagiani mancesi dal collare.
Guido Bissanti