Carapichea ipecacuanha
Carapichea ipecacuanha
L’ipecacuana (Carapichea ipecacuanha (Brot.) L. Andersson, 2002) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Rubiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Rubiales,
Famiglia Rubiaceae,
Sottofamiglia Rubioideae,
Tribù Palicoureeae,
Genere Carapichea,
Specie C. ipecacuana.
È basionimo il termine:
– Callicocca ipecacuanha Brot.
Sono sinonimi i terminI:
– Cephaelis acuminata H.Karst.;
– Cephaelis ipecacuanha (Brot.) A.Rich.;
– Cephaelis ipecacuanha (Brot.) Willd.;
– Cephaëlis ipecacuanha (Brot.) Tussac, 1813;
– Evea ipecacuanha (Brot.) W.Wight;
– Ipecacuanha fusca Raf.;
– Ipecacuanha officinalis Arruda;
– Ipecacuanha preta Arruda;
– Ipecacuanha preta infrasubsp. Publ;
– Psychotria ipecacuanha (Brot.) Müll.Arg., 1881;
– Psychotria ipecacuanha (Brot.) Standl.;
– Psychotria ipecacuanha (Brot.) Stokes;
– Uragoga acuminata (H.Karst.) Farw.;
– Uragoga granatensis Baill.;
– Uragoga ipecacuanha (Brot.) Baill.;
Etimologia –
Il termine Carapichea è di origine incerta, molto probabilmente dalla lingua vernacolare della sua zona di origine.
L’epiteto specifico ipecacuana proviene dal portoghese ipecacuanha, da una lingua tupiana (ipe̞kɐkuˈɐ̃ɲɐ) ipekaaguéne, da ipeh “basso” + kaâ “foglie” + guéne “vomito”, nel significato originale, di pianta che fa ammalare lungo la strada.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Carapichea ipecacuanha è una pianta originaria di un areale che comprende Costa Rica, Nicaragua, Panama, Colombia e Brasile.
Il suo habitat naturale è quello del sottobosco delle foreste pluviali dell’America del sud.
Descrizione –
La Carapichea ipecacuanha è una specie arbustiva che raggiunge altezze di 50 cm circa.
Le foglie sono semplici, opposte e stipolate, ovate, con nervatura semplice.
I fiori sono di colore biancastro, attinomorfi ed ermafroditi con calice ridotto e corolla gamopetala pentamera. Gli stami sono epicorollini (inseriti sul tubo corollino alterni ai petali), l’ovario è infero.
I frutti sono piccole bacche sferiche, di colore verde che divengono rossi a maturità.
Coltivazione –
La Carapichea ipecacuanha è una pianta che cresce allo stato spontaneo nel sottobosco di molte aree dell’America del sud e difficile da coltivare al di fuori del suo habitat naturale della foresta pluviale, i tentativi di coltivarla nel sud-est asiatico hanno avuto scarso successo.
È una pianta a crescita lenta che preferisce una temperatura minima nell’intervallo 15 – 18 °C e, dal punto di vista pedologico, richiede un terreno ricco di humus ben drenato e una posizione ombrosa; inoltre ha bisogno di molta umidità per farla vegetare bene.
La propagazione può avvenire per seme o per talee sia, di rami che di radici da far radicare in un compost sabbioso. Le piante vengono ripiantate dopo la parziale rimozione delle radici.
Usi e Tradizioni –
La Carapichea ipecacuanha è una pianta che è stata usata nella medicina popolare dei popoli indigeni dell’America meridionale per molti secoli.
Questa pianta era nota in Europa a metà del XVII secolo. Nicholas Culpeper, botanico, erborista e medico inglese, paragonò l’Ipecacuanha all’erba Orach nel suo libro Complete Herbal & English Physician, pubblicato nel 1653.
Una delle prime importazioni note di Ipecacuanha in Europa risale al 1672, da un viaggiatore di nome Legros, che importò una quantità di radici a Parigi dal Sud America. Nel 1680, un mercante parigino di nome Garnier possedeva circa 68 chilogrammi di sostanza e informò il medico Jean Claude Adrien Helvetius (1685–1755) del suo potere nel trattamento della dissenteria. A Helvetius fu concesso il diritto esclusivo per vendere il rimedio a Luigi XIV, ma vendette il segreto al governo francese, che rese pubblica la formula nel 1688.
La Carapichea ipecacuana vanta una lunga storia di utilizzo come emetico, per svuotare lo stomaco in caso di avvelenamento, un uso che è stato interrotto in ambito medico (vedi sciroppo di ipecac). È stata anche usata come nauseante, espettorante e diaforetica ed è stata prescritta per combattere la bronchite. La preparazione più comune e familiare è lo sciroppo di ipecac, comunemente raccomandato come trattamento di emergenza per avvelenamento accidentale fino agli ultimi anni del 20° secolo. La Ipecacuanha era anche tradizionalmente usata per indurre la sudorazione. Una preparazione comune per questo scopo era la polvere di Dover.
Nel 19° secolo, le donne prigioniere della Cascades Female Factory, in Tasmania, ricevevano regolarmente “un chicco di ipecacuanha” per precauzione, specialmente “per le donne con una salute grossolana e temperamenti focosi”.
Si ricorda che la pianta può essere tossica in dosi maggiori di quelle raccomandate per uso medicinale. Deve essere utilizzata con cautela poiché l’eccesso provoca grave vomito e diarrea.
Nell’uso medicinale le radici contengono una serie di costituenti medicamente attivi tra cui alcaloidi isochinolinici, tannini e glicosidi; nel dettaglio contiene l’ alcaloide emetina (metilcefelina) e cefalina. Contiene anche uno pseudo-tannino acido ipecacuanhico o acido cefaelico.
Le radici di questa pianta svolgono un’azione violentemente irritante, stimolando il sistema gastrico e bronchiale, abbassando le febbri e prevenendo la formazione di cisti nella dissenteria amebica.
Le radici sono utilizzate internamente nel trattamento di tosse, bronchite, pertosse e dissenteria amebica.
È uno degli emetici più sicuri, anche a dosi moderate che induce vomito fino a provocare lo svuotamento gastrico molto utile nel caso di sovradosaggio di farmaci.
Si ottiene uno sciroppo per indurre il vomito nei bambini che hanno ingerito tossine.
Dosi più piccole sono fortemente espettoranti ed è un ingrediente comune nei medicinali brevettati per la tosse.
La pianta è usata in omeopatia nel trattamento della nausea.
Non sono noti altri usi.
Modalità di Preparazione –
La Carapichea ipecacuanha è una pianta utilizzata da tempo, a apartire dalle medicine tradizionali dei popoli indigeni dell’America meridionale.
Le sue radici vengono raccolte, di solito quando hanno circa 3 anni e le piante sono in fiore, e vengono essiccate per un uso successivo.
Le radici sono utilizzate internamente nel trattamento di tosse, bronchite, pertosse e dissenteria amebica e, a dosi moderate, inducono vomito.
Da queste si prepara uno sciroppo per indurre il vomito nei bambini e dosi minori sono utili come espettoranti.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://tropical.theferns.info/plantimages/3/9/396b678faf2bd9acb76202a34e3585f355ab07c2.jpg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.