Larix occidentalis
Larix occidentalis
Il Larice occidentale (Larix occidentalis Nutt.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Pinophyta,
Classe Pinopsida,
Ordine Pinales,
Famiglia Pinaceae,
Genere Larix,
Specie L. occidentalis.
Sono sinonimi i termini:
– Larix americana var. brevifolia Carrière;
– Pinus nuttallii Parl..
Etimologia –
Il termine Larix proviene dal nome latino del larice, assonante con il termine greco λᾶρός láros gradevole, riferito all’aroma.
L’epiteto specifico occidentalis, occidentale è in riferimento all’areale di distribuzione.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Larice occidentale è una conifera originaria delle montagne dell’ovest del Nord America, sia in Canada, nelle province della Columbia Britannica e dell’Alberta, che negli Stati Uniti, nelle zone orientali di Washington ed Oregon, nonché nel nord dell’Idaho e ovest del Montana.
Il suo habitat è, quasi esclusivamente, nella valle del fiume Columbia, da est della Cascade Range a ovest del Continental Divide. Copre le regioni intorno a Kamloops, nella Columbia Britannica, a Weiser, nell’Idaho e nell’Oregon centrale. Lo si trova sulle catene comprese le Blue Mountains e altre nel sud-est e nel nord-ovest del Montana, di solito su pendii umidi fino a 1.800 m sul livello del mare. Può crescere da altitudini comprese tra 500 e 2.400 m ed è molto tollerante al freddo, in grado di sopravvivere a temperature invernali fino a circa -50 °C. Cresce solo su terreni ben drenati, mentre è incapace di prosperare su terreni impregnati d’acqua.
Questo larice è il più produttivo delle tre specie di larice originaria del Nord America.
Descrizione –
Il Larix occidentalis è una conifera di grandi dimensioni, che può raggiungere altezze comprese fra i 30 ed i 60 metri.
Il tronco ha un diametro talvolta superiore al metro e mezzo e la chioma è pressoché conica; i rami principali partono dal livello del terreno, quelli laterali risultano spesso pendenti.
I germogli, come in tutte le specie del genere Larix, si presentano dimorfici, con una netta differenziazione in macroblasti, tipicamente lunghi 10–50 cm e ricoperti da un gran numero di gemme, e brachiblasti lunghi 1–2 mm con una singola gemma apicale.
Le foglie sono aghiformi, verde chiaro, lunghe 2–5 cm e molto sottili; diventano gialle in autunno prima dell’abscissione, lasciando i pallidi rametti bruno-arancioni spogli fino alla primavera successiva.
I coni sono cilindrico-ovoidali, lunghi 2–5 cm, con 40 od 80 scaglie, ognuna recante una brattea di 4–8 mm. Di colore rosso quando immaturi, diventano bruni con il passare del tempo e le scaglie si aprono o ripiegano per rilasciare i semi ad avvenuta maturità, a 4 o 6 mesi dall’impollinazione. i vecchi coni tipicamente rimangono sul ramo di origine per diversi anni, diventando di un grigio molto fosco.
I semi sono un’importante fonte di cibo per molti uccelli, in particolare Carduelis pinus e Loxia leucoptera.
Coltivazione –
Il Larix occidentalis è un albero a foglie caduche che viene utilizzato anche allo stato naturale per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali.
Vegeta in valli montane e pendii inferiori e generalmente in popolamenti miste.
Per la sua coltivazione preferisce una posizione aperta e ventilata in un terreno leggero o ghiaioso e ben drenato; le piante, infatti, sono intolleranti ai terreni mal drenati, ma tollerano i terreni acidi e sterili.
Preferisce, inoltre, esposizioni a nord o a est e cresce anche su pendii, anche rocciosi o montuosi.
È una specie molto resistente al freddo quando è completamente dormiente.
Gli alberi più vecchi sviluppano una corteccia molto spessa, che li protegge dagli incendi boschivi.
Si ibrida facilmente con altri membri del genere.
La propagazione avviene per seme. La semina va effettuata a fine inverno in vaso in serra non riscaldata. La stratificazione a freddo di un mese aiuta la germinazione, inoltre è meglio dare alle piantine una leggera ombra per il primo anno.
Le giovani piantine, appena sono maneggiabili, vanno poste in vasi singoli e fatte crescere per il primo inverno in zona protetta dal freddo.
Il trapianto va fatto al secondo anno nel periodo estivo. Il seme rimane vitale per 3 anni.
Usi e Tradizioni –
Il Larix occidentalis è una conifera che con la sua corteccia spessa, fogliame non infiammabile e coni protettivi, è molto resistente al fuoco.
I popoli indigeni applicavano la gomma resinosa di questa conifera sulle ferite e la masticavano per curare il mal di gola. Alcuni mangiavano anche il cambio e la linfa; in particolare erano i popoli Kutenai e Salish del Montana a raccogliere la linfa. Dalla corteccia o dal fogliame si ricavava un tè medicinale. Alcune tribù indiane dell’altopiano hanno bevuto un infuso dai giovani germogli per curare la tubercolosi e la laringite.
Il galattano dolciastro della linfa può essere trasformato in lievito e medicinale. Un estratto dell’albero viene venduto come integratore per la salute. L’arabinogalattano solubile in acqua è usato in alimenti, medicine, inchiostri e vernici.
Il larice occidentale viene utilizzato per la produzione della trementina di Venezia.
Dal punto di vista ecologico si riporta che il gallo cedrone utilizza le foglie e le gemme dell’albero. I semi sono un importante sostituto del cibo invernale per alcuni uccelli, in particolare il lucherino di pino ma anche il redpoll e il crociere dalle ali bianche. Questo accade spesso durante i periodi in cui altri coni di conifere che sono una dieta più preferita scarseggiano. I picchi utilizzano la putrefazione del cuore di esemplari più vecchi per creare aperture, che vengono utilizzate da vari piccoli animali.
Nel 2010, il governo della British Columbia ha attuato un programma di migrazione assistita del larice occidentale verso un nuovo habitat nella Columbia Britannica settentrionale, a circa 1000 chilometri a nord della sua attuale area di distribuzione. La migrazione assistita delle foreste canadesi è stata proposta come misura di adattamento in risposta al cambiamento climatico. Infatti, con l’aumento delle temperature medie, anche le condizioni climatiche ottimali per le specie arboree si stanno spostando verso nord. La ricerca ha dimostrato che i larici occidentali non hanno problemi a crescere nel nord, un’area le cui condizioni climatiche dovrebbero corrispondere all’areale storico del larice occidentale entro il 2030.
La corteccia di questa pianta contiene tannino ed il legno è duro, forte, molto pesante, molto durevole a contatto col terreno.
L’albero produce tronchi lunghi e dritti senza nodi ed è una coltura commerciale molto importante nel suo areale nativo.
Viene utilizzato per pali, ebanisteria, edilizia, compensato, ecc, ed è un ottimo combustibile.
In generale, il legno prodotto da questa specie è resistente e durevole, ma anche flessibile se ridotto in fogli sottili, ed è particolarmente ricercato per la costruzione di yacht; il legno utilizzato per questo scopo deve essere privo di nodi, e può essere perciò ottenuto solo da alberi particolarmente anziani potati in giovane età allo scopo di rimuovere i rami bassi. Il legno del larice occidentale è molto apprezzato come combustibile nel nord-est del Pacifico; la sua combustione produce un ottimo profumo oltre che un caratteristico crepitio.
Modalità di Preparazione –
Il Larix occidentalis è una pianta di cui si fanno impieghi sia alimentari, medicinali che per l’utilizzo di resine e legno.
Una gomma, o resina, viene prodotta sotto la corteccia. È un sostituto della gomma arabica, molto solubile in acqua, ed è usata come addensante, stabilizzante, emulsionante e per la masticazione. Questa trasuda dal tronco e dai rami ma commercialmente è solitamente ottenuta per estrazione da trucioli di legno come sottoprodotto dell’industria del legname.
La linfa può essere raccolta in primavera e, una volta concentrata facendo evaporare gran parte dell’acqua, viene trasformata in uno sciroppo dolce.
Per uso medicinale si utilizza la gomma che viene ricavata sotto la corteccia ed impiegata come medicazione nel trattamento di tagli e contusioni.
Un infuso della corteccia è stato utilizzato nel trattamento di tosse, raffreddore e tubercolosi.
Un decotto è stato usato per lavare le ferite e le piaghe.
La linfa è stata masticata nel trattamento di mal di gola.
Le foglie e gli steli sono antireumatici, antisettici, aperitivi e depurativi del sangue.
Un decotto è stato utilizzato sia internamente che esternamente nel trattamento del cancro e si dice che aiuti un paziente emaciato a stare meglio e ad aumentare di peso.
Un decotto, ottenuto, dalle punte degli steli è stato prelevato internamente e utilizzato anche come ammollo sugli arti, con presenza di artriti e come lavaggio per tagli e piaghe.
Tra gli altri impieghi si ottiene una polvere rossa che può essere prodotta riscaldando la resina e poi macinandola. Questa polvere veniva mescolata con grasso e usata come cosmetico, oppure mescolata con germogli di balsamo di pioppo (Populus spp.) e usata come pittura.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fonte foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/144473385/original.jpg
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.