Satureja thymbra
Satureja thymbra
La Santoreggia sarda (Satureja thymbra L. ) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Lamiales,
Famiglia Lamiaceae,
Genere Satureja,
Specie S. thymbra.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Clinopodium thymbra (L.) Kuntze;
– Micromeria thymbra (L.) Kostel.;
– Satureja biroi Jáv.;
– Satureja collina Salisb.;
– Satureja hispida Ehrh.;
– Satureja thymbra var. calvescens Pamp.;
– Satureja tragoriganum (L.) Tausch;
– Thymbra hirsuta Pers.;
– Thymbra hirsutissima Vent.;
– Thymbra hirsutissima Vent. ex Pers.;
– Thymus hirsutissimus Poir.;
– Thymus tragoriganum L..
Etimologia –
Il termine Satureja è un di etimologia incerta: forse proviene da séro seminare o satum seminato, o dal greco σᾱτῠρος sáturos satiro o ancora dall’arabo s’átar, nome di molte piante, e infine da saturejum, derivato probabilmente da satura salsa, mescolanza di molti diversi ingredienti.
L’epiteto specifico thymbra proviene dal greco θύμβρα thýmbra, una pianta aromatica, sorta di santoreggia.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Santoreggia sarda è una pianta di origine mediterranea e presente in Medio Oriente ed in Turchia oltre che in Libia ed in Grecia.
In Italia è presente in un solo microareale nella zona di Cagliari, in Sardegna.
Il suo habitat è quello delle posizioni soleggiate su colline rocciose asciutte e su rupi calcaree e cresce principalmente nei boschi e nelle boscaglie mediterranee, adattandosi bene a quote più elevate, ma si vede anche su canaloni rocciosi calcarei come un sottobosco e lungo strade sterrate. In Israele la pianta si trova comunemente nella regione del Monte Carmelo, a sud di Haifa, così come nel distretto montuoso dell’Alta Galilea, in Samaria e nelle montagne della Giudea, prosperando in aree dove i suoli sono principalmente terra rossa e calcare consistente, ma anche su gesso. La pianta si trova raramente lungo le pianure costiere o nella valle del Giordano.
Descrizione –
La Satureja thymbra è una pianta che cresce in forma di piccolo arbusto, fino ad un’altezza di circa 40 cm, dal profumo intenso per la presenza di ghiandole odorose in tutte le parti della pianta.
Le foglie sono opposte, ellittico-acuminate, lunghe 8-11 mm e larghe 3-4 mm, ispide, visibilmente pelose e con una nervatura centrale ben evidente.
I fiori sono di colore roseo-violaceo, glabri, riuniti in numero variabile da 10 a 25, in verticillastri, dalla forma caratteristica, provvisti di brattee fogliacee e bratteole, calice tubuloso-campanulato con 5 denti lineari-lanceolati, corolla glabra di 8-12 mm, con lobo superiore smarginato ed inferiore trilobo.
Il periodo di fioritura è tra aprile e tutto maggio, mentre le nuove gemme si schiudono alle prime piogge autunnali.
Il frutto è un microbasario (tetrachenio o tetranucula) con mericarpi (nucule) ovoidi, di circa 1,1-1,3 x 0,5-0,8, di colore bruno scuro.
Coltivazione –
La Satureja thymbra è un arbusto che cresce allo stato naturale dove viene raccolta per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali.
È una pianta che può essere coltivata in posizione soleggiata e terreno ben drenato ma non umido.
Il pH deve essere da neutro a alcalino ed è una pianta che non tollera temperature sotto lo 0 °C.
È una pianta molto visitata da api e pronubi e può essere propagata per seme.
La semina può essere fatta in pieno campo in primavera o in semenzaio. In quest’ultimo caso va poi trapiantata in piccoli vasetti e fatta crescere prima di trapiantarla a metà primavera.
Si può propagare anche per talea di legno semimaturo, di 5 – 8 cm prelevate a metà estate e messe a radicare in zona ombreggiata.
Il rinvaso va fatto poi in autunno, proteggendo la pianta in zona protetta e trapiantandola definitivamente in pieno campo nella primavera successiva.
Si può propagare anche per divisione all’inizio della primavera nel periodo della ripresa vegetativa.
Usi e Tradizioni –
La Satureja thymbra è una pianta le cui foglie hanno un sapore simile al timo e vengono utilizzate come condimento per legumi, pane salato, olive in salamoia, verdure, ecc.
In tempi antichi era usata come spezia in Anatolia e in Grecia. In epoca mishnaica, la era chiamata sī’ah in ebraico, ed è spesso menzionata nella letteratura rabbinica insieme a eizov (maggiorana) e qurnit (salato a foglie bianche), tre piante erbacee che crescevano naturalmente in natura.
Anticamente, in Palestina, l’acqua in cui era stato immersa era usata per insaporire le carni che erano state infilzate e poste su carboni ardenti per l’arrosto. Dioscoride, nel Terzo Libro del suo De Materia Medica (3,44-45), allude alla pianta ed ai suoi usi medicinali. Nell’uso religioso, pur essendo imparentato con l’issopo biblico, era considerato una specie diversa, quindi non valido per essere portato nel rituale di purificazione dove si usava il vero issopo nella preparazione dell’acqua di aspersione per purificare quelli contaminati da impurità.
Le foglie e i giovani germogli sono usate in alcune zone come sostituti del tè. Si dice che questo renda una delle tisane più gustose di tutte le erbe.
In campo medicinale si utilizzano le foglie che sono antibatteriche, aromatiche, digestive, espettoranti e toniche.
Vengono usate internamente per trattare lievi disturbi digestivi e congestione bronchiale.
Tra gli altri usi si ricorda che è una infusione dell’erba viene utilizzata in autunno per pulire le botti di vino in vista della nuova annata.
Inoltre dalla pianta si ottiene un olio essenziale che contiene il 19% di timolo ed è anche ricco di carvacrolo.
Un’analisi della composizione chimica della pianta rivela che la Satureja thymbra, del tipo coltivato in Israele, contiene un contenuto molto elevato delle sostanze chimiche γ-terpinene (15,9%) e p-cimene (12,4%), con la concentrazione più alta essendo quello del carvacrolo (55,2%). Altri studi indipendenti hanno rivelato i principali composti dell’olio essenziale che variano a livelli variabili; carvacrolo (34,6%), γ-terpinene (22,9%), p-cimene (13,0%) e timolo (12,8%).Sono state anche testate parti aeree essiccate all’aria da S. thymbra raccolte in Libano e che sono state sottoposte a distillazione in corrente di vapore utilizzando un apparato di tipo Clevenger per produrre l’olio essenziale. L’olio estratto è stato essiccato utilizzando solfato di magnesio anidro e conservato a 4°C. L’analisi ha rivelato che l’olio libanese Satureja thymbra è caratterizzato da elevate quantità di γ-terpinene (34,08%), carvacrolo (23,07%) e timolo (18,82%).
Quest’olio trova impiego nell’industria farmaceutica.
L’olio essenziale presenta proprietà pesticida ed è stato testato contro individui adulti di una zecca (Hyalomma marginatum), con il risultato che alte concentrazioni di questo olio hanno provocato la mortalità della zecca.
Questa santoreggia è usata nella produzione di miele, è molto bottinata dalle api, ma la quantità ottenuta è bassissima per la limitata diffusione della pianta.
Inoltre questa pianta, a causa della riduzione e manomissione degli habitat, è segnalata nella IUCN Red List come CR (Critically Endangered), cioè Gravemente minacciata.
In Israele, la pianta Satureja thymbra ha uno status protetto, il che rende il suo raccolto un reato penale.
Modalità di Preparazione –
Le foglie della Satureja thymbra vengono raccolte durante la stagione vegetativa e possono essere utilizzate fresche o essiccate.
Come altre santoregge può essere usata per aromatizzare il pesce e la carne, per condire legumi, nella preparazione dei liquori o come erba medicinale e erba officinale.
Le foglie schiacciate di questa pianta hanno un sapore e un odore più pungenti rispetto al vero issopo motivo per cui oggi non è comunemente usato come spezia, tranne che in Libano, dove è ancora usato come tisana in libanese medicina tradizionale.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Fone foto:
– https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/58334657/original.jpeg
– https://flora.org.il/en/plants/SATTHY/
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.