Roccella tinctoria
Roccella tinctoria
La Roccella tintoria (Roccella tinctoria DC.) è un lichene appartenente alla famiglia delle Roccellaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Fungi,
Divisione Ascomycota,
Sottodivisione Pezizomycotina,
Classe Arthoniomycetes,
Ordine Arthoniales,
Famiglia Roccellaceae,
Genere Roccella,
Specie R. tinctoria.
Sono sinonimi i termini:
– Lecanora tinctoria (DC.) Czerwiak.;
– Roccella arnoldii Vain.;
– Roccella canariensis Darb.;
– Roccella canariensis var. vincentina (Vain.) Zahlbr.;
– Roccella dichotoma (Pers.) Darb.;
– Roccella fastigiata Bory;
– Roccella guanchica Feige & Viethen;
– Roccella phycopsis Ach..
– Roccella rotulea Mescolata;
– Roccella tuberculata var. vincentina Vanin.;
– Roccella vincentina (Vain.) Follmann.
All’interno di questa specie si riconoscono le seguenti varietà e forme:
– R. tinctoria. var. portentosa;
– R. tinctoria. var. subpodicellata;
– R. tinctoria. var. tintoria;
– R. tinctoria. F. complanato;
– R. tinctoria. F. tintoria.
Etimologia –
Il termine Roccella proviene dal nome della famiglia fiorentina dei Rucellai, in antico Oricellai, che dal XII al XIII secolo ne controllarono l’importazione dal Levante.
L’epiteto specifico tinctoria viene da tíngo tingere: utilizzato per tingere stoffe o per altri usi.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Roccella tinctoria è un lichene presente nel bacino mediterraneo, soprattutto nell’area occidentale e che cresce lungo le coste marine.
Il suo habitat è quello delle superfici fortemente inclinate su rocce silicee soggette a venti marittimi umidi carichi di salsedine. La specie può essere sia fertile che sorediata (vedi Tehler & al. 2009), ma tutti gli esemplari italiani, limitati a pochi siti nell’Italia tirrenica, sono sorediati.
Riconoscimento –
La Roccella tinctoria è un lichene che presenta un tallo fruticoso, rigido, di colore da bruno a bruno-grigiastro, costituito da rami lunghi 3-20 cm, terete, foveati o lisci provenienti da un comune sostegno, generalmente (in Italia) sorediati e privi di apoteci (gli esemplari fertili sono normalmente esorediati); sorali laterali, circolari, bianchi, fortemente convessi.
Corteccia di ife disposte in modo anticlinale che non formano un cospicuo plectenchima a palizzata, ricoperto da un’epicorteccia amorfa; midollo allungato bianco, ma solitamente striato di marrone o nero.
Apoteci molto rari in materiale italiano, laterali, sessili, tondeggianti, con disco nero, ma spesso bianco-pruinoso, infine screpolato e margine sottile.
Epithecium quasi incolore; imenio incolore; parafisoidi ramificati e scarsamente anastomizzanti, c. spessore 2 mm; hypothecium da marrone scuro a nero.
Asci con 8 spore, pareti spesse, fissitunicate, con becco interno e un piccolo anello blu K/I+ all’apice ispessito.
Ascospore 3-settate, ialine (spore sovramature spesso marrone chiaro), oblungo-fusiformi, leggermente ricurve, 21-27 x 5-6 µm.
Coltivazione –
La Roccella tinctoria è un lichene con una strategia riproduttiva principalmente asessuale, per soredi o strutture simili a soredi (es. blastidi) e più comune nelle aree con clima caldo-umido.
Si presenta come un gruppo di filamenti cilindrici, ramificati e nodosi, di colore di colore bianco giallino che tende a diventare bruno col tempo.
Viene raccolto anche allo stato naturale da secoli per produrre coloranti.
Usi e Tradizioni –
La Roccella tinctoria è un lichene che fu descritto per la prima volta da Augustin Pyramus de Candolle nel 1805.
Tuttavia era già conosciuta sin dall’antichità perché da essa si ricavavano, e si ricavano tutt’oggi, sostanze coloranti chiamate oricelli e tornasole (o laccamuffe).
Il processo di produzione di questa tintura era un segreto e portò alla ricchezza dei tessitori di Grainville-la-Teinturière e della famiglia Rucellai di Firenze.
Si è ipotizzato che l’abbondanza di Roccella tinctoria nelle Isole Canarie abbia offerto un motivo di profitto a Jean de Béthencourt durante la sua conquista delle isole.
Una lettera, diretta nel 1768 al viceré di Sardegna dalla ditta “Le Clerc & C.” di Londra, rivela le vicende di un breve ma florido commercio venutosi a creare nell’arcipelago della Maddalena negli anni immediatamente successivi alla costituzione della comunità.
Il documento, conservato nell’Archivio di Stato di Cagliari (Segreteria di Stato – Serie II – vol. 1275) è una richiesta di estrazione in esclusiva dalle “Isole de’ Carruggi” di un lichene del genere “roccella” avanzata dalla ditta inglese dopo la scoperta in Sardegna del prezioso vegetale.
Nel marzo del 1768, durante una ricognizione nell’arcipelago, occupato dai piemontesi da appena cinque mesi, il professor Plaza, chirurgo e botanico, inviato da Carlo Emanuele III, con l’incarico di studiare il clima, i terreni e la flora spontanea allo scopo di individuare quelle colture di facile acclimatamento e di elevato valore commerciale che si sarebbero potute attuare in terra sarda, ebbe la ventura di individuare la “Roccella tinctoria”, che era largamente appetibile sui mercati europei ed in particolar modo sul mercato inglese. I licheni del genere “oricella” o “roccella” erano infatti molto ricercati per la tintura delle stoffe di lana e di seta e per la colorazione a freddo dei marmi e degli alabastri che si eseguiva a Firenze, Parigi ed Amsterdam. Gli inglesi, poi, ne facevano largo uso per ottenere il colore rosso vivo delle divise militari e delle “giubbe rosse” della Guardia Reale.
Il Plaza raccolse un abbondante campione e lo inviò al viceré, comunicandogli la scoperta e facendogli conoscere quale provvida pianta possedesse l’isola. Il campione, spedito a Torino, fu analizzato dal professor Allione che riconobbe la validità del vegetale quale pianta tintoria e ne consigliò lo sfruttamento. Fu subito raccolta una balla da un quintale che, spedita a Londra, venne sperimentata con tanto successo che gli inglesi, che fino ad allora avevano importato i licheni dalle Canarie e dal nordafrica, si mostrarono interessati al prodotto tanto che la ditta “Le Clerc & C.” ne fece un’ordinazione di 30 quintali chiedendo, come abbiamo visto, l’esclusiva per l’estrazione che non fu mai concessa.
Si accese subito nell’arcipelago la “febbre della roccella” e molti furono i maddalenini si impegnarono nella ricerca del prezioso vegetale su tutte le rocce e gli anfratti delle isole. Il lichene, che gli isolani chiamavano Erba tramontana, veniva acquistato dai mercanti genovesi che fiutato il lucroso affare si erano precipitati a La Maddalena istituendo nell’isola un centro di raccolta. Nei primi anni si riuscì a spedirne oltre 200 quintali e l’esportazione annua dalla Sardegna, dopo che il Plaza lo aveva individuato anche all’Asinara e in altre località della costa nord, si aggirava sui 300 quintali. Ben presto i sardi, accortisi dei guadagni che i liguri facevano alle loro spalle concentrando il lichene a Genova e rivendendolo a prezzi altissimi, si organizzarono in proprio e La Maddalena divenne base per la spedizione del prodotto ai mercati di Marsiglia e di Livorno.
Ma come tutte le corse all’oro l’avventura della “roccella” era destinata ad esaurirsi nel volgere di alcuni anni. La sconsiderata raccolta di enormi quantitativi di lichene ne compromise in breve tempo la riproduzione anche perché, com’è noto, la crescita del tallo lichenico e sempre molto lenta.
L’interesse per la “roccella”, tuttavia, non cessò del tutto; nel 1832, difatti, secondo quanto riferisce il Valery, era presente a La Maddalena il suddito britannico William Sarderson Craig, dipendente della Cassa Mackintosh di Glasgow, divenuto poi console inglese a Cagliari, il quale aveva ripreso con profitto il commercio del lichene. Quest’attività durò comunque solo pochi anni.
Dalla Roccella tinctoria, come detto si ricavano vari coloranti ed anche il tornasole.
Il tornasole è un colorante molto utilizzato in chimica soprattutto su supporti cartacei (le cartine tornasole); il suo largo utilizzo è dovuto alla capacità di cambiar colore in funzione del pH del composto su cui viene posizionato. Assume un colore verde in caso di pH neutro (pH uguale a 7), un colore rosso se si trova in una soluzione acida (pH minore di 4.4) e un colore blu se a contatto con una soluzione basica (pH maggiore di 8).
L’uso di questo colorante è di antica tradizione e questa includeva i colori viola reale noti anche come orseille.
Nella Roccella tinctoria è presente l’orcinolo, un composto organico fenolico naturale, presente in molte specie di licheni.
Modalità di Preparazione –
La Roccella tinctoria è un lichene che viene raccolto allo stato naturale, fatto essiccare e successivamente lavorato e mescolato con altre sostanze con vari pH per ottenere colorazioni e coloranti di differente tonalità e aggiunti anche ad alcuni mordenti.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.