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Frangula purshiana

Frangula purshiana

La Cascara o cascara sagrada (Frangula purshiana (DC.) A.Gray ex J.G.Cooper) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Rosales,
Famiglia Rhamnaceae,
Genere Frangula,
Specie F. purshiana.
Sono sinonimi i termini:
– Cardiolepis obtusa Raf.;
– Frangula anonifolia (Greene) Grubov;
– Rhamnus annonifolia Greene;
– Rhamnus purshiana DC.

Etimologia –
Il termine Frangula viene da frángo rompere: per il suo legno fragile.
L’epiteto specifico purshiana della specie è in onore dell’esploratore e botanico americano d’origine tedesca Frederick (Friedrich) Traugott Pursh (1774-1820) che raccolse piante negli Stati Uniti e Canada e scrisse Flora Americae Septentrionalis.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Frangula purshiana è una pianta originaria del Nord America occidentale; presente dalla Columbia Britannica meridionale alla California centrale e verso est fino al Montana nordoccidentale ma si può trovare anche sulla costa pacifica del Cile. È coltivata a scopo medicinale in Europa e in Kenya.
Il suo habitat è quello delle vallate e fianchi di canyon, di solito in foreste di conifere, margini forestali, boschi di latifoglie, argini di torrenti, macchia costiera di salvia, ad altitudini fino a 2.000 metri.

Descrizione –
La Frangula purshiana è un grande arbusto o piccolo albero alto 4,5–10 metri, con un tronco di 20–50 cm di diametro.
La corteccia esterna è di colore da brunastro a grigio argento con chiazze chiare (spesso, in parte, dovuta a licheni) e la superficie interna della corteccia è liscia e giallastra (diventando marrone scuro con l’età e/o l’esposizione alla luce solare).
Le foglie sono semplici, caduche, alterne, raggruppate vicino alle estremità dei ramoscelli. Sono ovali, lunghe 5–15 cm e larghe 2–5 cm, con un picciolo di 0,6–2 cm; sono lucide e verdi in cima e di colore verde opaco e più pallido sotto; hanno, inoltre, minuscoli denti sui margini e vene pennate.
I fiori sono minuscoli, di 4–5 mm di diametro, con cinque petali giallo verdastri, che formano una coppa. I fiori sbocciano in grappoli a forma di ombrella, alle estremità di caratteristici peduncoli attaccati all’ascella delle foglie.
La stagione della fioritura è breve e va dall’inizio alla metà della primavera, terminando all’inizio dell’estate.
Il frutto è una drupa di 6–10 mm di diametro, inizialmente di colore rosso brillante, di colore porpora intenso o nero a maturazione rapida, contenente una polpa gialla e due o tre semi duri, lisci, verde oliva o neri.

Coltivazione –
La Frangula purshiana è una pianta che cresce allo stato spontaneo soprattutto lungo le sponde dei torrenti nelle foreste miste di latifoglie e conifere delle valli e nelle foreste montane umide.
In molte aree, l’elevata domanda di mercato per la corteccia ha portato a una raccolta eccessiva di alberi selvatici, che potrebbe aver ridotto notevolmente le popolazioni naturali.
È una pianta che nel suo areale svolge un importante ruolo ecologico in quanto è fonte di alimento di cervi muli in Oregon e alci nell’Idaho settentrionale, specialmente nei mesi invernali. Anche l’orso nero olimpico, la volpe grigia dell’Oregon, il procione e il gatto dalla coda ad anelli mangiano il fogliame di questa pianta.
Il frutto, inoltre, viene mangiato da uccelli, orsi, procioni e altri mammiferi e crea popolamenti cespugliosi che forniscono un’abbondante copertura termica e rifugio per la fauna selvatica.
È una pianta che viene anche coltivata e che, in caso di incendio, può germogliare dalla corona della radice. Dopo incendi più gravi, si ristabilisce tramite seme fuori sito a partire dal secondo anno dopo l’incendio. In genere abita in aree con regimi di incendio a intervalli da 30 a 150 anni, sebbene si trovi anche in aree con regimi di incendio di oltre 500 anni.
È una pianta moderatamente resistente al freddo, in grado di tollerare temperature fino a circa -15 °C quando è completamente dormiente.
Cresce in qualsiasi terreno ragionevolmente fertile, in posizione soleggiata o all’ombra parziale. Tuttavia le piante sono molto tolleranti all’ombra.
Questa specie è coltivata come pianta medicinale nell’America settentrionale.
La propagazione avviene per seme che va seminato meglio in autunno in un semenzaio freddo.
Il seme immagazzinato richiede da 1 a 2 mesi di stratificazione a freddo a circa 5 °C e dovrebbe essere seminato il più presto possibile all’inizio dell’anno in un serra fredda o in un semenzaio all’aperto.
Le piccole piantine vanno poi poste in vasi singoli, allevate in serra fredda e trapiantate nella tarda primavera o all’inizio dell’estate dell’anno successivo.
Si può propagare anche per talea di legno cresciuto nell’anno in corso, in autunno.

Usi e Tradizioni –
La cascara sagrada è una pianta originaria del Nord America, in particolare della California; il nome comune “cascara sagrada” significa corteccia sacra, deriva da una leggenda secondo la quale con la corteccia è stata costruita l’arca di Noè.
La Frangula purshiana era usata nella medicina tradizionale come lassativo. La corteccia essiccata e invecchiata veniva usata dalle popolazioni autoctone e dagli immigrati euroamericani come lassativo è simile ad altre preparazioni a base di erbe contenenti antrachinone.
Purtroppo l’interesse storico nell’uso della cascara ha danneggiato le popolazioni autoctone durante il 1900 a causa della raccolta eccessiva.
La corteccia si raccoglie in primavera o all’inizio dell’estate, quando si stacca facilmente dall’albero. Una volta strappata dall’albero, la corteccia deve essere stagionata per molti mesi perché la corteccia appena tagliata, seccata, provoca vomito e violenta diarrea. Questa essiccazione avviene generalmente all’ombra per preservarne il caratteristico colore giallo. Questo processo può essere accelerato semplicemente cuocendo la corteccia a bassa temperatura per diverse ore.
Nel suo libro, Major Medicinal Plants, la dottoressa Julia Morton ha suggerito di usare un dosaggio di 10–30 grani, disciolti in acqua, o 0,6–2 cc per l’estratto fluido.
James A. Duke ha suggerito un dosaggio efficace di circa 1-3 grammi (da 15 a 46 gr) di corteccia essiccata, o da 1 a 2,5 grammi (da 15 a 39 gr) di corteccia in polvere.
Tra gli altri usi si ricorda che il frutto può essere consumato anche cotto o crudo, ma ha un effetto lassativo. L’industria alimentare a volte usa la cascara come agente aromatizzante per liquori, bibite, gelati e prodotti da forno.
Il miele di Cascara è gustoso, ma leggermente lassativo. Il legno è utilizzato dalla popolazione locale per pali, legna da ardere e torneria. Viene anche piantato come ornamentale, per fornire cibo e habitat per la fauna selvatica o per prevenire l’erosione del suolo.
A causa del suo sapore amaro, la cascara può essere usata per smettere di mangiarsi le unghie applicandola sulle unghie.
Si ricorda, comunque, che data la composizione dei principi attivi, i preparati a base di Cascara sagrada devono essere utilizzati con estrema prudenza: non vanno somministrati durante il periodo della gravidanza, dell’allattamento, in caso di mestruazioni difficili e dolorose e a pazienti con un’occlusione intestinale. Infine, i frutti freschi, se consumati in eccesso, possono provocare attacchi di vomito e diarrea.
Dalla corteccia del tronco e dei rami si estraggono derivati di antrachinoni (cascarosidi, aloine, ecc.). Le sostanze chimiche che possono contribuire a un effetto lassativo sono i glicosidi idrossiantracenici, che includono i cascarosidi A, B, C e D.
La Frangula purshiana contiene circa l’8% in massa di antranoidi, di cui circa due terzi sono cascarosidi. I glicosidi idrossiantracenici possono innescare la peristalsi inibendo l’assorbimento di acqua ed elettroliti nell’intestino crasso, che aumenta il volume del contenuto intestinale, portando ad un aumento della pressione.
I glicosidi idrossiantracenici non vengono facilmente assorbiti nell’intestino tenue, ma vengono idrolizzati dalla flora intestinale in una forma che viene parzialmente assorbita nel colon.
Alcuni dei costituenti chimici presenti nella corteccia possono essere escreti dai reni. L’estratto di corteccia di cascara contiene anche emodina, che può contribuire all’effetto lassativo.

Modalità di Preparazione –
Della Frangula purshiana si utilizza la corteccia che, dopo essere stata essiccata, viene utilizzata come lassativo.
Le parti utilizzate è esclusivamente la radice del tronco e dei rami essiccata per almeno 1-2 anni.
La corteccia di Cascara ha un sapore intensamente amaro che rimarrà in bocca per ore, sopraffacendo le papille gustative.
Le preparazioni a base di Cascara sono:
– Infuso: versare un litro di acqua bollente in un recipiente di vetro o porcellana contenente 10-12 g circa di corteccia di Cascara Sagrada essiccata e sminuzzata grossolanamente, lasciare in infusione per quindici minuti, quindi colare e, se necessario, filtrare. Se ne prendono da una a tre tazze durante il corso della giornata, se il gusto è troppo sgradevole, dolcificare con un poco di miele a piacere.
– Polvere: pestare in un mortaio la quantità desiderata di corteccia essiccata e triturata fino a ottenere una polvere molto fine (conservare in un recipiente di vetro ben chiuso al riparo dall’umidità). La dose varia secondo l’azione desiderata: 0,2-0,3 g 3 volte il giorno, oppure da quattro a otto g al giorno secondo le indicazioni del caso. La polvere va presa in un’ostia, o mescolata a miele o marmellata.
– Tintura: mettere a macerare 30 g di corteccia essiccata e sminuzzata grossolanamente in 150 ml di alcool a 70°, dopo 10-12 giorni di macerazione, colare, filtrare e conservare in una bottiglietta di vetro scuro munita di contagocce. La dose consigliata è da mezzo a un cucchiaio il giorno diluito in poca acqua zuccherata tiepida o a temperatura ambiente.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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