Sitophilus granarius
Sitophilus granarius
La calandra del grano o punteruolo del grano (Sitophilus granarius, Linnaeus, 1758) è un piccolo insetto appartenente alla famiglia dei Dryophthoridae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Ramo Bilateria,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Tracheata,
Superclasse Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Endopterygota,
Superordine Oligoneoptera,
Sezione Coleopteroidea,
Ordine Coleoptera,
Sottordine Polyphaga,
Infraordine Cucujiformia,
Superfamiglia Curculionoidea,
Famiglia Dryophthoridae,
Sottofamiglia Rhynchophorinae,
Tribù Litosomini,
Genere Sitophilus,
Specie S. granarius.
Sono sinonimi i termini:
– Calandra frumentarius Stephens, 1829;
– Calandra granaria (Clairville and Schellenberg, 1798);
– Calandra laevicosta Philippi and Philippi, 1864;
– Calandra remotepunctata (Gyllenhaal, 1838);
– Calandra remotepunctatus (Gyllenhaal, 1838);
– Cordyle granarius (Thunberg, 1815);
– Curculio granarius Linnaeus, 1758;
– Curculio pulicarius Panzer, 1798;
– Curculio segetis Linnaeus, 1758;
– Curculio unicolor Marsham, 1802;
– Rhynchaenus segetis (Latreille, 1804);
– Rhynchophorus granarius (Herbst, 1795);
– Sitophilus remotepunctatus (Gyllenhaal, 1838).
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Sitophilus granarius è un coleottero cosmopolita infestante delle derrate alimentari che predilige le zone con clima temperato e freddo. Questo coleottero si trova facilmente all’interno dei depositi o magazzini di stoccaggio dei cereali.
Questo insetto causa gravi danni alle cariossidi cibandosi dei cereali infestati, sia nella fase adulta che in quella di larva e non volando, preferisce insinuarsi sotto la superficie degli alimenti infestati; inoltre ama il buio e rifugge la luce.
Morfologia –
Il Sitophilus granarius è un piccolo coleottero di circa 2,5–4,5 mm di lunghezza, con elitre di colore bruno-nerastro, con tonalità variabili chiare o scure.
Il pronoto è punteggiato, come peraltro le elitre; queste presentano una punteggiatura localizzata in solchi longitudinali.
Presenta un lungo rostro, più lungo nelle femmine che nei maschi, ed antenne rossastre genicolate.
Le ali posteriori sono assenti, per cui è incapace di volare.
Le zampe sono di colore bruno-rossastre.
Le larve hanno una tipica forma a “C” e sono lunghe 3,5–4,0 mm, di colore bianco-giallastro, con un capo di colore marrone scuro.
Attitudine e Ciclo biologico –
La calandra del grano sverna allo stadio di adulto, all’interno dei magazzini.
Le femmine, dopo aver scavato con il rostro un foro nella cariosside, depongono un uovo per ogni seme; queste nel corso dell’ovideposizione, che può durare anche alcuni mesi, depongono più di 200 uova.
Trascorse circa una-due settimane dalla deposizione delle uova esce una larva apoda che, raggiunta la maturità, sempre all’interno del seme, la larva si impupa.
Lo sviluppo larvale dura 57–71 giorni, durante i quali le larve scavano all’interno del seme, passando attraverso quattro mute; completato il quarto stadio formano una cella pupale; l’impupamento dura 5–16 giorni, al termine dei quali l’adulto fuoriesce dal seme.
Nel corso dell’anno si compiono almeno tre generazioni ma in condizioni ottimali si possono avere fino a 6 generazioni.
Ruolo Ecologico –
Il Sitophilus granarius è un insetto noto sin dai tempi degli antichi Romani come infestante dei granai.
Questo fitofago attacca vari cereali in magazzino, con particolare predilezione per il frumento, l’orzo, il mais, i ceci, ma in grado di infestare anche avena, segale, miglio e grano saraceno. Il danno si manifesta sulle cariossidi ed è determinato dagli adulti, ma soprattutto dalle larve.
Si ricorda inoltre la specie Sitophilus oryzae L., fitofago del Riso affine al S. granarius.
La prevenzione contro questo insetto si basa su alcuni criteri:
– i locali destinati a magazzino devono essere perfettamente impenetrabili dagli insetti. In questo senso sia porte che finestre devono poter essere a chiusura ermetica. Lo stesso fabbricato deve essere isolato anche nelle fondazioni, per consentire le eventuali fumigazioni di disinfestazione, anche in pressione; le finestre devono essere dotate di reti di metallo o di nylon, a maglia fine, per impedire l’ingresso degli insetti adulti.
Inoltre nei magazzini e nei locali di lavorazione possono avere efficace applicazione:
– trappole alimentari;
– trappole luminose a scarica elettrica;
– trappole sessuali, particolarmente efficaci contro i Lepidotteri. Con queste trappole si possono ottenere dei risultati diversi:
– la cattura massiva: in questo modo si diminuisce la consistenza numerica della popolazione, mediante la cattura dei maschi che non possono più compiere gli accoppiamenti;
– la cattura di monitoraggio: in questo modo si individua l’entità della popolazione e si segue il ciclo di sviluppo allo scopo di determinare la soglia di intervento. Questa consente di individuare il momento più propizio per intervenire con prodotti disinfestanti e solo quando l’entità della popolazione è tale da provocare un reale danno economico.
Per poter valutare la soglia di intervento bisogna considerare la presenza da 1 a 2 insetti per trappola a seconda del fitofago considerato.
Una volta deciso se ci sono le condizioni di superamento della soglia bisogna operare una disinfestazione che va effettuata con fumiganti o con insetticidi ad azione residuale; essa può essere fatta sia con infestazioni in atto che con i locali vuoti, a scopo preventivo.
Si ricorda che le fumigazioni devono essere effettuate da personale specializzato, previa autorizzazione della Questura, dell’A.S.L., o della Capitaneria di Porto.
Le dosi e i periodi di esposizione devono essere rigorosamente rispettati per evitare che il prodotto immagazzinato assuma odori che poi si trasmettono anche al pane e agli altri derivati.
Si può intervenire anche con insetticidi che agiscono per contatto.
L’applicazione delle dosi deve essere rigorosa per evitare l’insorgenza di fenomeni di resistenza, è inoltre opportuno alternare l’uso dei principi attivi, per ridurre questi fenomeni.
Tuttavia per evitare l’uso di insetticidi che determinano, comunque e sempre, effetti nocivi per l’ecosistema circostante e per l’uomo, attualmente la conservazione delle derrate alimentari si sta orientando sull’impiego di due nuove tecnologie: l’atmosfera controllata e la refrigerazione; queste nuove tecniche che tendono a sostituire i prodotti chimici consentono di limitare le infestazioni e di ottenere prodotti conservati senza residui chimici.
Ovviamente queste tecniche prevedono la realizzazione di ambienti appositamente costruiti e naturalmente a tenuta stagna.
Infine si ricorda che lo Sitophilus granarius è spesso parassitato dall’imenottero Anisopteromalus calandrae (Pteromalidae).
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Pollini A., 2002. Manuale di entomologia applicata. Edagricole, Bologna.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.