Riproduzione dell’Abete rosso himalayano
Riproduzione dell’Abete rosso himalayano
L’Abete rosso himalayano o peccio dell’Himalaya (Picea smithiana (Wall.) Boiss., 1884) è una pianta della famiglia delle Pinaceae, originario dell’Afghanistan (Hindu Kush), del Pakistan (Karakorum e Gilgit-Baltistan), della Cina (Tibet), del Nepal e dell’India (Himachal Pradesh, Kashmir e Uttar Pradesh).
Questa conifera cresce, nelle sue aree di origine tra i 2300 e i 3750 metri di quota, in zone caratterizzate da clima monsonico. Grazie al suo elegante portamento è una pregiata essenza ornamentale, coltivata in parchi storici e orti botanici
Habitat idoneo di riproduzione –
La Picea smithiana è una pianta che cresce tra i 2300 e i 3750 metri di quota, in zone caratterizzate da clima monsonico.
Nella parte orientale dell’areale si rinviene usualmente associato con Abies spectabilis, Pinus wallichiana e Tsuga dumosa, nella parte occidentale con Abies Pindrow e Cedrus deodara. Alle quote inferiori si rinviene anche associato a caducifoglie come Aesculus indica e specie dei generi Ulmus, Quercus, Acer e Prunus.
Propagazione –
Per la coltivazione della Picea smithiana si tenga conto che oltre a vegetare a quote elevate predilige litosuoli alpini ed in clima di tipo umido e monsonico, con abbondanti precipitazioni. Tra l’altro in inverno parte delle precipitazioni sono a carattere nevoso.
Questa pianta predilige pertanto una buona umidità alle radici. Tollera suoli poveri e torbosi e cresce bene in terreni umidi, freddi e poco profondi, ma non è molto resistente all’azione del vento nei terreni poco profondi.
Il substrato può essere anche calcareo ma preferisce un pH compreso tra 4 e 6. Non ama l’ombra, è intollerante all’inquinamento atmosferico.
Gli alberi dovrebbero essere piantati nelle loro posizioni permanenti quando sono piuttosto piccoli, tra 30 e 90 cm. Gli alberi più grandi avranno un cattivo controllo ed avranno una crescita stentata per diversi anni. Ciò influisce negativamente anche sullo sviluppo delle radici e sulla resistenza al vento.
La propagazione avviene per seme che, possibilmente, va stratificato per migliorare la germinazione; si deve pertanto seminare i semi freschi in autunno, se possibile, in un ambiente freddo. I semi già immagazzinati vanno seminati il prima possibile all’inizio dell’anno in un semenzaio freddo. Per la germinazione si consiglia di posizionare il semenzaio all’ombra leggera è probabilmente. Inoltre i semi non dovrebbero essere lasciati essiccare e dovrebbero essere conservati in un luogo fresco.
Il trapianto va effettuato quando le piantine sono abbastanza grandi da essere maneggiate e all’interno di una serra fredda per il loro primo inverno. Il trapianto definitivo va operato all’inizio dell’estate dell’anno successivo o, ancora, si possono posizionare in un vivaio all’aperto per un anno circa per aumentare le loro dimensioni. In funzione delle condizioni climatiche esterne queste piantine potrebbero aver bisogno di protezione dalle gelate primaverili.
La moltiplicazione del Picea smithiana può avvenire anche per talee di germogli terminali semimaturi, lunghi 5 – 8 cm, da effettuare in agosto. Queste vanno poi protette dal gelo e formeranno le loro radici in primavera. Si possono preparare anche talee di germogli terminali maturi, lunghi 5 – 10 cm, da impiantare in settembre/ottobre in serra fredda. La loro completa radicazione richiede circa 12 mesi.
Infine, un altro metodo di moltiplicazione agamica è quella che utilizza talee di legno da tenero a semimaturo, all’inizio dell’estate. Quest’ultimo sistema è più lento ma con buoni risultati.
Ecologia –
L’Abete rosso himalayano è una pianta che svolge un importante ruolo di riparo e rifugio per la fauna locale e viene anche utilizzato sia per la corteccia che per il legno.
La corteccia è molto resistente all’acqua e viene utilizzata anche localmente per coperture e per realizzare abbeveratoi. Inoltre si ottengono piccole quantità di resina sia dalla corteccia che dal legno. Quest’ultimo ha una consistenza da morbida a moderatamente dura. Viene utilizzato in costruzioni, casse, usi domestici, ecc. ma viene anche apprezzato per il suo utilizzo nell’industria della pasta di cellulosa per produrre carta. Inoltre è un combustibile non efficace ma produce un carbone abbastanza buono.