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Picrasma excelsa

Picrasma excelsa

La Quassia giamaicana (Picrasma excelsa (Sw.) Planch.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Simaroubaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Sapindales,
Famiglia Simaroubaceae,
Genere Picrasma,
Specie P. excelsa.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Aeschrion antillanum (Eggers) Small;
– Aeschrion excelsa (Sw.) Kuntze;
– Aeschrion excelsa var. microcarpa Krug & Urb.;
– Aeschrion medica Cuatrec.;
– Muenteria excelsa (Sw.) Walp.;
– Picraena excelsa (Sw.) Lindl.;
– Picrasma antillana (Eggers) Urb.;
– Picraena antillana Fawc. & Rendle
– Picramnia antillana (Eggers) Urb.;
– Picramnia excelsa (Sw.) Planch.;
– Picrita fraxinea Schumach.
– Quassia excelsa Sw.;
– Quassia pentandra Stokes;
– Quassia polygama Linds.;
– Rhus antillana Eggers;
– Simarouba excelsa (Sw.) DC..

Etimologia –
Il termine Picrasma deriva dal greco pikros, che significa “sapore amaro”.
L’epiteto specifico excelsa viene dal latino excelsa, eccelso, altissimo, che sopravanza.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Picrasma excelsa è una pianta originaria di un’area che va dalla parte settentrionale del Sud America all’America centrale e ai Caraibi.
La specie è presente a Cuba, Repubblica Dominicana, Haiti, Giamaica, Porto Rico, Saint Vincent e Grenadine e Venezuela.
Il suo habitat è quello dei pascoli collinari, boschi relitti e lungo i bordi delle strade, nelle foreste tropicali calcaree umide e vicino a sorgenti d’acqua ad altitudini da 90 a 825 metri.

Descrizione –
La Picrasma excelsa è un albero sempreverde che può raggiungere fino a 25 m di altezza, anche se di norma nelle foreste naturali raggiunge da 6 a 20 m.
Ha un tronco snello e una corona stretta con rami ascendenti, modellati dalla loro vicinanza ad altri alberi.
Le foglie sono grandi, lunghe da 15 a 36 cm e piumose, costituite da sette o tredici foglioline verdi strettamente ellittiche, con venature prominenti, disposte a coppie lungo la lunghezza e con una fogliolina in più sulla punta. Queste rimangono sull’albero in tutte le stagioni.
I fiori sono piccoli e insignificanti, di colore bianco verdastro, bisessuali o maschili sullo stesso albero e portati in piccoli grappoli che sorgono alla base della foglia.
L’antesi avviene nella stagione delle piogge, che coincide con l’estate all’autunno nella sua zona di origine.
I fiori fecondati producono dei frutti verdi rotondi, di circa 0,5 cm di diametro, che a maturità sono di colore quasi nero con polpa che circonda un singolo seme.

Coltivazione –
La quassia giamaicana è un albero che cresce allo stato spontaneo ed è stata usata per molte centinaia di anni dai popoli nativi come medicinale e insetticida. Il suo uso si diffuse nel mondo occidentale nel XVIII secolo ed è coltivata, principalmente per uso medico, in alcune parti del Sud America.
La pianta è minacciata dalla deforestazione e dall’eccessivo sfruttamento. È classificata come “vulnerabile” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate.
Tuttavia gli uccelli mangiano il frutto e disperdono il seme, che germina facilmente al sole o all’ombra. Ciò gli conferisce la capacità di rigenerarsi nelle foreste autoctone e può renderla una specie infestante ad alto rischio nelle aree non orginiarie.
La pianta può essere coltivata in terreni sabbioso fertili, ricchi di humus e che trattengono l’umidità.
Cresce naturalmente in climi tropicali di pianura e media altitudine da moderatamente umidi a molto umidi, generalmente in aree prive di gelate con minime annuali da 17 a 23 °C, massime annuali da 26 a 33 °C, precipitazioni annue da 1800 a 3800 mm e una stagione secca di 3 mesi o meno.
Di solito è una pianta che non viene coltivata, anche se a volte vengono messe a disposizione piantine, gratuitamente, dai dipartimenti forestali gestiti dal governo nella sua zona di origine per incoraggiare la piantagione di alberi autoctoni, in particolare quelli in via di estinzione.
La pianta si comporta al meglio su terreni calcarei con un pH da 6,0 a 8,0 e su siti con esposizione al sole da piena a parziale.
La propagazione avviene sia per seme che va seminato non appena è maturo oppure con talee semilegnose.

Usi e Tradizioni –
La Picrasma excelsa è una pianta utilizzata da tempo remoto dalle popolazioni della sua area di origine.
Il legno di questa pianta ha proprietà amare ed è stato a lungo utilizzato come agente aromatizzante dalle industrie alimentari, delle bevande e farmaceutiche.
Il legno produce, per estrazione acquosa, una sostanza amara nota come Quassina, che è circa cinquanta volte più amara del Chinino proveniente dalla Cinchona calisaya.
La pianta è stata a lungo utilizzata come agente amaricante nelle bevande analcoliche e alcoliche, comprese le bibite analcoliche a base di pompelmo e le bevande alcoliche di marca come “Campari”, l’aperitivo italiano, con il suo caratteristico sapore agrodolce e il colore rosa-rosso. Viene anche usata come agente amaro nelle marmellate ed è un sostituto del luppolo (Humulus lupulus), utilizzato nella produzione di birra.
Il legno viene raccolto quasi esclusivamente da alberi selvatici, che vengono abbattuti e il durame cippato, essiccato e insaccato per l’esportazione. È un legno giallo chiaro, leggero, con una media di circa 500 kg per metro cubo ha una buona resistenza naturale agli insetti del legno.
Le proprietà insetticide del legno lo hanno visto utilizzare in soluzioni acquose come insetticida naturale, in particolare contro gli afidi e altri insetti succhiatori. Tuttavia, non dovrebbe essere spruzzato su piante con foglie o frutti commestibili, poiché conferisce il suo sapore amaro, difficile da annullare.
Purtroppo l’eccessivo sfruttamento dell’albero, per il suo legno, ha fatto inserire questa pianta nell’ elenco delle specie vulnerabili dell’IUCN, ponendo l’attenzione sulla necessità di proteggere gli alberi selvatici rimanenti.
L’albero è considerato, infatti, anche un’importante risorsa per la fauna selvatica nella sua area nativa, nutrendo molte specie di uccelli selvatici che si cibano dei suoi frutti.
La Quassina è usata occasionalmente in preparazioni lassative.
Un tè preparato con il legno viene somministrato come tonico nelle sue zone di origine per stimolare l’appetito e aiutare la digestione.
La corteccia della Picrasma excelsa contiene diversi costituenti attivi dal punto di vista medico tra cui principi amari quassinoidi (incluso quassina); alcaloidi; una cumarina, scopoletina e vitamina B1.
Da un punto di vista medico è un’erba intensamente amara, non astringente e inodore che abbassa la febbre, stimola l’appetito e migliora la digestione.
È un efficace antiparassitario ed è reputato antileucemico.
Alcuni dei quassinoidi hanno dimostrato di avere azioni citotossiche e antileucemiche.
Il principio fortemente amaro della corteccia sostiene e rafforza i sistemi digestivi deboli, aumentando il flusso biliare e la secrezione di succhi salivari e acidi dello stomaco.
Viene utilizzato internamente nel trattamento di un’ampia gamma di malattie in cui la digestione è un fattore che contribuisce, nella debolezza da convalescenza o nelle condizioni di scarso appetito e anoressia.
La sua amarezza lo ha portato ad essere usato nel trattamento della malaria e di altre febbri.
È anche usata per liberare il corpo dai vermi nematodi.
Usato esternamente, è una buona lozione per sbarazzarsi di parassiti come i pidocchi.
Viene anche usata in un clistere per liberare il corpo da nematodi e altri parassiti.
Nell’uso di questa pianta bisogna porre comunque attenzione in quanto, quando si ingerisce, dosi eccessive possono portare a irritazione gastrica e vomito.

Modalità di Preparazione –
La corteccia della Picrasma excelsa può essere raccolta secondo necessità durante tutto l’anno e può essere essiccata per un uso successivo.
Da questa si possono ottenere vari preparati tra cui un tè che viene somministrato come tonico per stimolare l’appetito e aiutare la digestione.
Il legno produce, per estrazione acquosa la Quassina, che è circa cinquanta volte più amara del Chinino.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Foto: fonte – https://www.gbif.org/

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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