Vaccinium oxycoccos
Vaccinium oxycoccos
Il Mirtillo palustre o Mirtillo a bacche acide (Vaccinium oxycoccos L.) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Ericaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Ericales,
Famiglia Ericaceae,
Genere Vaccinium,
Specie V. oxycoccos.
Sono sinonimi i termini:
– Oxycoca vulgaris Raf.;
– Oxycoccus hagerupii Á.Löve & D.Löve;
– Oxycoccus intermedius (A.Gray) Rydb.;
– Oxycoccus microcarpus Turcz. ex Rupr.;
– Oxycoccus ovalifolius (Michx.) A.E.Porsild;
– Oxycoccus oxycoccos (L.) Adolphi
– Oxycoccus oxycoccos (L.) MacMill.;
– Oxycoccus palustris Pers.;
– Oxycoccus quadripetalus Gilib.;
– Oxycoccus quadripetalus Schinz & Thell.;
– Oxycoccus vulgaris Hill;
– Schollera europaea Steud.;
– Schollera oxycoccos (L.) Roth;
– Schollera paludosa Baumg.;
– Schollera palustris Steud.;
– Vaccinium microcarpum (Turcz. ex Rupr.) Schmalh..
Etimologia –
Il termine Vaccinium proviene da baccínium, connesso con il diminutivo di bácca bacca: che produce piccole bacche.
L’epiteto specifico oxycoccos proviene dal greco ὀξύς oxýs acido e da κόκκος cóccos nocciolo, coccola, bacca: con bacche acide.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Vaccinium oxycoccos è una specie diffusa e comune che cresce ampiamente nei climi più freschi dell’emisfero settentrionale ed diffuso in Europa settentrionale, dalla Norvegia fino alla Francia e ad est verso la Russia europea ed i Balcani, Asia del Nord, compresa la Siberia, la Cina, fino al Giappone ed alla Corea e poi nel Nord America, dalla California al Maryland.
Questa pianta è indicatrice di habitat con terreni umidi che sono a basso contenuto di azoto e con strato d’acqua elevato. È un indicatore di paludi di conifere dove cresce su torba che può essere satura per la maggior parte del tempo e su terreni acidi e basso nei nutrienti.
Descrizione –
Il Mirtillo palustre è un piccolo arbusto prostrato con steli scarsamente ramificati simili a viti che formano radici ai nodi.
La pianta cresce da una radice rizomatosa, con rizomi fino a 80 cm di lunghezza, formando nel tempo un tappeto di crescita.
Le foglie sono coriacee e lanciate, lunghe fino a 1 cm.
I fiori si formano in alto sugli steli; hanno una corolla bianca o rosa e flessa all’indietro lontano dal centro del fiore.
Il frutto è una bacca rossa che presenta delle macchie quando è giovane e misura fino a 1,2 cm in larghezza.
Coltivazione –
Il Vaccinium oxycoccos è una pianta che viene raccolta allo stato naturale per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali. A volte viene raccolto in grandi quantità che possono essere vendute commercialmente, oppure può essere coltivata nei giardini, dove può essere utilizzata come copertura del terreno.
Questa pianta richiede un terreno privo di calcare, possibilmente umido o bagnato, preferendo suoli ricchi di torba.
Dal punto di vista pedologico preferisce un terreno molto acido con un pH nell’intervallo da 4,5 a 6, in quanto le piante diventano presto clorotiche quando è presente del calcare.
Preferisce una posizione soleggiata o in ombra leggera anche se fruttifica meglio in una posizione soleggiata.
Inoltre va protetta dai venti forti ed i frutti persistono spesso sulla pianta per tutto l’inverno senza marcire.
È una pianta che ricresce dopo un incendio e tradizionalmente, le aree dove cresce il Vaccinium oxycoccos vengono date al fuoco annualmente da parte dei popoli nativi, per incoraggiare la ricrescita della pianta che prevale così su altre specie, migliorando così i rendimenti complessivi di produzione di frutti.
Le piante sono auto-fertili, ma la produzione di frutta è migliorata se si ha anche l’impollinazione incrociata.
La propagazione può avvenire per seme, con semina che va effettuata a fine inverno in una serra coprendo poco il seme.
I semi immagazzinati potrebbero richiedere un periodo fino a 3 mesi di stratificazione a freddo prima di farli germinare.
Un altro rapporto dice che è meglio seminare il seme in una serra non appena è maturo ma questo può dipendere anche dall’areale di crescita.
Quando le piante hanno raggiunto, comunque, circa 5 cm possono essere trapiantate in singoli vasi dove verranno fatte sviluppare per almeno il loro primo inverno, all’interno di una serra. Il trapianto definitivo va fatto nella primavera successiva o all’inizio dell’estate, e comunque dopo il periodo delle gelate.
La propagazione può avvenire anche per talea o per polloni.
Usi e Tradizioni –
Il Mirtillo palustre è una pianta che viene utilizzata da tempo memorabile sia per uso alimentare che per impieghi medicinali.
I frutti vengono mangiati cotti o crudi. Il frutto ha un elevato contenuto in pectina che può risultare utile per miscelarlo con frutti che hanno un basso contenuto in pectina quando si devono preparare delle marmellate.
Si ricorda che la pectina ha dimostrato di avere un ruolo prezioso nella dieta, in quanto, secondo alcune ricerche, protegge il corpo contro le radiazioni.
Dalle foglie si prepara, inoltre, un tè.
In campo medicinale, invece un’infusione della pianta è stata utilizzata per trattare casi di lieve nausea.
Il frutto è antisettico, antitumore, diuretico e febbrifugo. Va assunto soprattutto come succo, per la prevenzione e il trattamento delle infezioni del tratto urinario, la vescica neurogena, come deodorante urinario per le persone con incontinenza, prevenzione del blocco urinario. Viene anche utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2, sindrome da stanchezza cronica, ed altre patologie.
I frutti contengono antocianidine, ellagitannins, flavonoli come quercetina e kaempferolo, catechina e acidi fenolici. Altri componenti includono acido ascorbico, beta-carotene, acido clorogenico, glutatione e alfa-tocoferolo.
Il succo di mirtillo è acido, ma non acidifica l’urina come si pensava in passato.
Il frutto contiene
I mirtilli contengono Proantocianidine, note anche come tannini condensati e un composto con elevato peso molecolare che non è stato ancora identificato. Questi costituenti sembrano interferire con l’adesione batterica alle cellule epiteliali del tratto urinario. Il frutto di questa pianta, tuttavia, non sembra avere la capacità di rilasciare i batteri che sono già aderenti alle cellule epiteliali del tratto urinario.
Le prove di laboratorio suggeriscono che anche il fruttosio contenuto nei frutti potrebbe contribuire anche all’attività anti-infettiva.
Il succo del frutto ha mostrato attività antibatterica nel mezzo di coltura contro Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Klebsiella Pneumoniae, Pseudomonas Aeruginosa e Proteus Mirabilis.
I composti contenuti nel frutto potrebbero impedire anche l’adesione di Helicobacter Pylori (H. Pylori) nello stomaco.
Le prime prove dimostrano che il succo potrebbe aumentare la capacità antiossidante del plasma.
Esistono anche prove preliminari che la frazione di antocianidina contenuta nei frutti potrebbe avere un’attività anticanarogenica.
Il frutto di Vaccinium oxycoccos, oltre a molti altri frutti e verdure, contiene quantità significative di acido salicilico, che è il metabolita attivo dell’aspirina e ha effetti antinfiammatori, antipianili e antitumorali. Il succo contiene circa 7 mg di acido salicilico per litro. Bere tre porzioni da 250 ml di succo al giorno per due settimane aumenta i livelli sierici di salicilato. Aumenta anche l’escrezione di acidi salicilici e salicilici (un metabolite di acido salicilico) nelle urine.
Tra gli altri usi si sottolineano quelli agroforestali.
Le piante possono essere coltivate come copertura del terreno con una densità di circa 4 piante per m2. Le piante formano rapidamente un tappeto denso quando sono fiorenti.
Tra gli altri usi si ricorda che il succo del frutto viene usato per pulire l’argento.
Inoltre dal frutto si ottiene una tintura rossa.
Modalità di Preparazione –
Il Vaccinium oxycoccos è una pianta di cui si utilizzano in campo alimentare e medicinale sia i frutti che le foglie.
I frutti vengono consumati sia cotti che crudi.
Dalle foglie di questa pianta si prepara, inoltre, un tè, mentre per uso medicinale si può preparare una infusione della pianta che veniva utilizzata, soprattutto un tempo, per trattare casi di lieve nausea.
Del frutto si può utilizzare anche il succo mentre lo stesso è utile quando viene utilizzato insieme ad altra frutta per preparare marmellate.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.