Il PNRR per le aree interne e rurali
Il PNRR per le aree interne e rurali
Il PNRR, che fa parte del programma europeo noto come Next Generation EU, un fondo per la ripresa europea da 750 miliardi di euro (anche per questo noto come Fondo per la ripresa), deve ricoprire un ruolo determinante verso quella Transizione Ecologica che individui una Conversione Sociale ed Economica verso una reale economia Green ed in attuazione della Strategia UE sulla Biodiversità, della strategia UE del Farm to Fork e del Framework UE per la conversione energetica e la riduzione gas effetto serra.
In sintesi vanno individuate tre azioni che devono essere tra di loro integranti ed interattive e cioè: Reddito di Ruralità Responsabile, Piano Energetico Rurale e Strategia Aree Interne.
Reddito di Ruralità Responsabile
Il Reddito di Ruralità Responsabile (RRR) deve essere una misura a sostegno dei giovani imprenditori agricoli per il ritorno nelle campagne e la loro presenza ecologica attiva.
Il RRR deve prevedere in sintesi una serie di misure:
1. Reddito mensile ai giovani imprenditori che si insediano in aziende agricole per un periodo di 30 anni;
2. Finanziamento a tasso zero (garantito dallo Stato) per l’acquisto dei fondi su cui si insediano o, in alternativa, affitto dei fondi per un periodo di 99 anni con il contributo statale dell’80 %;
3. Contributo dell’80 % (con il 20 % a tasso zero da restituire in un periodo massimo di 30 anni) per la realizzazione o ristrutturazione di Fabbricati Rurali sia per la residenzialità che per i fabbisogni aziendali;
4. Obbligo della coltivazione nelle aziende condotte, oltre che delle ordinarie coltivazioni agricole, di una superficie arborata (da frutto, forestale, ecc.) pari almeno al 40 % della superficie agricola utilizzata (SAU);
5. Obbligo della realizzazione di opere parafuoco ed antincendio nelle aziende condotte e di tutti gli interventi utili di contrasto agli incendi;
6. Divieto assoluto dell’uso del fuoco nelle tecniche colturali o qualunque altra operazione aziendale.
Piano Energetico Rurale
Il Piano Energetico Rurale (PER) è una misura, che va ad affiancarsi al Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 (PNIEC) dandogli completezza e contribuendo ad una maggiore produzione di energia rinnovabile tramite Generazione Distribuita (GD).
Il PER, tenendo conto della necessità di raggiungere gli obiettivi del Framework 2030 per il clima e l’energia, deve essere realizzato seguendo i seguenti
criteri:
1. deve essere strutturato secondo il massimo criterio della Generazione Distribuita (GD), quindi con la realizzazione di numerosi piccoli impianti;
2. deve realizzarsi senza consumo di suolo, secondo quanto definito sia dall’ISPRA che dalle Direttive UE in materia;
3. deve prevedere impianti che non vadano ad incidere sul regime pluviometrico ed i tempi di corrivazione delle acque di deflusso (come avviene invece per i grandi impianti fotovoltaici), con conseguenti ricadute negative sul regime delle acque e sulla ulteriore perdita di suolo;
4. conformemente alla Farm to Fork strategy dell’UE del 2020, non deve incidere sulla già delicata questione della disponibilità di cibo e risorse per i prossimi anni, a cui Agenda 2030 dedica in particolare gli obiettivi 2, 7, 11, 12 e 15;
5. infine, e non ultima, la produzione di energie derivanti da questi piccoli impianti non deve interferire con la biodiversità, secondo quanto anche previsto dalla Direttiva UE del 2020 in materia;
L’obiettivo prioritario del PER deve essere quello, fatte salve le condizioni precedenti, di realizzare per le aziende agricole due obiettivi, che sommati tra di loro, devono tradursi in una sostanziale integrazione al reddito. In questo senso la produzione di Energia Elettrica, secondo il criterio della GD, deve divenire un ulteriore servizio da aggiungere alla multifunzionalità delle aziende agricole:
a) il primo obiettivo deve essere quello dell’autonomia energetica dell’azienda agricola;
b) il secondo obiettivo deve essere quello della conversione delle motorizzazioni verso l’elettrica, secondo quanto previsto nel Framework UE;
c) il terzo obiettivo, applicando il criterio della multifunzionalità, deve essere quello della integrazione della PLV tramite la vendita di energia elettrica con regime fiscale agricolo.
Perché l’azione per l’autonomia energetica dell’azienda agricola sia rapida ed efficace, è necessario che sia supportata da un sistema autorizzativo e procedurale molto snello, soprattutto per impianti di basse potenze e un assistenza tecnica diffusa nel territorio. Conformemente a quanto previsto col Superbonus che, ricordiamo, è un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici, si ritiene che tale misura debba estendersi alla produzione di energia elettrica e motorizzazioni elettriche in ambito rurale.
Strategia Aree Interne
La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) deve essere rivolta a promuovere l’insediamento dei giovani o delle giovani famiglie nelle due milioni di case inutilizzate in 5.627 borghi, sempre più vuoti e spopolati.
La strategia ha come obiettivo quello di stabilire un nuovo equilibrio abitativo all’interno del Paese, decongestionando le energivore medie e grandi metropoli e recuperando i piccoli centri abitati, favorendo allo stesso tempo una più capillare presenza abitativa sul territorio a favore dei principi dell’Economia Circolare e dell’Agroecologia, settori su cui attivare o velocizzare Disegni di Legge in materia.
Gli obiettivi per la Sai devono essere i seguenti:
1. Finanziamento a tasso zero (garantito dallo Stato) ai giovani o alle giovani coppie per l’acquisto o ristrutturazione di immobili presenti nei piccoli borghi o, in alternativa, affitto degli stessi per un periodo di 99 anni con il contributo statale dell’80 %;
2. Finanziamento a tasso zero (garantito dallo Stato) ai giovani che intendano aprire un’attività lavorativa con sede in uno dei piccoli borghi;
3. Premio alla nascita a fondo perduto (una tantum);
4. Sostegno spese scolastiche (fino alla scuola dell’obbligo) per i figli dei residenti nei piccoli borghi;
5. Sostegno spese di viaggio su trasporti pubblici per scuola/lavoro.
Guido Bissanti