Argyropelecus hemigymnus
Argyropelecus hemigymnus
L’ascia d’argento o pesce ascia o pesce accetta (Argyropelecus hemigymnus Cocco, 1829) è un pesce abissale appartenente alla famiglia dei Sternoptychidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Phylum Chordata,
Classe Actinopterygii,
Ordine Stomiiformes,
Famiglia Sternoptychidae,
Sottofamiglia Sternoptychinae,
Genere Argyropelecus,
Specie A. hemigymnus.
Sono sinonimi i termini:
– Argyripnus hemigymnus Cocco, 1829;
– Argyropelecus durvillei Valenciennes, 1849;
– Argyropelecus d’Urvillei Valenciennes, 1849;
– Argyropelecus heathi Gilbert, 1905;
– Argyropelecus hemigymmus Cocco, 1829;
– Argyropelecus hemigymnos Cocco, 1829;
– Argyropelecus intermedius Clarke, 1878.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ascia d’argento è un pesce diffuso nell’Oceano Atlantico e nel mar Mediterraneo, mar Adriatico compreso.
In Italia è presente in tutti i mari e nello stretto di Messina è raccolta molto spesso in superficie di notte e a volte capita che spiaggia in gran numero.
Il suo habitat è quello delle grandi profondità, fino a 3.000 m ed ha abitudini pelagiche. Inoltre, durante la notte, compie migrazioni a profondità inferiori.
Descrizione –
L’ Argyropelecus hemigymnus è un pesce dalla sagoma assolutamente inconfondibile che misura fino a 6 cm di lunghezza.
Il corpo è molto compresso, alto nella parte anteriore e sottile in quella posteriore. La testa è più alta che lunga, con occhi tubolari diretti in alto e narici piccole.
Le squame sono difficilmente osservabili, forse perché estremamente sottili e caduche. I fotofori, presenti su ogni lato del corpo, sono complessivamente cinquanta, di cui sul capo uno anteorbitario, uno pre-opercolare, due opercolari e sei branchiostegali.
Ha una bocca grande, tagliata obliquamente e quasi verticale e sui bordi di ambedue le mascelle esiste una serie di denti piccoli e a forma di gancio. Altre corte serie di denti si trovano sui palatini.
All’angolo del pre-opercolo sono presenti due spine, una diretta indietro e una obliquamente in basso e indietro.
La pinna dorsale (di 8-9 raggi) è preceduta dalla lamina ossea dei pterigofori (serie di raggi spiniformi ossei). Posteriormente alla dorsale a raggi molli vi è una pinna adiposa trasparente, bassa e lunga. L’anale (11-12 raggi) si origina in corrispondenza del termine della dorsale. La caudale (19-10 +10+9+5 raggi) è abbastanza ampia e bilobata; le pettorali (10-11 raggi) sono lunghe e oltrepassano la base delle ventrali, le quali sono ridotte e con 6 raggi.
Quando questo pesce è in vita è ricoperto nella parte anteriore del corpo e nella zona suborbitale da una sottilissima pellicola argentea, che si asporta facilmente.
Gli organi luminosi di giorno brillano più o meno intensamente di luce rosso-vinosa con tendenza al violetto, che persiste anche per diversi giorni dopo la morte dell’animale. Di notte la luminosità è sostituita da una fosforescenza verdastra, che sparisce subito con la morte dell’animale.
Biologia –
L’ Argyropelecus hemigymnus raggiunge la maturazione sessuale quando ha una lunghezza di circa 22 mm e i maschi adulti hanno organi olfattivi più sviluppati rispetto alle femmine, cioè la specie è sessualmente dimorfica.
La maturità sessuale dura tutto l’anno. Infatti si riproduce tutto l’anno, con un massimo in primavera.
Le uova sono galleggianti e se ne schiude una larva che assume l’aspetto tipico dell’adulto, con una dimensione di circa 7 mm di lunghezza.
Ruolo Ecologico –
L’ascia d’argento è un pesce che si nutre di organismi dello zooplancton, soprattutto crostacei ed in particolare di ostracodi e copepodi.
Come molti altri pesci abissali questa specie si può trovare spiaggiata su alcune coste come nello Stretto di Messina. Questi spiaggiamenti permisero nel XIX secolo di studiare la fauna abissale quando ancora non erano possibili le spedizioni oceanografiche.
Secondo la IUCN Red List la specie è valutata a Minor Preoccupazione (LC) per la sua ampia distribuzione e perché non vi è evidenza di declino né di minacce specifiche.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Louisy P., 2016. Guida all’identificazione dei pesci marini d’Europa e del Mediterraneo. Il Castello Editore, Milano.
– Nikiforos G., 2008. Fauna del Mediterraneo. Giunti Editore, Firenze.