Clima boreale delle foreste
Clima boreale delle foreste
Con il termine di clima boreale delle foreste o clima boreale con estate calda si intende un clima boreale con inverni freddissimi, che possono durare fino a otto mesi, e con estati brevi e relativamente calde (in alcune zone caratterizzate da un tipo climatico continentale estremo si possono toccare i 22 °C di temperatura media di luglio).
Il clima boreale delle foreste, nella classificazione dei climi di Köppen è indicato con la sigla: Df.
Nel clima boreale delle foreste non vi è una vera stagione secca e le precipitazioni, poco abbondanti, sono distribuite durante tutto l’anno, ma maggiormente durante l’estate. Non esiste una vera e propria linea di demarcazione netta con il clima temperato umido, del quale costituisce la continuazione a latitudini superiori e nelle zone più lontane dal mare.
Nel clima boreale delle foreste la vegetazione è costituita da foreste di latifoglie decidue capace di sopportare le basse temperature come le betulle. Nelle zone dove il clima è meno rigido si possono incontrare anche piante da clima temperato come faggi, querce e pioppi, ma, nelle zone più fredde, fa la sua comparsa la grande foresta di conifere, la taiga.
La vegetazione è quindi dominata dalla Foresta Boreale che costituisce una delle zone più grandi del mondo ricoperta di densa e ininterrotta vegetazione arborea. Si tratta di un’immensa fascia di conifere che dalla Scandinavia, attraverso la Russia, raggiunge il Giappone copre tutta la larghezza del Canada fino al Pacifico e si estende lungo le catene montuose delle Montagne Rocciose in America e nelle Alpi del continente Europeo. Un’area di quasi 2000 milioni di ettari.
Le conifere sono le gli alberi che meglio si adattano al clima del Nord, abeti rossi e bianchi, larici e pini. Destinati a vivere in un clima rigido gli alberi hanno le foglie a forma di aghi e ricoperte di una sostanza cerosa per ridurre la perdita d’acqua e la spessa corteccia protegge il tronco dal gelo. Le conifere sono eccezionali deflettori del vento e la parte interna della foresta rimane al riparo durante le violente bufere di neve e vento. Altri tipi di piante crescono dove un corso d’acqua o un acquitrino hanno dato origine a radure soleggiate. Qui troviamo salici, ontani e arbusti di lamponi selvatici fonte di cibo per molti abitanti delle foreste boreali. In queste radure crescono i pioppi tremuli e spesso la betulla bianca e pendula.
Nei tratti più settentrionali della taiga gli abeti e larici lasciano il posto alla betulla tortuosa, i cui rami contorti dal vento gelido sono più adatti a resistere alle basse temperature.
Nelle frequenti radure e zone umide della taiga, troviamo paludi, stagni e torbiere. Le torbiere sono caratterizzate da abbondanza di acqua a bassa temperatura e sono diffuse soprattutto alle alte latitudini, poiché sono proprio il freddo e l’umido a favorirne la formazione. Qui si sviluppa una vegetazione prevalentemente erbacea tipica come muschi e graminacee.
Infine, il sottobosco delle foreste boreali, che risulta assai povero, a causa della poca luce che vi filtra e di un letto di aghi che impedisce la germinazione dei semi. questo si presenta discontinuo e scarso. Le sole piante che riescono a vegetare sono le felci, muschi, licheni e ericacee. I funghi invece trovano un ambiente particolarmente adatto alla loro crescita grazie ai frammenti di aghi, rami e altro materiale morto caduto sul terreno oltre al polline che le conifere rilasciano in primavera.