Parco nazionale degli Arches
Parco nazionale degli Arches
Il parco nazionale degli Arches, il cui Codice WDPA è: 996 è un parco degli Stati Uniti situato nello Stato dello Utah, con una Superficie a terra di 30.900 Ha.
Questo parco è stato istituito con Atto del Congresso il 12-04-1929 ed è gestito come gli altri parchi degli Stati Uniti dal National Park Service.
Geografia –
Il parco nazionale degli Arches si trova nei pressi di Moab, nello Utah ed un’altitudine che varia tra i 1723 m e i 1245 m. questo parco in origine era stato designato come monumento nazionale e poi convertito in parco nazionale il 12 novembre 1971.
Geologia –
Il parco nazionale degli Arches è situato su un letto salino sotterraneo chiamato Bacino Paradox, responsabile della formazione di archi, spirali, rocce in equilibrio, pinne di arenaria e monoliti erosi. Si tratta di una zona che raggiunge uno spessore di alcune centinaia di metri e che si è formata per deposito più di 300 milioni di anni fa quando un mare sommerse la regione e probabilmente evaporò. Per milioni di anni i residui delle alluvioni, i venti e gli oceani che si formarono e scomparvero ricoprirono questa formazione. I detriti furono compressi e diventarono roccia, raggiungendo uno spessore di oltre 1,5 km.
Il sale sotto pressione non è stabile e il letto salino, sottoposto all’enorme pressione di detriti che lo sovrastavano, si spostò, si liquefece e si riposizionò spingendo gli strati di roccia sovrastanti verso l’alto (come cupole) e intere sezioni sprofondarono come cavità.
Successivamente le profonde fratture nella terra resero la superficie ancora più instabile, portando alla formazione di faglie che hanno contribuito allo sviluppo degli archi (tra cui il Landscape Arch, il Delicate Arch e il Double Arch). Lo spostamento del sottosuolo salino ha modellato la superficie e l’erosione ha scoperto gli strati di roccia più giovane. Le maggiori formazioni odierne sono l’Entrada Sandstone dal colore salmone la cui arenaria costituisce la maggior parte degli archi, e la Navajo Sandstone dal colore giallo pallido.
In un secondo momento l’acqua filtrò attraverso le crepe superficiali, le giunzioni e le cavità. Il ghiaccio formatosi nelle fenditure, espandendo e premendo sulla roccia, la fece esplodere in frammenti. Il vento successivamente eliminò questi detriti lasciando delle pinne scoperte, sottili muri isolati di arenaria. Gli agenti atmosferici aggredirono poi queste pinne erodendo la roccia. Molte di queste si frantumarono, altre più resistenti sopravvissero nonostante le sezioni mancanti. Queste ultime diventarono archi.
Clima –
Il parco nazionale degli Arches è caratterizzato da un clima della regione desertica in altura con elevate escursioni termiche, che possono anche superare i 20 °C al giorno.
In quest’area le stagioni temperate sono la primavera (aprile-maggio) e l’autunno (metà settembre-ottobre) quando le temperature medie massime di giorno variano fra i 15 °C e i 26 °C e le minime tra 0 °C e i 10 °C.
Le temperature estive possono superare i 37 °C e a fine estate i violenti temporali creano inondazioni. L’inverno è freddo con temperature medie massime tra 0 °C e i 10 °C e temperature medie minime tra -17 °C e i -7 °C, le nevicate sono però rare se non nelle vicine montagne e anche una piccola nevicata o formazione di ghiaccio può rendere impraticabili i sentieri.
Flora –
La vegetazione del parco nazionale degli Arches è quella tipica delle zone desertiche. Qui troviamo arbusti quali l’Ephedra viridis, anche conosciuto come il Tè dei Mormoni, che contiene efedrina e che veniva usata per decongestionare il naso o come uno stimolante in alternativa alla caffeina. Il Coleogyne ramosissima è un importante alimento invernale per i bighorn nonostante sia spinoso e l’Atriplex canescens. Il Celtis reticulata, l’acero americano (Acer negundo), l’olivello di Boemia (Eleagnus angustifoglia) e il pioppo di Freemont (Populus fremontii) crescono nell’area del parco. L’olivello di Boemia non è originaria della zona ma ha soppiantato specie di alberi natii e ha alterato lo sviluppo ambientale.
Nel parco nazionale degli Arches troviamo, inoltre, diverse specie di pino ed il ginepro dello Utah (Juniperus osteosperma) che sono diffusi in gran parte dell’area. Questi alberi crescono a gruppi e dominano il paesaggio asciutto e roccioso ad altitudini che vanno dai 1300 e i 1900 metri. Man mano che l’altitudine decresce, gli alberi diventano più radi e il ginepro prende il sopravvento a causa della sua maggiore resistenza all’ambiente arido. Le varie specie di Pinus che crescono in quest’area hanno il tronco contorto, la corteccia è rossastra e sono caratterizzati da una crescita molto lenta: alberi con un diametro di 10–15 cm e alti 3 m possono avere dagli 80 ai 200 anni. L’apparato radicale di questi alberi è particolarmente esteso e facilmente raggiunge le dimensioni dell’albero. Le pigne contengono semi gustosi e ricchi di proteine e fornivano un’importante fonte alimentare per i nativi americani. Il ginepro dello Utah è il classico albero del deserto, il suo essere contorto e i tanti rami secchi sottolineano la durezza delle condizioni di vita nell’ambiente arido. In assenza di umidità il ginepro interrompe il flusso di linfa nei rami più esterni per aumentare le probabilità di sopravvivenza. Altri adattamenti di questa pianta che le permettono di sopravvivere negli ambienti aridi sono le foglie squamate e i semi cerati.
Fauna –
Il parco nazionale degli Arches, anche se apparentemente desolato e desertico. È popolato da molte specie di uccelli, lucertole e roditori.
In tal senso gli animali del deserto hanno una serie di adattamenti che li rendono idonei a sopravvivere alle alte temperature e alla bassa umidità di questo ambiente. Molti sono notturni, questo è un adattamento sia alle alte temperature che alla predazione. Tra gli animali notturni possiamo citare il ratto canguro, il ratto dei boschi, la moffetta comune, il procione, la volpe grigia, la Vulpes macrotis, la lince rossa, il puma varie specie di pipistrelli e di rapaci notturni.
Alcuni animali sono notturni mentre altri crepuscolari. Tra gli animali crepuscolari possiamo citare il cervo mulo, il coyote, il porcospino, il coniglio del deserto, la lepre californiana.
Altri animali sono principalmente attivi durante il giorno, come ad esempio lo Spermophilus variegatus, l’Ammospermophilus leucurus, il Neotamia rufus, lucertole, serpenti, falchi e aquile. Molti animali sono attivi all’interno di una gamma di temperature, per cui cambiano le loro abitudini a seconda della stagione. Serpenti e lucertole vanno in uno stato di inattività durante l’inverno, sono attivi durante il giorno in primavera e all’inizio dell’autunno e diventano crepuscolari in piena estate. Insieme ai cactus e alle dune di sabbia, i rettili sono uno dei simboli del deserto. Gli unici rettili presenti all’interno del parco sono serpenti e lucertole, animali molto importanti per l’ecosistema di quest’ambiente in quanto regolano le popolazioni di insetti e roditori e sono a loro volta prede di uccelli e mammiferi.
Tutti i rettili sono a sangue freddo o ectotermi, cioè la loro temperatura corporea è regolata da quella dell’ambiente esterno e non dal metabolismo. Non avendo sistemi di dispersione del calore, non possono comunque resistere a lungo a temperature estremamente alte e non possono neppure sopravvivere a temperature sotto lo zero. Quando fa freddo i rettili vanno in ibernazione o entrano in uno stato di torpore letargico, il cibo accumulato come grasso nella coda aiuta le lucertole a sopravvivere a lunghi periodi di inattività, per cui perdere la coda potrebbe mettere a rischio la loro vita. Durante l’estate è molto facile vedere le lucertole, dopo gli uccelli questi rettili sono gli animali più attivi durante il giorno. Sono normalmente visibili mentre si scaldano sulle rocce o mentre cacciano e inseguono insetti.
Ma gli animali più facili da individuare all’interno del parco nazionale degli Arches sono gli uccelli.
Tra questi, anche nei giorni più caldi, si può osservare l’avvoltoio collorosso e il rondone golabianca che volano in circolo sopra le formazioni rocciose. In inverno lo Junco hyemalis e il passero capobianco vanno alla ricerca di cibo tra gli alberi e gli arbusti. Anche se il parco non può essere considerato il paradiso dei birdwatchers, sono state avvistate 273 specie di uccelli tra migratori e stanziali. Questa diversità di specie è dovuta agli habitat ripariani del fiume Colorado e del torrente Courthouse. Nel deserto, la vita degli animali tende a concentrarsi in queste aree grazie all’abbondanza di cibo, acqua e ripari. In primavera ed estate, è possibile ascoltare il canto di molti uccelli al mattino, tra cui il beccogrosso blu, la parulea pettogiallo, il toui orientale, lo scricciolo dei canyon. Si può inoltre vedere l’airone azzurro maggiore cacciare piccoli pesci in acque poco profonde, mentre lo sparviero di Cooper volteggia tra gli alberi della riva. Molti uccelli preferiscono l’altura dove sono dominanti erba, arbusti e alberi di piccole dimensioni.
Gli anfibi sono l’ultima cosa che si pensa possa vivere nel deserto, ciò nonostante il parco ospita una certa varietà di rane come la rana toro e la rana leopardo e la Hyla arenicola, rospi come il Bufo punctatus e il Bufo woodhousei, e una specie di salamandra l’Ambystoma tigrinum. Una conferma di queste presenze è offerta dall’incredibile spettacolo del canto dei rospi che riempie il canyon a volte anche per ore. Gli anfibi sono animali la cui vita è distinta in due fasi, una larvale acquatica e una adulta terrestre.
Guido Bissanti