Gymnura altavela
Gymnura altavela
L’ altavela (Gymnura altavela, Linnaeus, 1758) è un pesce appartenente alla famiglia dei Gymnuridae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Phylum Chordata,
Subphylum Vertebrata,
Classe Chondrichthyes,
Sottoclasse Elasmobranchii,
Ordine Myliobatiformes,
Famiglia Gymnuridae,
Genere Gymnura,
Specie G. altavela.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Pteroplatea binotata Lunel, 1879;
– Pteroplatea canariensis Valenciennes, 1843;
– Pteroplatea vaillantii Rochebrune, 1880;
– Pteroplatea valenciennii Duméril, 1865;
– Raja altavela Linnaeus, 1758;
– Raja maclura Lesueur, 1817.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ altavela è una specie con una distribuzione irregolare e discontinua nelle acque atlantiche tropicali e temperato-calde. Nell’Atlantico occidentale si trova dal Massachusetts, Stati Uniti, alla provincia di Buenos Aires, in Argentina; è raro nel Golfo del Messico e comune nelle foci dei torrenti di marea lungo la costa della Virginia. Nell’Atlantico orientale, si trova dal Portogallo ad Ambriz, in Angola, compreso il Mar Mediterraneo, il Mar Nero, Madeira e le Isole Canarie.
Nel Mediterraneo la sua presenza, un tempo, era segnalata in tutto il bacino, compreso il mar Nero, mentre al giorno d’oggi è ristretta al bacino meridionale.
Nei mari italiani è segnalata in Liguria, Lazio, Napoli e la Sicilia, ma rara ovunque. Rarissima nell’Adriatico.
Il suo habitat è quello delle acque salmastre e costiere poco profonde su substrati sabbiosi o fangosi, a una profondità di 5-100 m.
È un raggio di azione che nel complesso è raro ma può essere localmente abbondante in habitat adatti.
Gli individui possono segregarsi per sesso, con le femmine che di solito rimangono in acque più profonde ma si spostano verso la costa per riprodursi.
Descrizione –
La Gymnura altavela è un pesce che si riconosce per il grande sviluppo delle sue ali. Il disco è molto largo (più del doppio della sua altezza) a forma di rombo. I margini anteriori sono leggermente sinuosi negli adulti e maggiormente nei giovani, mentre quelli posteriori sono quasi rettilinei; gli apici sono arrotondati. Il rostro è poco pronunciato e appena sporgente. La pelle è completamente liscia, tranne che nei giovani.
Presenta una bocca piccola, stretta e quasi rettilinea, con un lembo di pelle sulla mascella superiore. I denti sono piccoli, muniti di cuspidi appuntite e disposti in serie. Nella mascella superiore vi sono 98-138 denti in serie e nella mascella inferiore 78-110. In entrambe le mascelle vi sono 10-12 righe di denti funzionali.
Dal margine interno posteriore si dipartono degli spiracoli dei processi tentacolari rivolti all’indietro.
Questo pesce non possiede pinne dorsale, anale e caudale. Le pinne pelviche sono quadrangolari con angolo esterno arrotondato. La coda è relativamente corta (circa un quarto la lunghezza del disco) e sottile, depressa dorso-ventralmente; sulla parte dorsale, vicine alla base, ha 1-2 robuste spine seghettate. Le pliche dorsale e ventrale sono molto basse e si distendono per tutta la lunghezza della coda.
Il dorso varia dal grigio sabbia al bruno più o meno scuro, marmorizzato da punti scuri e chiari e macchie ocellari dai contorni non molto definiti. Il lato ventrale è bianco candido (a volte crema o leggermente rosato) e così anche la parte ventrale della coda.
Biologia –
La Gymnura altavela è una specie ovovivipara sprovvista di placenta: le uova si schiudono all’interno dell’utero, dove prosegue lo sviluppo embrionale, durante il quale il sostentamento viene fornito direttamente dalle componenti del fluido intrauterino.
La riproduzione avviene una volta l’anno, e dopo una gestazione di circa 6 (9) mesi partorisce 2-7 embrioni, che al termine del loro sviluppo uterino sono già muniti della spina codale e misurano tra i 38 e i 44 cm. Le femmine maturano più tardi dei maschi.
Ruolo Ecologico –
La Gymnura altavela è una specie bentonica che vive su fondi sabbiosi e fangosi, da 5 (2) a 100 (60) m. questo pesce nuota molto velocemente battendo le grandi pettorali. Le pinne dorsali e ventrali sono molto basse.
Nell’Atlantico occidentale si nutre di pesci, tra cui Leiognathus e piccoli squali, e calamari. Al largo della Tunisia, si nutre di crostacei, teleostei, cefalopodi, lamellibranchi e gasteropodi, in ordine decrescente di importanza. Sembra che i pesci teleostei diventino più importanti nella dieta della razza con l’aumentare delle dimensioni. Predatore attivo, si avvicina lentamente a una preda prima di girarci sopra rapidamente e colpirla con il bordo anteriore di una delle sue pinne pettorali. Questo comportamento probabilmente serve a stordire la preda prima della cattura, poiché le pinne pettorali di questo pesce contengono un’alta percentuale di muscoli rossi e possono fornire colpi con una forza notevole.
La Gymnura altavela, a sua volta, è preda di altre specie. I potenziali predatori includono pesci più grandi come il grande martello (Sphyrna mokarran) e mammiferi marini. Nell’Atlantico nordoccidentale, l’esaurimento di sette grandi specie di squali da parte della pesca commerciale ha portato ad un aumento della popolazione della Gymnura altavela e di altri predatori di medio livello.
I parassiti noti di questa specie includono le tenie Anthobothrium altavelae e Pterobothrioides petterae e il parassita branchiale Heteronchocotyle gymnurae.
Le carni della Gymnura altavela sono commestibili, apprezzate solo localmente. Viene pescata soprattutto nelle aree meridionali del Mediterraneo e sulle coste del Brasile. Pur non essendo una specie facilmente adattabile alla vita in cattività, si è riusciti a farla ambientare in alcuni acquari di grandi dimensioni.
Raggiunge i 60 kg e i 4 m come larghezza massima del disco e 2.85 m come lunghezza totale (comunemente è tra i 100 e 200 cm); nei mari italiani raggiunge larghezze di 80/100 cm. Le femmine mature, normalmente sono più grandi dei maschi. Normalmente non sono pericolosi per l’uomo, però la puntura delle sue spine è molto dolorosa.
Frequenta abitualmente fondali sabbiosi o melmosi, dove può proteggersi più facilmente, seppellendosi e lasciando sporgere fuori solo gli occhi ed i due spiracoli. La caratteristica impronta lasciata dal corpo può essere osservata anche molto tempo dopo il suo spostamento. Malgrado la presenza di spine velenifere, non è considerata pericolosa per l’uomo.
Per quanto concerne il suo stato di conservazione, il basso tasso di riproduzione e la pressione dovuta alla pesca hanno inciso sensibilmente su questa specie, che è stata inserita nella lista IUCN tra le specie vulnerabili (VU). In particolare in tutto il Mediterraneo ed in Brasile, dove una volta era segnalata con frequenza, è diventata decisamente rara, tanto che il suo status locale è stato elevato a critico (CR).
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Louisy P., 2016. Guida all’identificazione dei pesci marini d’Europa e del Mediterraneo. Il Castello Editore, Milano.
– Nikiforos G., 2008. Fauna del Mediterraneo. Giunti Editore, Firenze.