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Delia radicum

Delia radicum

La mosca del cavolfiore (Delia radicum Linnaeus, 1758) è un dittero appartenente alla famiglia degli Anthomyiidae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Phylum Arthropoda,
Subphylum Tracheata,
Superclasse Hexapoda,
Classe Insecta,
Sottoclasse Pterygota,
Coorte Endopterygota,
Superordine Oligoneoptera,
Sezione Panorpoidea,
Ordine Diptera,
Sottordine Brachycera,
Coorte Cyclorrhapha,
Sezione Schizophora,
Sottosezione Calyptratae,
Superfamiglia Muscoidea,
Famiglia Anthomyiidae,
Sottofamiglia Anthomyiinae,
Tribù Hydrophoriini,
Genere Delia,
Specie D. radicum.
Sono sinonimi i termini:
– Musca radicum Linnaeus, 1758;
– Anthomyia brassicae Wiedemann, 1817;
– Chortophila floccosa Macquart, 1835;
– Chortophila frontalis Macquart, 1835;
– Aricia villipes Zetterstedt, 1845;
– Chortophila appendiculata Bigot, 1885;
– Anthomyia detergens Pandellé, 1900;
– Anthomyia stimulea Pandellé, 1900.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La mosca del cavolfiore è una delle avversità più importanti dei cavoli e delle altre crucifere, di origine europea, dove si trova praticamente su tutto il territorio, che però, da oltre 2 secoli, è diffusa anche in tutto il Nord America.
Questo dittero vive a spese di crucifere, soprattutto più giovani, sia coltivate che spontanee e infesta soprattutto le diverse specie di cavolo, il ravanello e la rapa.

Morfologia –
La mosca del cavolfiore è un piccolo Dittero di circa 5-6 mm di lunghezza, con una livrea grigia con bande longitudinali, sul torace e sull’addome, più scure.
La larva è lunga circa 8 mm ed è di colore bianco, termina posteriormente con una serie di protuberanze disposte ad anello.
Le uova sono bianche e hanno un diametro di circa 1 mm.

Attitudine e Ciclo biologico –
La Mosca del cavolfiore sverna come pupa nel terreno a qualche centimetro di profondità. Nel periodo primaverile, quando le temperature raggiungono gli 8-9 °C, intorno al periodo di fine marzo – aprile, si ha lo sfarfallamento degli gli adulti che si accoppiano e, successivamente, le femmine ovidepongono in prossimità del colletto delle piante.
Le larve nasceranno dopo circa due settimane e queste attaccano immediatamente le piante, vi penetrano e vivono al loro interno fino alla maturità.
Nella seconda metà di maggio possono comparire gli adulti della 2a generazione che danno origine alle larve di seconda generazione, alle quali segue una 3a generazione e, in condizioni climatiche favorevoli, anche una 4a generazione.
Gli adulti si nutrono di nettare e sono attratti dalle piante di crucifere. Le femmine vivono solo 12-15 giorni e, con temperature favorevoli attorno a 20 °C possono deporre fino a 100-150 uova al colletto delle piante divise in gruppi di 20. Fortunatamente la mortalità naturale delle uova e delle larve neonate è molto elevata.
Le larve, appena nate, invece tendono ad interrarsi, penetrando nelle radici dei cavoli e scavandovi delle gallerie nelle parti più tenere, azione che porta alla progressiva distruzione delle radici. In seguito la pianta deperisce fino a seccarsi anche per la successiva comparsa di marciumi radicali.
Gli attacchi più gravi si hanno in primavera ma anche le coltivazioni autunnali sono soggette agli attacchi della mosca. I danni sono causati dalle larve che, pur se presenti in tutte le fasi sono più gravi all’emergenza dopo la semina o dopo il trapianto in primavera e autunno.
Questa mosca, in funzione della latitudine può compiere da una (nelle aree più settentrionali d’Europa o del Nord America) fino a quattro nelle aree più meridionali.

Ruolo Ecologico –
Gli adulti di Delia radicum si nutrono di nettare, soprattutto delle crucifere, mentre le larve svolgono azione trofica a carico dei loro tessuti.
Per le colture agrarie il danno si manifesta sulle radici, al colletto e, a volte, nei piccioli delle foglie ed è determinato dall’attività trofica delle larve; queste si nutrono penetrando al colletto e scavando gallerie nelle radici e nei piccioli fogliari.
I tessuti colpiti dalle larve di questa mosca sono soggetti a marcescenza, il fogliame ingiallisce e lo sviluppo della pianta è stentato; in caso di forti infestazioni l’intera pianta soccombe.
Gli interventi di contenimento contro questo dittero devono essere indirizzati verso l’applicazione di tecniche agronomiche ed agro ecologiche.
La lotta agronomica consiste essenzialmente nella distruzione dei residui della vegetazione, dopo la raccolta, e nel controllo delle Crucifere spontanee vicino ai coltivi.
Le pratiche agro ecologiche vanno indirizzate verso l’aumento delle rotazioni e delle consociazioni colturali.
La lotta chimica deve essere l’ultima spiaggia, ma quasi sempre si rende necessaria per errori nelle pratiche agronomiche ed agro ecologiche e viene effettuata con due modalità:
Geodisinfestazioni con prodotti granulari a base di Fosforganici;
Irrorazioni effettuate alla base delle piante, dopo il superamento della crisi di trapianto, con appositi insetticidi; si ricorda però che questo rimedio va ponderato in funzione dei maggiori squilibri che ciò comporta nei riguardi delle biocenosi di altri organismi come insetti, talpe ed altri mammiferi o uccelli.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.




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