Alimurgico
Alimurgico
Con il termine alimurgico ci si riferisce ad una qualifica relativa alle piante commestibili che crescono spontaneamente in ambienti naturali.
L’alimurgia è, pertanto, la scienza che riconosce la capacità nutrizionale di determinate piante selvatiche che sono quindi edibili e, secondo una concezione strettamente produttiva, utilizzabili in tempi di carestie o semplicemente per scopi salutistici.
Le piante alimurgiche sono quindi quelle piante che sono commestibili, e perciò prive di sostanze velenose o comunque dannose per l’organismo.
Il termine alimurgia fu coniato, per la prima volta, dal medico e naturalista fiorentino Giovanni Targioni-Tozzetti (1712-1783) ed il termine è citato nel trattato De alimenti urgentia (1767), opera che trattava la possibilità di far fronte alle carestie, ricorrendo all’uso dei prodotti spontanei della terra e principalmente delle verdure.
Attualmente il termine alimurgico o fitoalimurgico qualifica piante commestibili che crescono spontaneamente in ambienti naturali.
Nell’alimurgia le parti commestibili (o edùli) di una pianta possono essere diverse: foglie, fusto, germogli, fiori, radici, tuberi, bulbi e bacche.