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Drosera intermedia

Drosera intermedia

La Drosera intermedia (Drosera intermedia Dreves & Hayne) è una pianta carnivora appartenente alla famiglia delle Droseraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Caryophyllales,
Famiglia Droseraceae,
Genere Drosera,
Specie D. anglica.
È sinonimo il termine:
– Drosera intermedia Hayne.

Etimologia –
Il termine Drosera proviene dal greco δροσερός droserós rugiadoso, che presenta delle goccioline.
L’epiteto specifico intermedia viene da intermedio, a metà fra due estremi, riferito al colore, taglia, forma o altre caratteristiche.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Drosera intermedia è una pianta diffusa in un vasto areale che comprende: Europa, Nord America, Cuba e Sud America.
I tipi cubano e sudamericano sono tropicali e non formano gli hibernacula in inverno.
Il suo habitat è quello delle torbiere a sfagni, in substrati con pH inferiore a 5, e dei margini di paludi e acquitrini con acque acide, da 100 a 1000 m circa.
In Italia è una delle poche piante insettivore della flora peninsulare: vive su substrati molto acidi e poveri di nutrienti, che si procura digerendo i piccoli insetti che rimangono invischiati sulle ghiandole fogliari.

Descrizione –
La Drosera intermedia è una pianta erbacea perenne, carnivora, alta circa 10 cm.
Le foglie sono spatolate e disposte a rosetta semi-eretta. Le lamine delle foglie sono fittamente coperte di ghiandole mucillaginose provviste di stelo che secernono un nettare zuccherino per attirare gli insetti che, poi, rimangono intrappolati a causa della mucillagine e, a meno che non siano abbastanza forti per scappare, vengono soffocati da una sostanza vischiosa o muoiono per sfinimento.
La pianta, quindi, secerne enzimi digestivi dalle ghiandole sessili e dopo assorbe la soluzione nutritiva risultante per integrare la scarsa nutrizione minerale che offre l’ambiente caratteristico della pianta.
La pianta fiorisce da giugno fino ad agosto compreso, formando infiorescenze alte fino ai 15 cm, che danno da 3 a 8 fiori bianchi. Gli ovari fecondati si gonfiano fino a formare delle capsule deiscenti a forma d’uovo, che contengono e poi generano numerosi semi minuscoli.
Nelle zone temperate, nel periodo invernale, va in stasi vegetativa (dormienza), durante la quale forma una gemma invernale chiamata hibernacula.

Coltivazione –
La Drosera intermedia preferisce vivere in suoli poveri di nutrienti ed in ambienti molto assolati.
Infatti la sua particolarità è quella di vegetare in terreni molto umidi e acquitrinosi, a volte la troviamo addirittura semisommersa da acque stagnanti.
Pur essendo una carnivora piuttosto rara, la sua coltivazione è estremamente semplice per la caratteristica di pianta assai robusta.
Durante l’inverno infatti può resistere addirittura a temperature che sfiorano i – 20°, in questi casi l’unica accortezza è quella di ripararla sotto ad un telo.
La Drosera intermedia ama tantissima luce ma non sopporta i raggi solari diretti, specialmente nelle ore più calde della stagione estiva.
Per quanto riguarda le annaffiature bisogna utilizzare sempre il sottovaso ricolmo d’acqua durante il periodo vegetativo.
L’umidità deve essere compresa tra il 60% e 80%.
Per il rinvaso utilizzare un composto di torba e perlite in quantità uguale.

Usi e Tradizioni –
L’uso storico della drosera è simile al suo uso nella moderna erboristeria. Nel 1685, Johann Schroder scrisse nel suo libro The Apothecary or a Treasure Chest of Valuable Medicines, che la drosera era un’erba benefica che “cura i disturbi polmonari e la tosse”. Il tè alla drosera è stato specificamente raccomandato in Europa dagli erboristi per tosse secca, bronchite, pertosse, asma e “crampi bronchiali”.
Le persone prendono la drosera per vari problemi respiratori tra cui bronchite, asma, pertosse, cancro e molte altre condizioni, ma, ad oggi, non ci sono prove specifiche sufficienti a supporto di questi usi.
La drosera contiene sostanze chimiche che hanno effetti antinfiammatori. Potrebbe anche ridurre gli spasmi.

Modalità di Preparazione –
Di questa specie si utilizza l’intera pianta e si può preparare un tè per gli scopi curativi indicati.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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