Santoreggia
Santoreggia
La Santoreggia (Satureja L., 1753) è un genere di piante aromatiche utilizzate sia in cucina, come spezia aromatica, che per le sue proprietà medicinali.
Origini e Storia –
La Santoreggia è una pianta, originaria del Mediterraneo, conosciuta ed utilizzata da tempi remoti tanto che si sa per certo che già in epoca romana se ne faceva uso della Satureia hortensis, per aromatizzare salse e aceto. Infatti le foglie sono molto aromatizzanti e rientrano nella composizione delle erbe provenzali.
In epoca antica aveva molta fama in quanto afrodisiaco. Non a caso, ne venne proibita la coltivazione e la raccolta ai monaci.
I Greci la dedicavano a Dioniso, capace di far perdere a uomini e donne le inibizioni perché potessero lanciarsi in danze sfrenate e liberatorie.
Santa Ildegarda raccomandava comunque la santoreggia quale rimedio contro la gotta, la paralisi e la diarrea.
Nel Rinascimento venne definita “salsa dei poveri”, e nel XVII secolo era consigliata dal medico Pietro d’Argellata, sotto forma di decotto nel vino, per curare le ulcere della bocca.
Oggi la santoreggia è diffusa anche nell’Europa centro-settentrionale e nell’Asia occidentale, e fa parte di molte miscele di erbe: entra per esempio nella composizione delle erbe provenzali e in quella del mazzetta aromatico tedesco, che la mescola a sedano, prezzemolo e aneto.
La ritroviamo nello khmeli suneli, che è una miscela di spezie della regione del Caucaso, comprendente inoltre maggiorana, aneto, basilico, eventualmente prezzemolo, menta e foglie di coriandolo – e in un misto bulgaro, dove fa degna compagnia a paprica, santoreggia, basilico, levistico e aglio.
Molte cucine preferiscono utilizzare l’erba acciuga (come viene anche chiamata la santoreggia) per condire verdure e soprattutto legumi. Il gusto intenso e aromatico della santoreggia, lievemente pungente, si sposa a meraviglia anche con cavoli, zucchine, patate, funghi, pomodori e molti altri ortaggi. Non è consigliabile farla cuocere a lungo, meglio aggiungerla a fine cottura.
La fitoterapia moderna ha confermato molti usi attribuiti alla santoreggia dalla medicina popolare, che ne esaltava le proprietà antisettiche e stimolanti per l’intelletto. La tisana può servire per gargarismi contro il mal di gola, strofinarne una foglia sulle punture d’insetti è utile ad alleviare il fastidio e il gonfiore.
Descrizione –
La santoreggia è un’erba aromatica le cui proprietà la rendono un buon rimedio naturale per vari disturbi. Viene conosciuta anche il nome di Erba dei fagioli, in quanto cresce nello stesso periodo.
Tra le specie più utilizzate si ricordano la Satureggia invernale (Satureja spicigera (K.Koch) Boiss., 1879) la Santoreggia estiva (Satureja hortensis L., 1753) la Santoreggia montana (Satureja montana L., 1753) e la Santoreggia sarda (Satureja thymbra L., 1753).
La santoreggia appartiene alla famiglia delle Lamiaceae e si riconosce in quanto ha un fusto sottile e che può raggiungere un’altezza di 40 cm.
Le foglie sono piccole e appuntite, con una tonalità simile al grigio.
I fiori sono di colore chiaro, bianco o rosa, molto profumati ma sembrano risultare sgradevoli per alcuni insetti, come le zanzare.
Principi attivi –
La santoreggia, pur con le differenze tra le varie specie, come pianta officinale, è dotata di molte proprietà.
Queste proprietà sono legate alla particolare composizione.
La santoreggia contiene una discreta quantità di sali minerali e precisamente calcio, sodio, fosforo, potassio, ferro, zinco, rame, manganese, magnesio e selenio. Altre sostanze sono costituite da ceneri, proteine e grassi. L’acqua è contenuta nella percentuale del 9%.
Nella santoreggia troviamo alcuni composti chimici appartenenti alla famiglia dei terpeni come il borneolo, il nerolo, il geraniolo.
Sono presenti anche la vitamina A, alcune vitamine del gruppo B, la vitamina C. Infine quasi per metà è composta da fibra alimentare.
Altre sostanze contenute nella santoreggia sono, limonene, cimene, canfene e mircene.
Proprietà ed Usi –
Le sostanze contenute nella santoreggia hanno proprietà aromatiche intense e vengono spesso utilizzate in profumeria. Questi composti chimici sono attivi anche contro afflizioni renali, polmonari e le infezioni intestinali per cui la santoreggia si usa sia come erba medicinale che come erba officinale.
Le proprietà sono: antisettiche, antispasmodiche, carminative, espettoranti, stimolanti e stomachiche.
Inoltre l’olio essenziale ricavato dalla santoreggia ha proprietà antivirali e antibatteriche grazie alla presenza di eugenolo, carvacrolo, timolo e viene quindi consigliato in casi di raffreddori ed influenza.
In campo alimentare la pianta si utilizza soprattutto per condire legumi e nella preparazione dei liquori.
La santoreggia è, inoltre, un’ottima pianta mellifera, è bottinata dalle api, da cui si può ricavare del miele, talvolta è uniflorale ma molto raramente perché quest’erba è poco diffusa sul territorio e le piante rimangono molto piccole.
Preparazioni –
La santoreggia si abbina molto bene a piatti di carni rosse dal sapore spiccato e che necessitano di particolari condimenti e cotture prolungate: si può usare come erba aromatica negli arrosti, per insaporire gli stufati e negli spezzatini.
La Santoreggia, dona alle carni bianche, più delicate, un sapore fresco e balsamico. Il suo aroma “di limone” si abbina bene anche a pesce e crostacei. Insieme alle uova, ai formaggi, permette di dare quel sentore balsamico e fresco, tutto mediterraneo.
Un altro uso classico della santoreggia è quello di abbinarla ai legumi: la natura permette che questi due ingredienti maturino nello stesso periodo, e che si compensino a livello di sapore e di nutrienti. Ceci, fagioli, fagiolini, lenticchie vanno cotti in acqua e poi fatti semplicemente passare in poco olio con della santoreggia fresca.
La Santoreggia può essere impiegata in insalate fredde di legumi, scegliendo le foglie più giovani e tenere. In inverno, si può aggiungerla ai ragù e agli stufati di legumi; si può impiegare secca per la preparazione di minestre, passati e zuppe: renderà il piatto balsamico e fresco, pur senza raffreddarne troppo l’energia.
In estate si può usare nelle torte salate, nelle insalate di verdure; aggiungetela alla vostra pasta crudista o al poke, sia in versione classica, quindi con il pesce crudo, sia in versione vegana.
La Santoreggia può essere provata da sola o insieme ad altre erbe aromatiche: può essere abbinata a salvia e rosmarino nelle grigliate estive, oppure alla lavanda per dare un tocco provenzale alle pietanze, o ancora alla menta per insaporire le verdure cotte. Può essere impiegata in una miscela, o anche sola, per insaporire il tofu, oppure nella preparazione dei formaggi vegetali, come il caprino di anacardi.
Guido Bissanti
Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.