Lavanda
Lavanda
Alla Lavanda (Lavandula L. 1753) appartengono un genere di piante erbacee annuali o perenni molto impiegate per il loro profumo e per l’olio essenziale.
Origini e Storia –
La Lavanda è senza dubbio tra le piante più conosciute ed apprezzate di tutta l’area Mediterranea e dalla storia molto antica; il suo impiego risale all’epoca dei Greci, dove era conosciuta come “Nardo” dal nome della città da cui si riteneva fosse originaria.
La civiltà romana trasse grande beneficio da quest’essenza, che venne largamente utilizzata per la profumazione delle acque dei bagni termali, in preparazioni destinate alla cura del corpo e alla sanificazione delle ricche domus. Non a caso Il nome Lavanda origina proprio dal termine latino “lavare”, a segno del suo largo impiego ad uso domestico a scopo deodorante e profumante.
Una leggenda popolare narra che la lavanda sia un efficace antidoto contro il velenoso morso dei serpenti e raccomanda di strofinare i fiori macerati in acqua sulla zona ferita. I cacciatori, infatti, erano soliti usarla per curare i loro cani.
Oltre ad essere antidoto la lavanda è sempre stata indicata come nido preferito dai serpenti e gli antichi vi si avvicinavano con molta prudenza. È nato da qui il significato delle lavanda nel linguaggio dei fiori, sinonimo di diffidenza. Nel Medioevo e nel Settecento veniva cosparsa sul pavimento per profumare l’ambiente e respingere i parassiti.
All’olio essenziale di Lavanda in particolar modo si deve l’avvio di una importante branca della fitoterapia.
Rene-Maurice Gattefossé, uno dei padri fondatori della moderna Aromaterapia infatti, dopo un’esplosione nel suo laboratorio iniziò, quasi per caso, ad utilizzare quest’olio essenziale per la cura di alcune ferite, ottenendo ottimi risultati che lo portarono sempre più ad ampliare i suoi studi sugli oli essenziali e tutte le loro attività terapeutiche.
Di questa pianta appartenente alla vasta famiglia delle Lamiaceae, esistono tre tipologie molto diffuse: la Lavanda “vera”, (Lavandula angustifolia Miller), che è la più pregiata in termini erboristici; la Lavanda latifolia (Lavandula latifolia Medik., 1783) e il lavandino (Lavandula × intermedia Emeric ex Loisel.) che è un ibrido naturale tra le due specie precedenti. Quest’ibrido dalle dimensioni più elevate rispetto alla Lavanda vera è particolarmente diffuso nel territorio italiano e presenta un’essenza simile a quest’ultima, ma dall’aroma molto più canforato.
Al 2011, il paese con la maggiore produzione di olio essenziale di lavanda è la Bulgaria.
Descrizione –
Le specie di questo genere hanno un portamento arbustivo o subarbustivo o cespitoso-arbustivo oppure raramente erbaceo di breve durata.
Si tratta di piante fortemente aromatiche e con indumento che può essere glabro o variamente pubescente talvolta con peli stellati.
Le radici sono perlopiù legnose.
I fusti in genere sono eretti e ramificati oppure semplici; non sono rigidi con cortecce bruno-rossastre oppure sempreverdi.
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto; spesso si trovano fascicolate alla base della pianta. Le foglie sono colorate di verde cinereo. La lamina può essere intera lineare, lanceolata o pennatifida/pennatosetta.
Le infiorescenze sono terminali con i fiori raggruppati in sottili spighe tirsoidi alla fine di lunghi scapi. Nell’infiorescenza sono presenti delle brattee persistenti a volte anche colorate e disposte in modo opposto o a spirale; mentre le bratteole sono minute o assenti. Il numero dei fiori disposti a verticilli varia da 2 a 10 oppure uno solo ma in questo caso senza bratteole. I fiori sono sessili o pedicellati.
La droga, ovvero la parte della pianta contenente i principi attivi, è costituita dalle sommità fiorite, che vengono raccolte con tutto il fusto dopo la sfioritura, momento in cui la pianta risulta più ricca di sostanze aromatiche.
Principi attivi –
Dalla Lavanda si estrae un olio essenziale per distillazione dei fiori di alcune specie. Ne vengono distinti due tipi, l’olio del fiore di lavanda, una sostanza incolore, insolubile in acqua e con una densità di 0.885 g/mL; e l’olio della lavanda dentata, un distillato dalla pianta Lavandula latifolia, di densità 0.905 g/mL. Come tutti gli oli essenziali, non è un composto puro ma una complessa mistura di composti fitochimici naturali, fra cui il linalolo e l’acetato di linalile, il lavandulil acetato, il lavandulo e il cineolo.
L’olio essenziale è dotato di alcune proprietà terapeutiche, tra cui quelle rilassanti, antidepressive e cicatrizzanti.
Proprietà ed Usi –
I fiori di lavanda vengono utilizzati per confezionare dei sacchetti profumati (piuttosto piccoli) da inserire nella biancheria, possono essere realizzati con sacchetti di carta o tela, oppure si possono realizzare delle composizioni da inserire in piccoli vasi di vetro dove si potrà unire l’elegante profumo della lavanda alla bellezza per il suo colore violetto molto caratteristico.
Un’altra lavorazione a cui può essere sottoposta la lavanda è quella della distillazione a vapore per ottenere l’olio essenziale di lavanda utilizzando i fiori appena colti, se ne ottiene un liquido giallo, dal sapore amaro e dalla profumazione particolarmente intensa.
Alcune di queste sostanze conferiscono alla lavanda un effetto calmante, rendendo l’olio di lavanda un ottimo rimedio contro l’insonnia, l’irritabilità, il mal di testa, l’emicrania e la lieve depressione. Questa sua proprietà calmante, rende l’olio essenziale di lavanda indicato nella cura di alcuni casi di asma, soprattutto se fortemente relazionati al sistema nervoso. Contro le patologie infettive che colpiscono l’apparato respiratorio, la pianta di lavanda sviluppa un’azione espettorante e fluidificante, per cui può essere impiegata per combattere tossi, bronchiti e laringiti. Altre sostanze contenute nell’olio essenziale di lavanda hanno un effetto calmante sulle coliche, aiutano ad eliminare gas e gonfiori intestinali e attenuano la sensazione di nausea provocata da un’indigestione. ottimo rimedio da pronto soccorso, l’olio essenziale di lavanda è fortemente antisettico e cicatrizzante se applicato su scottature, ferite, piaghe e punture di insetti. Infine l’olio essenziale di lavanda svolge un’efficace azione repellente sugli insetti, allontanandoli sia dai nostri corpi che dai luoghi chiusi o dalle piante.
Inoltre, grazie all’azione sul SNC (sistema nervoso centrale), svolta dalle molecole volatili contenute nell’olio essenziale, risulta particolarmente adatta negli stati di irrequietezza e nei disturbi del sonno. La si ritrova a questo scopo anche in tisane sedative e rilassanti addizionata ad altre piante quali: Valeriana, Luppolo, Passiflora, Escolzia, Camomilla e Melissa; ma anche più semplicemente nei comuni e pratici cuscini alle erbe. Non va dimenticato inoltre l’effetto benefico e cicatrizzante.
Preparazioni –
Per chi coltiva la lavanda il momento della raccolta è una fase molto delicata, perché per quanto la lavanda non necessiti di molte cure durante la coltivazione, ha invece un preciso rituale da seguire durante la raccolta. Generalmente si raccolgono tutte le sommità dotate di fiori che di norma vengono utilizzate dopo un procedimento di essicazione, da effettuare in un luogo chiuso, fresco, ombreggiato e molto ventilato per favorire un procedimento rapido che porti risultati ottimali. Se l’essicazione viene eseguita a regola d’arte le spighe floreali avranno la capacità di mantenere molto a lungo il proprio profumo.
Per produrre olio essenziale di lavanda con la materia prima del vostro giardino, saranno necessari alcuni piccoli acquisti che a livello amatoriale possono anche essere affrontati con una spesa tutto sommato abbordabile. Il primo acquisto da fare è quello del distillatore di oli essenziali. In se ne trovano diversi modelli con caratteristiche differenti fra loro ed in base alle vostre reali necessità potrete effettuare l’acquisto che più vi aggrada.
Il distillatore è indispensabile per far bollire le infiorescenze di lavanda ed estrarre gli oli essenziali dall’acqua di lavanda. L’estrazione è un processo non difficile da svolgere anche se richiede un po’ di pratica, un po’ di tempo ed altrettanta pazienza.
Al termine di ogni ciclo potrete raccogliere l’olio estratto in apposite fialette nelle quali conservare il vostro olio essenziale di lavanda. In rete troverete molti tutorial sull’utilizzo dei distillatori e sulla produzione di oli essenziali ed una volta imparato il procedimento potrete replicare l’estrazione con molte altre tipologie di erbe aromatiche.
L’olio essenziale di lavanda è inoltre un ottimo rimedio naturale per smagliature, cellulite e pelle a buccia d’arancia. Può essere aggiunto a qualunque tipo di cosmetico e si adatta a tutti i tipi di pelle.
Inoltre l’infuso di fiori, usato per i gargarismi, è un ottimo disinfettate e rinfresca l’alito. L’olio essenziale dà un piacevole sollievo in caso di punture di insetti.
Tra i vari impieghi pratici ricordiamo l’uso della lavanda come profumo per l’acqua del bagno che ha origini antichissime. Un infuso leggero è un ottimo sgrassatore per i capelli mentre l’olio applicato massaggiando il cuoio capelluto, pare favorisca la ricrescita. L’infuso leggero si può preparare facendo macerare circa 5 g di fiori secchi in 1 dl di acqua mentre per l’olio la stessa quantità viene fatta macerare in 1 dl di olio di oliva.
Per preparare un tonico astringente si consiglia di fare un miscuglio di tre quarti di fiori di lavanda e un quarto di polvere di radice di iris, farlo riposare per circa 20 giorni in aceto di mele, e poi filtrarlo.
Oltre agli impieghi cosmetici e terapeutici, la lavanda trova impiego anche in cucina.
La lavanda può essere utilizzata come aroma per il vino da servire fresco. Il vino aromatizzato alla lavanda si prepara lasciando macerare 6 g di fiori secchi in una bottiglia di vino bianco per un giorno dopodiché si filtra e si aggiungono circa 10 g di zucchero precedentemente bolliti in una tazza di acqua e un bicchierino di brandy.
In alternativa, i fiori della lavanda possono essere aggiunti alle marmellate, al tè, ai nostri dolci e c’è chi fa addirittura il risotto alla lavanda. In commercio si trovano miscugli di erbe provenzali che contengono sempre sia i fiori che le foglie di lavanda miscelati con altre erbe mediterranee e posso essere utilizzati perfetti per insaporire i formaggi freschi, le verdure, le insalate, le carni alla griglia e i primi mantecati.
Guido Bissanti
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