Potentilla erecta
Potentilla erecta
La Cinquefoglia tormetilla (Potentilla erecta (L.) Raeuschel, 1797) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Rosales, Famiglia Rosaceae e quindi al Genere Potentilla ed alla Specie P. erecta.
È sinonimo il termine: Tormentilla erecta L..
Sono presenti alcune sottospecie tra cui:
– Potentilla erecta (L.) Räuschel subsp. Erecta;
– Potentilla erecta (L.) Räuschel subsp. strictissima (Zimmeter) A.J. Richards (1973);
– Potentilla erecta (L.) Räuschel var. erecta;
– Potentilla erecta (L.) Räuschel var. herminii (Ficalho) Coutinho (1913);
– Potentilla erecta (L.) Räuschel var. strictissima (Zimmeter) G. Beck in Reichenb. (1912).
In questo elenco va considerato il fatto che alcuni autori considerano alcune sottospecie come sinonimi.
Etimologia –
Il termine Potentilla è il diminutivo di pótens potente: riferimento alle proprietà medicinali di alcune specie di questo genere.
L’epiteto specifico erecta è dovuto al suo portamento eretto.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Potentilla erecta è una pianta di origine Eurasiatico ed Eurosiberiana. In Europa è comune e diffusa dappertutto, giungendo a nord fino all’Inghilterra e alla Scandinavia. La si trova anche in Asia ed Africa settentrionale.
In Italia è diffusa su tutto il territorio compreso l’intero arco alpino.
Il suo habitat è quello dei luoghi boschivi e dei pascoli umidi (praterie rase subalpine), ma anche delle brughiere, delle torbiere e dei querceti, carpineti, betuleti e castagneti. Cresce soprattutto su suoli silicei ma anche calcarei con pH indifferente e terreni a basso valore nutrizionale e mediamente umidi.
La sua diffusione altimetrica varia dal piano fino a 2400 m s.l.m..
Descrizione –
La Cinquefoglia tormetilla è una pianta erbacea perenne con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve.
Presenta un asse fiorale eretto e in genere non molto foglioso, con un’altezza che può essere tra 10 e 30 cm.
La parte sotterranea del fusto consiste in un grosso rizoma, spesso tuberiforme e di colore bruno.
I fusti aerei, eretti, si generano direttamente dal rizoma: all’inizio sono decisamente prostrati, poi prima della fioritura tendono a diventare eretti; sono multipli, gracili e assai fogliosi, ma con scarsa pelosità.
Questa pianta ha due tipi di foglie:
– quelle basali che sono profondamente pennate, divise in tre-cinque distinti segmenti palmati (chiamati lobi o foglioline) e dentate lungo i bordi, con forma ovata e picciolate.
– Quelle cauline che possono essere sessili o brevemente picciolate. In genere sono divise in cinque (o tre segmenti) a forma obcuneata (o lanceolata) ed hanno delle stipole adnate al picciolo stesso. I vari segmenti s’inseriscono tutti nel medesimo punto e sono dentati lungo i margini fino all’apice (2 -3 denti per lato). Le stipole di forma laciniata oppure lanceolata simile ai lobi delle foglie sono sub – glabre sulle due pagine, ma pelose (quasi tomentose – setose) sulle nervature e sui bordi. Dimensione dei lobi più grandi: larghezza 1 cm, lunghezza 2 cm.
I fiori sono riuniti in infiorescenze che sono formata da fiori solitari su lunghi peduncoli inseriti all’ascella delle foglie superiori.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, pentaciclici e tetrameri. Il ricettacolo è piatto e asciutto nonché fruttifero, con dimensione del fiore completo di 8 – 12 mm.
L’antesi è tra maggio ed agosto.
L’impollinazione avviene sia tramite farfalle (anche notturne), api, mosche, ma è anche una pianta auto-fertile.
Il frutto è multiplo ed è un acheneto di colore marrone – rossiccio; un aggregato di acheni di 1,5-2 mm, rugosi, con tubercoli all’apice e sul dorso, lievemente carenati, glabri.
Coltivazione –
Per la coltivazione di questa pianta si ricorda che preferisce luoghi soleggiati e si adatta a qualunque clima anche quello con temperature molte rigide e prossime ai -15° C.
Cresce bene in qualsiasi tipo terreno purché ben drenato. Il substrato ideale di coltivazione è un miscuglio di comune terreno da giardino e sabbia grossolana. Un pH leggermente acido del suolo è richiesto solo da qualche varietà di potentilla mentre la maggior parte di esse cresce bene nei terreni calcarei.
Per quanto riguarda il regime idrico la Potentilla erecta coltivata a dimora si accontenta generalmente dell’acqua piovana; tollera bene anche lunghi periodi di siccità ma nel periodo della fioritura è bene irrigarla con modesti apporti idrici. La pianta allevata in vaso va annaffiata regolarmente ma solo quando il terreno è completamente asciutto.
Per la concimazione bisogna intervenire in febbraio-marzo, alla ripresa del ciclo vegetativo con concime organico alla base della pianta, oppure del concime granulare a lenta cessione.
La riproduzione della Potentilla avviene per seme, per divisione dei cespi e mediante talea.
La semina va effettuata direttamente in piena terra e si effettua in autunno o in primavera stratificando i semi su un terriccio specifico e fertile. Il semenzaio va posto in un luogo con temperatura costante di circa 18° C fino al momento della comparsa dei teneri germogli.
Se si moltiplica per divisione dei cespi, questa va praticata in primavera trapiantando le porzioni divise con attrezzi disinfettati e ben affilati, al momento stesso per evitare di traumatizzare le radici.
Nella moltiplicazione per talea si deve operare in estate, quando si preparano le talee di steli semilegnosi che vanno prelevati con cesoie ben affilate e disinfettate per evitare la diffusione di malattie fungine; vanno poi messi a radicare in un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali e poi trapiantate in piena terra.
La propagazione mediante talea e divisione dei cespi assicura, ovviamente, piante geneticamente identiche a quella madre in quanto non c’è mescolanza dei caratteri ereditari.
Le piante di Potentilla erecta coltivate in vaso vanno rinvasate ogni anno in primavera, prima della ripresa vegetativa della pianta. è necessario che si utilizzi un vaso più grande del precedente e terriccio nuovo e fresco ricco di sostanza organica. Nelle’effettuare il rinvaso bisogna fare attenzione a non traumatizzare le radici più delicate.
Infine la potatura: questa pianta non richiede interventi di potatura ma si asportano manualmente le foglie appassite e si recidono gli steli floreali secchi per favorire l’emissione di quelli nuovi.
Anche se questa pianta non è una specie da giardinaggio, tuttavia a volte viene ugualmente coltivata (oltre che naturalmente raccolta dalla flora spontanea) dagli erboristi per le sue particolari proprietà terapeutiche.
Usi e Tradizioni –
La Cinquefoglia tormetilla assume differenti morfologie anche in funzione delle differenze altimetriche, in cui cresce, piuttosto ampie. Può presentarsi quindi sotto aspetti diversi: il fusto può essere eretto – patente o prostrato, la pelosità può essere scarsa o appressata, può essere variabile inoltre la statura, la lunghezza dei piccioli, dei peduncoli, delle stipole e dei petali. Un altro carattere incostante è la forma delle stipole e dei lobi fogliari. In qualche caso si è riscontrata anche una variabilità nel numero dei petali (da 3 a 6). Tutti questi caratteri comunque non permangono a lungo e le piante che li possiedono tendono a generare in seguito individui nella norma.
Inoltre questa specie si ibrida con Potentilla reptans (entrambe sono specie molto comuni in Italia e si trovano ovunque) ed è probabile che la specie Potentilla anglica che ha caratteri intermedi tra le due specie sopra citate sia una specie ibrido genica.
Per quanto riguarda il suo riconoscimento la Potentilla erecta può essere confusa facilmente con la Potentilla anglica Laicharding (Cinquefoglia inglese) che si differenzia per pochi caratteri: i petali a volte sono 5; i carpelli sono più numerosi (possono arrivare fino a 50); le foglie sono in prevalenza a 5 segmenti. Nelle nostre vicinanze si trova però solo in Corsica.
Più comune è la Potentilla reptans L. (Cinquefoglia comune): si distingue comunque per il numero dei petali che è sempre 5; per le foglie che in genere sono più ovali e la dentatura sui bordi è meno marcata; ma soprattutto per il suo portamento che è strisciante e radicante ai nodi (è una pianta stolonifera).
La Potentilla erecta si caratterizza perché in essa sono presenti diverse sostanze tanniniche (20%): vi troviamo tannino catechico, catechina, acido ellagico (tannino vegetale) e sono inoltre presenti flavonoidi e triterpeni.
Secondo la medicina popolare questa pianta ha buone proprietà astringenti (limita la secrezione dei liquidi).
Altre proprietà indicate per questa pianta sono: odontalgica (attenua il dolore ai denti – probabilmente il nome comune “tormentilla” deriva da questa proprietà capace di attenuate il “tormento” del male dei denti), decongestionante (diminuisce l’apporto sanguigno in una data parte del corpo), antibiotica (blocca la generazione di microbi e batteri – utile per l’igiene orale), antidiarroica (calma la diarrea per mezzo sia di azioni astringenti che sedative dell’intestino), ipoglicemica (diminuisce il glucosio nel sangue), emostatica (blocca la fuoriuscita del sangue in caso di emorragia). Sembra inoltre che interferisca con l’assorbimento di ferro e altri minerali da parte del nostro corpo. Secondo alcuni testi la cura contro la diarrea e il mal di gola non sono stati dimostrati.
Le parti usate di questa pianta sono il rizoma e i fiori.
Dalla foglie e soprattutto dalle radici si posso estrarre sostanze coloranti di rosso.
Modalità di Preparazione –
Oltre che per scopi terapeutici la Potentilla erecta può essere impiegata in cucina dove vengono usate le radici (cotte), mentre con le foglie si possono preparare degli infusi.
Inoltre l’industria ricava da questa alcuni prodotti per la cosmetica (saponi, deodoranti e creme varie), per la tintoria (coloranti dalle foglie, ma soprattutto dalle radici si ricava un bel colore rosso che viene usato come inchiostro – una volta si usava per tingere di rosso il cuoio), ma anche per la chimica vegetale (tannino).
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.