Halyomorpha halys
Halyomorpha halys
La cimice marmorata, conosciuta anche come cimice asiatica (Halyomorpha halys (Stål, 1855)) è un insetto della famiglia dei Pentatomidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Ramo Bilateria, Phylum Arthropoda, Subphylum Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Exopterygota, Subcoorte Neoptera, Superordine Paraneoptera, Sezione Rhynchotoidea, Ordine Rhynchota, Sottordine Heteroptera, Infraordine Pentatomomorpha, Superfamiglia Pentatomoidea, Famiglia Pentatomidae e quindi al Genere Halyomorpha ed alla Specie H. halys.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Halyomorpha halys è una cimice originaria di un’area compresa tra il Giappone, la Cina, la Corea e Taiwan. Questo insetto è stato introdotto accidentalmente negli Stati Uniti nel mese di settembre del 1998 dove è considerata un insetto dannoso all’agricoltura e dal 2010-11 è diventato un fitofago stabile dei frutteti degli USA.
In Italia il primo esemplare è stato rinvenuto in provincia di Modena nel settembre 2012.
Descrizione –
La cimice marmorata si riconosce in quanto gli adulti sono lunghi tra 12 e 17 mm, con una caratteristica forma a scudo, tipica di altre cimici, e con varie tonalità di bruno sulla parte superiore e sul lato inferiore, con toni di grigio, bianco sporco, nero, rame e macchie di colore bluastro.
Inoltre sono presenti bande luminose alternate sulle antenne e bande scure alternate sul bordo esterno dell’addome.
Le zampe sono di colore marrone con deboli chiazze bianche o strisce.
Lo sbocco delle ghiandole odorifere è posto sul lato inferiore del torace, tra la prima e la seconda coppia di zampe, e sulla superficie dorsale dell’addome.
Questa cimice può essere confusa con altri cimici già presenti in Italia come la Rhaphigaster nebulosa, che è una cimice grigia particolarmente puzzolente ma del tutto innocua.
Biologia –
La Halyomorpha halys, nelle aree di origine compie una sola generazione all’anno, mentre nelle zone con clima più favorevole a questa specie fino a quattro, con una media, nelle regioni temperate di 1-2 generazioni all’anno.
Il ciclo biologico di questa cimice, che si ha tra fine maggio e agosto, vede le femmine accoppiarsi più volte di seguito, con una fase di accoppiamento che dura circa 10 minuti. Dopo l’accoppiamento la femmina depone tra 100 e 500 uova, con medie intorno a 250 uova.
Il tempo di sviluppo degli insetti adulti è influenzato dalla temperatura e dalla dieta che, in condizioni di laboratorio, dura circa 50 giorni.
La cimice asiatica penetra nelle case nel periodo autunnale con più frequenza rispetto ad altre cimici.
Questo insetto infatti sopravvive all’inverno come adulto, all’interno di case ed altri ripari a partire dalle serate autunnali più fredde, spesso riunendosi a migliaia di individui nei siti di svernamento.
La vita media degli adulti varia da diversi mesi a un anno.
Una volta raggiunto il sito dove svernerà entra in uno stato di ibernazione, aspettando la fine dell’inverno; si verifica comunque che il calore all’interno della casa può indurli a ridiventare attivi, trovandoli a volare intorno a lampadari o fonti luminose.
Sopraggiunta la primavera queste cimici si spostano dai siti di svernamento verso le piante ospiti per alimentarsi.
Ruolo Ecologico –
La cimice asiatica è un insetto polifago che può interessare vari fruttiferi (melo, pero, pesco, susino, ecc.), vite, piante ortive (pomodoro e altre solanacee), leguminose, cereali e piante ornamentali.
La sua presenza, oltre a causare danni su queste piante, è particolarmente fastidiosa in quanto gli adulti entrano in massa nelle abitazioni per svernare a partire dalla stagione autunnale e per la tendenza a raggrupparsi, a differenza della Nezara viridula (cimice verde) in diverse decine di individui.
Il comportamento di questa cimice, nei vari Paesi, è molto differenziato; così in Giappone attacca soia e i fruttiferi, mentre, per esempio, negli Stati Uniti infesta, a partire dalla fine di maggio o all’inizio di giugno, una vasta gamma di fruttiferi e ortaggi tra cui pesco, melo, fagiolino, soia, ciliegio, lampone e pero.
Il danno è dovuto al fatto che l’ Halyomorpha halys, per nutrirsi, perfora i tegumenti della pianta ospite per mezzo del suo apparato boccale modificato; questa modalità di alimentazione comporta, in parte, la formazione di fossette o aree necrotiche sulla superficie esterna dei frutti, la punteggiatura della foglia, la perdita di semi, nonché l’eventuale trasmissione di fitopatogeni.
Il riequilibrio delle popolazioni di questo insetto è legato alla biocenosi di altri insetti utili tra cui alcuni predatori. In Cina è presente il Trissolcus japonicus, un imenottero parassitoide della famiglia Scelionidae, che è un suo antagonista naturale. Anche in Italia si sta cercando di sperimentare l’inserimento di questo insetto all’interno dell’ecosistema.
Anche il riequilibrio delle coltivazioni agricole, nella direzione agroecologica (aumento della biodiversità, eliminazione dei fitofarmaci, consociazioni, ecc.) può contribuire notevolmente ad una dinamica di popolazione di questa cimice equilibrata.
A partire dal 2012, le popolazioni dei predatori autoctoni come vespe d uccelli insettivori hanno mostrato segni di aumento numerico essendosi adattate alla nuova fonte di cibo, per cui l’intervento con biocidi può arrestare la normalizzazione delle biocenosi.
Tra l’altro l’uso di alcuni insetticidi, oltre che squilibrare ancor di più, nel lungo periodo le dinamiche delle biocenosi, spesso sono inefficaci in quanto questi insetti introducono l’apparato boccale in profondità sotto la superficie dei frutti per nutrirsi. Per di più questa cimice è altamente mobile, e una nuova popolazione può reinsediarsi immediatamente dopo che la popolazione residente è stata eliminata.
Tra l’altro, nel caso di infestazione della soia, si è notato che spruzzare solo il perimetro di un campo può essere efficace, cosa che fa diminuire notevolmente i pericoli di “sterilizzazione” totale delle biocenosi di insetti ed altri predatori utili.
Per il contenimento di questa cimice, negli ultimi tempi sono stati sviluppati appositi feromoni artificiali che possono essere utilizzati come esca per trappole.
Anche se la Halyomorpha halys non è pericolosa per l’uomo è comunque opportuno combatterla nel momento di massima vulnerabilità. Per far ciò sono necessari alcuni accorgimenti per evitare che gli insetti si annidino nelle case con le ovvie conseguenze sgradite.
In questo senso sono stati individuate alcune strategie che possono essere così sintetizzate:
– collocare zanzariere o reti anti-insetto alle finestre, attorno ai comignoli dei camini non in uso, sulle prese d’aria;
– sigillare crepe, fessure e tutti quegli accessi che consentono il passaggio delle cimici (tubazioni, canalizzazioni, feritoie, ecc.).
Inoltre per eliminare questi insetti si consiglia di utilizzare strumenti di pulizia per la casa a vapore in modo da stanare gruppi di cimici annidate in cassonetti, infissi, tubature, ecc.. È utile, inoltre, l’uso dell’aspirapolvere per raccogliere le cimici che si trovano in posti più facilmente raggiungibili o, dopo averle stanate, combatterle col vapore.
Ovviamente una volta raccolte le cimici queste non devono essere liberate all’esterno, ma vanno eliminate immediatamente, per esempio immergendo il contenitore utilizzato per raccoglierle in una bacinella d’acqua saponata per alcuni minuti.
Va assolutamente sconsigliato l’uso domestico di insetticidi che risultano poco efficaci e possono diventare dannosi per le persone e gli animali domestici.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.