Crisina
Crisina
La crisina il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC é. 5,7-diidrossi-2-fenil-4H-cromen-4-one e la cui formula bruta o molecolare è: C15H10O4 è un flavonoide, originariamente isolata dal fiore della passione.
La crisina è presente nella Robinia pseudoacacia L. e costituisce il 50% dei metaboliti secondari presenti nel miele di acacia.
Dalla sperimentazione condotta in vitro si è visto che la crisina è risultato un potente inibitore dell’enzima aromatasi, in grado di modulare i recettori GABAA e GABAC, inibitore della crescita di vari tipi di tumore maligno tramite l’azione su proteine ed enzimi chiave della vita cellulare (MAPk p38, ERK 1/2, Bax e Caspasi).
In questo senso la crisina è risultato essere il più efficace di tutti i flavonoidi testati, ed ha un effetto uguale in potenza al farmaco senza molti degli effetti collaterali.
La crisina ha inoltre un potere antiossidante paragonabile a quello delle vitamine, ed è un antinfiammatorio (che agisce sul pathway di Cox-2).
Nonostante queste premesse, sempre a seguito di studi condotti in vivo, la somministrazione orale di crisina non avrebbe evidenziato attività clinica di inibizione dell’aromatasi.
Per riepilogare quindi, la crisina è uno dei più potenti inibitori dell’aromatasi naturali, senza presentare molti degli effetti collaterali tipici di questo tipo di farmaci: inoltre, presenta proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti, cosa che rende i prodotti a base di questo flavonoide adatti per il trattamento o come coadiuvante di farmaci per l’hiv o l’aids, per la gotta, per la disfunzione erettile e per alcuni tipi di tumori, tra cui la neoplasia mammaria.
La crisina è particolarmente utilizzata a livello di integrazione sportiva, in quanto impedisce agli androgeni di diventare estrogeni, processo che succede spesso se si assumono alcuni anabolizzanti atti a migliorare la performance sportiva e che comporta effetti collaterali quali ginecomastia e ritenzione idrica: inoltre, secondo alcuni, la crisina aiuterebbe la secrezione di testosterone, sebbene non vi siano evidenze scientifiche a riguardo.
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