Acido Palmitoleico
Acido Palmitoleico
L’acido palmitoleico il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: acido cis-9-esadecenoico ha formula bruta o molecolare: C16H30O2. Si tratta di un acido grasso monoinsaturo a 16 atomi di carbonio.
L’acido palmitoleico è presente in natura nei grassi animali e vegetali; è presente nell’olio di semi di zucca, nell’olio di semi di sesamo e nell’olio di lentisco. L’acido palmitoleico è comunque presente in molte specie ma il contenuto è significativo soltanto nell’olio di olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) e in quello di macadamia (Macadamia integrifolia); questi oli contengono, rispettivamente, circa il 40 ed il 17% di acido palmitoleico.
Quest’olio può essere sintetizzato dall’organismo a partire da altri acidi grassi, in particolare dal palmitico (C16:0) per intervento dell’enzima delta nove desaturasi (il palmitoleico è sia un omega 7 che un delta 9, dato che se si inizia a contare partendo dall’estremità carbossilica, il primo atomo di carbonio impegnato nel doppio legame è il numero 9).
In ogni caso anche se l’acido palmitoleico appartenga al gruppo degli acidi grassi monoinsaturi, dal punto di vista salutistico è paragonabile al palmitico, un acido grasso saturo con effetto pro-aterogeno:
Un’alimentazione con quantità maggiori di acido palmitoleico aumenta i livelli di colesterolo cattivo, LDL, in pazienti ipercolesterolemici, anche quando l’apporto alimentare di colesterolo è basso; tale aumento è paragonabile a quello ottenuto con l’acido palmitico, ma nettamente superiore rispetto a quello indotto dall’integrazione con acido oleico.
Inoltre, rispetto all’acido palmitico, il palmitoleico ha provocato una maggiore riduzione del colesterolo buonoHDL.
Per questo motivo, da un punto di vista salutistico, è sconsigliabile sostituire le tradizionali fonti di acidi grassi insaturi (olio di oliva, oli di semi e oli di pesce) con oli provenienti da olivello spinoso o da macadamia.
In ogni caso da questo acido grasso, dipenderebbe la sensibilità del recettore dell’insulina di fegato e muscoli. Recenti studi hanno dimostrato un livello molto alto di acido palmitoleico, a livello della membrana cellulare, nei figli di persone longeve.
Recentemente all’acido palmitoleico sono state ascritte anche proprietà “anti-ingrassanti”, per la sua capacità di fungere da molecola segnale che impedisce l’accumulo di grassi alimentari nelle riserve adipose (in ratti modificati geneticamente).
L’acido palmitoleico trova altresì applicazione nel campo della cosmesi.
Ai prodotti cosmetici contenenti fonti di acido palmitoleico sono attribuite proprietà emollienti ed idratanti. Tuttavia questo acido grasso, insieme ad altri membri della serie omega-7, è stato additato come possibile responsabile del caratteristico odore della pelle invecchiata.
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