Come potare il Noce
Come potare il Noce
Il noce da frutto o noce bianco (Juglans regia L., 1753) è una specie arborea appartenente alla famiglia Juglandaceae. È una pianta che, pur adattandosi a diversi ambienti, predilige la media collina, esposta a sud o a ovest, protetta dai venti.
In questa scheda vedremo, in particolar modo, come potare il Noce, seguendo le varie fasi ed in funzione della fisiologia e morfologia naturale della pianta.
In generale, prima di parlare di tecnica di potatura ricordiamo che questa è subordinata anche al sistema ed al sesto di impianto.
Si consiglia di porre le piante a dimora a poca profondità (solo 12-15 cm di terra sopra la radice) e, negli impianti specializzati, possono essere adottati sesti variabili da m 7 x 7 per cultivar poco vigorose e in terreni con bassa fertilità e non irrigui e per la prevalente produzione di frutti a m 12 x 12 qualora, oltre ai frutti, si voglia produrre legname da opera; si ricorda che, in questo caso, le piante devono essere impalcate alte (almeno 3,5 m).
Per regolarci ed orientarci nella tecnica della potatura del noce si rammenta che sui rami di un anno della pianta di noce possono essere presenti tre tipi di gemme:
– gemme a legno, di piccole dimensioni, arrotondate e di forma ovata, sono privi di germogli fiorali;
– gemme miste, che danno origine a germogli con una lunghezza compresa tra i 15 e i 20 cm; queste al loro apice posseggono dei fiori femminili. Tuttavia i fiori femminili possono essere presenti anche lungo questi germogli. Il fiore maschile invece si sviluppa sulle ramificazioni di un anno;
– gemme a fiore che si formano nel periodo primaverile sui nuovi rami.
Per il noce la forma di allevamento più idonea è il vaso a 3 branche per le cultivar europee; per le cultivar californiane si lascia un asse centrale con brindilli fruttificanti laterali.
Per allevare il noce secondo questa forma è necessario partire dalle fasi iniziali di sviluppo della pianta, si inizierà quindi ad intervenire sull’astone appena messo a dimora nel periodo di ottobre.
Il primo intervento, per dare forma alla piantina giovane, è quello della capitozzatura dell’astone, che si esegue nel periodo di ripresa vegetativa (marzo). Il taglio va effettuato ad un altezza di circa 60-70 cm da terra. Successivamente a questo taglio la pianta produrrà numerose gemme e in seguito dei germogli; di questi si selezioneranno nell’anno successivo quelli più vigorosi, se ne dovranno scegliere 3 che andranno a formare le branche principali, tutti gli altri andranno rimossi con un taglio raso al fusto. Le tre branche andranno selezionate quando avranno una lunghezza minima di 15 cm e massima di 25 e dovranno essere equidistanti tra di loro (orientativamente a 120°). Se non si assicura questa distribuzione del carico in futuro, quando la pianta sarà cresciuta e presenterà le tre branche ravvicinate, sarà soggetta a pericolo di “scosciature”.
In alternativa alla forma a vaso si può scegliere quella a forma libera, che consiste essenzialmente nell’assecondare il portamento naturale dell’albero. Tuttavia questa forma è particolarmente ampia e poco produttiva se applicata a più piante, conviene invece a livello di manutenzione quando si posseggono pochi esemplari.
Nell’allevamento del Noce bisogna inoltre tenere conto che l’altezza del fusto deve essere abbastanza lunga da permettere le normali operazioni colturali. Per questo motivo l’impalcatura dovrà essere forzata a crescere solo ad una certa altezza. Se si utilizzano dei mezzi meccanici per le lavorazioni al terreno, come ad esempio dei trattori si dovrà tenere conto dell’altezza di questi ultimi. Le cultivar californiane ovvero: Hartley, Chandler ed Eureka dovranno essere allevate con un impalcatura più alta poiché le ramificazioni in queste piante tendono a curvarsi verso il basso, saranno quindi consigliate altezze di almeno 2,8-3,4 metri.
Passiamo adesso alla potatura di formazione –
Come detto, i primi tagli vanno fatti dopo il primo anno dalla crescita. Gli unici interventi da fare il primo anno dopo la messa a dimora degli astoni è la legatura del germoglio principale ad un tutore e la cimatura dei getti laterali al fusto. Per il sostegno vengono in genere usati dei pali di diametro 5-7cm di legno alti 3 metri di cui un metro verrà interrato. Si dovranno effettuare delle legature periodiche per mantenere l’astone dritto e permettere al futuro tronco di svilupparsi adeguatamente.
La cimatura dei getti laterali, che consiste nell’accorciamento dei germogli che si svilupperanno lungo il tronco, deve essere effettuata nel mese di marzo; dopo di che, nel mese di settembre, verrà effettuata la rimozione totale di questi getti laterali, se necessario in questo stesso periodo si effettuano altre legature per tenere diritto l’astone.
Dal secondo anno si avvierà quindi la potatura di formazione vera a propria che consisterà nella eliminazione di tutte le ramificazioni che si sono formate e che non sono destinate alla formazione della chioma. Vengono scelti e preservati i rami più robusti e verranno tagliati quelli più esili e poco sviluppati. In questo modo si formerà un tronco robusto e ben sviluppato che dovrà sostenere tutto il carico della chioma. Nel mese di marzo nel secondo anno di coltivazione si continueranno le cimature dei getti laterali vigorosi e robusti rimasti per poi eliminarli alla base all’inizio del periodo autunnale.
Nel terzo anno, quando la pianta avrà raggiunto orientativamente un’altezza superiore ai due metri, si potrà cominciare a pensare alla formazione delle branche principali. Le ramificazioni superflue andranno rimosse fino ad un altezza di due metri.
Un volta scelte le tre branche principali, queste, avranno comunque bisogno di una guida; per questo motivo si dovranno utilizzare delle canne o dei bastoni abbastanza lunghi, questi dovranno essere fissati al terreno e inclinati a 45 gradi rispetto al fusto ed infine verranno legati alle branche.
Successivamente, negli anni dal terzo al quarto, saranno necessari dei tagli di ritorno, che sono finalizzati al contenimento della chioma, ogni taglio dovrà essere effettuato più vicino possibile all’attaccatura della ramificazioni e subito dopo una gemma robusta. Terminata la conformazione della chioma in questo periodo si passerà, negli anni successivi alla vera e propria potatura di produzione.
Potatura di produzione –
Gli interventi relativi alla potatura di produzione vanno effettuati nei mesi invernali, quando il Noce è in riposo vegetativo. Questi interventi sono mirati allo sfoltimento della chioma e dei rami intricati in modo da dare la possibilità alla luce di penetrare all’interno.
In questo senso devono essere rimossi anche i rami danneggiati, quelli vecchi e malati.
Potatura di rinnovo –
Una forma particolare di potatura è quella di rinnovo. Questa tecnica si pratica sempre nei mesi di riposo vegetativo, intorno al mese di marzo, quando le possibili gelate sono ridotte al minimo. In questa fase inoltre la pianta è più propensa ai ricacci e la formazione dei nuovi rami avverrà con più facilità. Serve per ripristinare, soprattutto nelle piante più vecchie o che hanno subito dei danni, nuova vegetazione con dei tagli di ritorno.
Potatura verde –
La potatura verde è una tecnica che si esegue, in piante in pieno sviluppo, quindi durante la fase di produzione, nei mesi di giugno e luglio. L’obiettivo è quello di contenere la capacità vegetativa della pianta per mantenere le dimensioni e la struttura della chioma in modo da evitare anche la formazione di nuovi ricacci che andrebbero a togliere energia alla fase produttiva.
In tutte le tecniche di potatura, con esclusione degli interventi preliminari (capitozzatura e selezione delle tre branche) bisogna evitare sempre gli interventi drastici di potatura. Potature troppo forti infatti possono indebolire la pianta; in questi casi il fusto tende ad allungarsi di molto; ciò lo rende particolarmente instabile e sensibile alle rotture, cosa che diventa pericolosa in aree con venti forti che potrebbero danneggiare le piante.
Inoltre le potature troppo forti sul Noce espongono la pianta all’attacco di parassiti e malattie poiché per cicatrizzare i numerosi tagli il noce dovrà concentrare molte energie. Inoltre le potature eccessive provocano eccessivi ricacci, con produzione anche dei succhioni che si sviluppano sulle ramificazioni, cosa che è normale in quanto la pianta tende a sostituire le vecchie ramificazioni eliminate.
Allo stesso modo gli interventi di potatura non devono essere troppo pochi. Ciò comporterebbe un buon sviluppo del tronco ma una crescita in altezza ridotta e soprattutto poche ramificazioni corte non abbastanza sviluppate per ottenere un buon raccolto.
Inoltre, al fine di permettere una veloce cicatrizzazione dei tagli delle piccole ramificazioni è bene che la rimozione del ramo avvenga in prossimità del cercine senza tagliare quest’ultimo.