Come potare il Castagno
Come potare il Castagno
Il castagno europeo (Castanea sativa Mill., 1768) è un albero della famiglia delle Fagaceae che può raggiungere dimensioni considerevoli, in natura la sua altezza massima è di 30 metri con un estensione della chioma di circa 15 metri; ha un portamento colonnare e una chioma globosa molto espansa.
In questa scheda vedremo come potare il Castagno per ottimizzare la sua capacità produttiva.
Si tratta di piante monoiche con fiori femminili, facilmente riconoscibili con il loro aspetto a riccio e fiori maschili (amenti). Il castagno è una specie auto sterile, per cui per l’impollinazione è richiesta la presenza di varietà diverse. Inoltre, come per altre piante da frutto, anche il castagno è soggetto al fenomeno dell’alternanza della produzione tra diverse annate. Tra l’altro non tutte le piante manifestano l’alternanza della produzione lo stesso anno, per cui con interventi mirati di potatura dopo gli 8 – 9 anni di età si può limitare questo fenomeno.
Si ricordi infine che le castagne vengono prodotte principalmente all’esterno della chioma, per cui è necessario che lo sviluppo della pianta vada lasciato libero. Per questo motivo le forme di allevamento del castagno devono assecondare il portamento naturale della chioma.
Partiamo dalle caratteristiche della pianta del castagno; questa è una specie eliofila, che necessita quindi di un ambiente aperto e un esposizione in pieno sole per poter vegetare al meglio; per questo motivo, dovendo far sviluppare al meglio la chioma, le distanze di impianto dovranno tenere conto anche di questo aspetto per evitare il deperimento delle ramificazioni laterali che possono essere colte da seccume. In generale i sesti di impianto cambiano a seconda della varietà coltivata. Le varietà a frutto grosso richiedono una distanza di 8 metri tra le piante e 9 metri tra le file, mentre gli ibridi euro-giapponesi invece necessitano di circa 6 metri tra le piante e 7 metri tra le file.
La prima potatura da effettuare è quella di formazione
La fase di allevamento del castagno in genere va dai 4-5 anni negli ibridi giapponesi ai 6-7 per quelli europei. In questo lasso di tempo è necessario dare alla pianta la struttura base.
In questo senso il primo intervento, durante la messa a dimora, è quello di dotare la pianta di un palo di sostegno, per dare alla pianta un sostegno e guida durante la fase di accrescimento; in genere ha una lunghezza di 3 metri circa di cui un metro andrà interrato. È in questo momento che si effettuerà un primo accorciamento dell’astone principale ad un altezza variabile tra 120 e 130 cm.
Successivamente, dopo il primo anno dalla messa a dimora, va effettuata la rimozione dei polloni che si svilupperanno dal ceppo della pianta. Il taglio va eseguito all’attaccatura del pollone e talvolta può essere necessaria la rimozione del terreno per facilitare questa operazione.
In questo periodo l’astone principale avrà emesso alcune gemme, per continuare lo sviluppo dell’asse principale quindi se ne sceglierà una in posizione verticale.
Successivamente, quando il fusto principale raggiungerà un altezza importante, le ramificazioni fino ad un altezza di 3-3,5 metri vanno rimosse completamente; si lascerà questa parte completamente priva di vegetazione.
L’allevamento delle branche avverrà quindi a 3-3,5 metri, questo perché il castagno ha una tendenza dei rami ad abbassarsi, per cui si richiede un altezza maggiore per facilitare le varie lavorazioni. Queste ramificazioni vanno allevate liberamente, senza effettuare alcun taglio ed alcun intervento.
Data questa conformazione si passa così alla potatura di produzione
Nella potatura di produzione si deve tenere conto che le piante che portano già dei frutti dovranno essere potate annualmente.
Gli interventi consistono nell’ eliminare per prima cosa i polloni che si formano alla base del ceppo; vanno eliminati anche i succhioni che si sviluppano sulle branche e sul tronco.
È possibile in questa fase che si debbano eliminare eventuali branche sradicate dal peso della neve o da intemperie.
Ulteriori interventi vanno fatti sulla chioma per fare in modo da dare armonia alla forma, far penetrare la luce; per questo motivo si dovranno eliminare ramificazioni intricate e danneggiate.
Arrivati oltre il nono – decimo anno di età, per favorire la produzione si interviene con potature a carico della chioma. Si tratta di una tecnica che va effettuata su tutte le cultivar ma in particolar modo per quelle euro-giapponesi. Si tratta di una pratica finalizzata all’aumento della produzione che va effettuata ogni due o tre anni. La tecnica consiste nello sfoltimento di parte dei rami e delle sottobranche inducendo la pianta a produrre nuova vegetazione fertile, questo perché la fruttificazione avviene in maggioranza sui rami di un anno di età.
Questa potatura va operata mediante tagli di ritorno a carico delle ramificazioni delle sottobranche e delle branche principali. Questi interventi devono essere più accentuati sulle piante che hanno meno vigore e presentano una produzione più scarsa. Nei casi di piante con capacità produttiva stentata è necessario intervenire riducendo la chioma di circa il 30%; questo intervento si fa su rami lunghi 20-30cm.
Vediamo adesso la tecnica della potatura di rinnovo
Questa potatura interessa soprattutto le ramificazioni corte, con lunghezze al massimo di 30 cm, poste sulle branche e sulle sottobranche. Queste normalmente risultano poco produttive; effettuando un taglio però la pianta viene messa in condizioni di produrre nuova vegetazione. Interventi di rinnovo si devono effettuare quando le ramificazioni sono colpite dal cancro della corteccia per evitare la diffusione dei funghi, eliminando sin dal punto di origine la vegetazione.
Una vera potatura di rinnovo si ha quando le piante molto sviluppate, che hanno molti anni di vita, hanno bisogno di un intervento molto più drastico per indurle nuovamente a produrre. Si dovrà agire a livello delle branche e delle sottobranche con interventi di capitozzatura di queste ramificazioni. Ovviamente si dovrà agire con attrezzatura idonea quali seghe o motoseghe.
Infine vediamo la tecnica della potatura verde
Questa operazione riguarda soprattutto i polloni che si formano alla base del ceppo e che se fatti crescere sottraggono linfa alla pianta del castagno facendola produrre di meno.
Ricordiamo che tutti le operazioni di potatura vanno effettuate con arnesi sterilizzati e, soprattutto nel caso di tagli di maggiori dimensioni, vanno apposti prodotti rameici nelle parti interessate.
Inoltre è bene che ogni parte rimossa vada allontanata dal castagneto e, se ciò non è possibile, immediatamente bruciata per evitare il propagarsi di malattie fungine quali soprattutto quelle generate dal fungo Endothia parasitica.
Se, inoltre, sono rimaste delle ramaglie in seguito alla potatura è opportuno eliminarle e lasciare quanto più pulito il prato.
Buonasera,
Vi scrivo in quanto ho acquistato da poco una castagno, qualità bouche de betizac
Stavo leggendo i Vostri consigli per effettuare la prima potatura di formazione ma non mi é chiaro un passaggio
Quando il fusto principale raggiunge i 3/3.5m di altezza bisogna tagliare la cima in modo tale da far nascere e sviluppare le branche nel fusto? Mi sorge questo dubbio in quanto se non facessi questa operazione l’albero continuerebbe a crescere in altezza e le branche rimarrebbero piccole
Grazie
Certo, inoltre la potatura di formazione, dipende anche dalla forma di allevamento che si vuole dare.
Però tenga conto la la forma va scelta sempre in base a spazio, clima, ecc. Le forme più usate sono: vaso, palmetta, piramide e cespuglio.
Buongiorno ,
Ho diversi castagni che negli anni hanno raggiunto altezze considerevoli . Posso tagliare le cime senza che questo provochi danni alle piante ??
Gli alberi con chioma estesa possono essere sempre cimati. Tuttavia è bene effettuare sempre potature non decise, magari effettuando la cimatura gradualmente (a più riprese e a diverse altezze) di modo che la pianta abbia il tempo di germogliare in maniera equilibrata, fino a portarla alle dimensioni desiderate.