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Come coltivare il Caprifoglio

Come coltivare il Caprifoglio

La Lonicera caprifolium, conosciuta anche come Caprifoglio, è una pianta appartenente alla famiglia delle Caprifogliaceae. In questo genere rientrano delle piante comunemente note come caprifogli. Vi appartengono, tra gli altri il caprifoglio alpino (Lonicera alpigena), il caprifoglio comune (Lonicera caprifolium), il caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa) e il caprifoglio peloso (Lonicera xylosteum).
In questa scheda vedremo Come coltivare il Caprifoglio, riferendoci in maniera particolare alla Lonicera caprifolium.
La Lonicera caprifolium è una specie rampicante, originaria dell’Italia, chiamata anche “Madreselva”. È una specie a foglia caduca, che rappresenta il comune caprifoglio, con portamento rampicante, buona robustezza e vigorosità (cresce fino a 7 m. di altezza). Le sue foglie, di forma ovata od obovata, non persistenti, presentano la caratteristica di essere picciolate o perfogliate (la guaina della foglia avvolge il ramo in assenza di picciolo) a seconda che si trovino, rispettivamente, in basso a all’apice della pianta. I fiori, intensamente profumati, di colore giallo crema con sfumature rosa, lunghi 3-5 cm., compaiono da maggio in poi, riuniti in mazzetti di circa 6 esemplari, al centro delle foglie apicali.
Si tratta di un rampicante vigoroso, con fusti volubili che si abbarbicano a qualsiasi sostegno trovino, oppure si sviluppano strisciati. Questa pianta ha inoltre grande vigoria ed una lunga fioritura profumata, che dura per tutta l’estate.
È, inoltre, una pianta di facile coltivazione purché sia coltivata in un terreno fresco, dotato di sostanza organica, scegliendo una posizione soleggiata; l’unica attenzione è quella di fare in modo che la base, o piede, della pianta venga mantenuto leggermente ombreggiato, per proteggere l’apparato radicale.

Nell’impianto delle giovani piantine ricordarsi che, fino a quando il loro apparato radicale non sarà perfettamente formato sarà necessario innaffiarle, soprattutto nei periodi caldi, in modo tale da non fare mai seccare il substrato. Successivamente le piante affrancate e cresciute si accontentano delle piogge.
Per quanto riguarda la messa a dimora, di seguito viene indicato come operare.
Bisogna prepara il terreno con una vangatura profonda per eliminare sassi e erbacce ed aggiungere letame; in terreni pesanti aggiungere anche terriccio da piantagione, in quelli sabbiosi, ove possibile integrare con terreno più argilloso.
Prima dell’impianto bisogna immergere la pianta in un secchio d’acqua per umidificare correttamente la zolla di terra; in questo caso ottima è la tecnica dell’inzaffardatura.
Trascorse 24 ore si scava una buca profonda e larga 40-50 cm, a cui aggiungere letame maturo (o altra sostanza organica) in fondo alla buca e terra. Si immette la pianta, col suo supporto, avendo cura di non far piegare le radici e facendo in modo che il colletto della pianta sia perfettamente al livello del suolo. A questo punto si colma con ulteriore terra, si compatta leggermente e si innaffia abbondantemente.
Appena messa a dimora bisogna potare l’estremità dei rami perché la pianta si irrobustisca, e guida i ramoscelli in direzione del supporto. I nuovi germogli si avvolgono sul supporto. Se invece il caprifoglio viene piantato a ridosso di un muro, bisogna preventivamente predisporre un supporto come le griglie modulari.
Si ricorda qui che i caprifogli possono anche essere coltivati in vaso, profondo 50 cm almeno, in una miscela composta da parti uguali di terra vegetale franca e terriccio da piantagione.
Una volta messi a dimora ed in buone condizioni e in situazione favorevole, i caprifogli, come detto, non sono piante esigenti.
L’unica accortezza deve essere quelle di innaffiare regolarmente le giovani piante durante i due anni che seguono la piantagione affinché le sue radici possano affrancarsi in profondità. Le piante adulte sopportano le siccità passeggere, che bloccano la crescita e la fioritura. Se siamo invece in presenza di periodi siccitosi, saranno necessarie alcune annaffiature abbondanti (15-20 litri d’acqua).
Prima della ripresa vegetativa primaverile distribuire poi alla base delle piante del buon concime organico maturo, avendo cura di mescolarlo nella parte superficiale del substrato. Durante la crescita dei nuovi getti, inoltre, bisogna guidare i germogli affinché si distribuiscano armoniosamente sul loro supporto.
Il Caprifoglio, anche dal punto di vista fitosanitario, è una pianta alquanto resistente. Generalmente non teme malattie o parassiti, ma particolari situazioni di ristagno di umidità e carenza di illuminazione possono verificarsi attacchi d’oidio. In questo caso si può intervenire con fungicidi a base di poltiglia bordolese.




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