La Rutina
La Rutina
La rutina, la cui formula bruta o molecolare è: C27H30O16 ed il cui nome nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: 2-(3,4-diidrossifenil)-5,7-diidrossi-3-[(2S,3R,4S,5S,6R)-3,4,5-triidrossi-6-[[(2R,3R,4R,5R,6S)-3,4,5-triidrossi-6-metil-ossan-2-il]ossimetil]ossan-2-il]ossi-cromen-4-one. Chimicamente questo glicoside è formato dal flavonolo quercetina (aglicone) legato al disaccaride rutinosio.
La rutina, conosciuta anche come rutoside, è un glicoside flavonoico presente in alcune piante del genere Citrus, nel grano saraceno, nel vino rosso, nella menta piperita, nell’eucalipto, in foglie e petali del genere Rheum e in altre specie. Le fonti però più sfruttate per il loro contenuto in rutina sono i germogli di Sophora japonica (15-20%), le foglie di Eucalyptus macrorhyncha (circa il 10%) e quelle di Fagopyrum esculentum (grano saraceno, 5-8%). Tra gli alimenti di uso comune, che risultano essere ricchi in rutina, si ricordano gli asparagi, gli agrumi (soprattutto la loro scorza) e i frutti di bosco come more e mirtilli. Nelle piante, la rutina svolge un ruolo importante in quanto è in grado di combinarsi con i cationi permettendo alle cellule di ricevere e trattenere i nutrienti dal terreno.
La Rutina viene chiamata qualche volta impropriamente vitamina P, a sottolinearne la grande efficacia nel regolare la permeabilità dei capillari sanguigni. Non a caso l’uso di questo glicoside, trova impiego anche in specialità medicinali registrate per mantenere la fisiologica permeabilità e trofismo dei capillari; in particolari condizioni, come ad esempio le emorroidi, la capacità della rutina di agire come antiemorragico ed antiedemigeno può quindi avere un importante ruolo terapeutico. La rutina condivide in tal senso le medesime proprietà della quercetina. La rutina viene inclusa, inoltre, in una grande varietà di integratori destinati a promuovere la salute cardiovascolare, ad esempio in presenza di colesterolo alto, obesità o ridotta tolleranza al glucosio.
Alcuni studi hanno mostrato che la rutina è in grado di agire come agente chelante nei confronti del ferro bivalente contenuto nell’emoglobina, impedendo reazioni radicaliche con ioni idrossile e perossile, svolgendo quindi funzione antiossidante per cui potrebbe avere un ruolo importante nell’inibire la formazione di alcuni tipi di tumore.
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