Liquidambar styraciflua
Liquidambar styraciflua
Lo storace americano (Liquidambar styraciflua L.) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Altingiaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Sottodivisione Tracheobionta, Classe Magnoliopsida, Ordine Saxifragales, Famiglia Altingiaceae e quindi al Genere Liquidambar ed alla Specie L. styraciflua.
Etimologia –
Il termine Liquidambar proviene dal latino liquidus, liquido e dall’arabo ambar ambra: in riferimento alla resina profumata prodotta dall’albero. L’epiteto specifico styraciflua viene dal greco styrax resina (per antonomasia dal genere Styrax da cui si estrae una resina aromatica) e da φλύω phlúo trabocco: che trabocca di resina.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Liquidambar styraciflua è un albero originario del Nordamerica orientale, con un areale che va dal sud del Canada fino alla Florida e al Messico. Il suo habitat è quello dei boschi freschi e misti ed è stato importato in Europa come pianta ornamentale nel 1681.
Descrizione –
Lo storace americano è un albero di taglia medio-grande, che nella zona di origine può raggiungere i 40 metri di altezza; ha un tronco è diritto e la chioma, prima slanciata, diventa poi largamente piramidale. La scorza è liscia e grigia da giovane, poi rugosa e brunastra. Le foglie sono palmate a 5-7 lobi, con colorazione verde brillante che in autunno diventa porpora violaceo, arancione, giallo; misurano in lunghezza 12 cm e sono seghettate al margine e acuminate all’apice. È una specie monoica con fiori maschili, giallognoli, disposti in racemi all’estremità dei rami e fiori femminili isolati e sorretti da un lungo peduncolo inserito alla base del racemo. L’antesi è tra aprile e maggio.
Il frutto è una capsula legnosa riunita in una infruttescenza globosa. Ogni capsula contiene 1 o 2 semi. L’infruttescenza, dapprima verde, diventa legnosa ed è spinescente per la persistenza degli stili.
Coltivazione –
Il Liquidambar styraciflua è una pianta rustica e poco esigente e va messa a dimora nel tardo autunno, ricordando di concedergli uno spazio sufficiente per il futuro sviluppo. Preferisce un terreno fertile molto ben drenato, ma costantemente umido: in questo caso la pianta si sviluppa meglio che non su suoli poveri e aridi. Per la temperatura invernale non sussistono problemi, poiché la maggior parte delle cultivar di L. styraciflua resiste bene anche fino a – 15 /18° C. Le altre specie, invece, non tollerano temperature inferiori a – 5 °C. L’esposizione più indicata è quella in pieno sole, ma anche la mezz’ombra, tenendo presente la regola secondo cui quanto più intenso è il soleggiamento tanto più umido deve essere il terreno. Il ricorso all’irrigazione è necessario quando la pianta è stata messa a dimora da poco, ma va osservato che l’eccesso di acqua è dannoso almeno quanto la sua mancanza. La potatura invernale è essenziale solo se si desidera conferire una bella forma all’esemplare. La pianta sopporta male il trapianto.
Usi e Tradizioni –
La prima testimonianza della presenza di questo albero sembra essere in un’opera spagnola di F. Hernandez, pubblicato nel 1651, in cui lo descrive come un grande albero che produce una gomma profumata simile ambra liquida, da cui il nome. L’introduzione in Europa del Liquidambar styraciflua è del 1681, ad opera del missionario John Banister. Il naturalista britannico John Ray, nella sua Historia Plantarum (1686) la chiama la specie Styrax liquida.
Già nel XVII secolo gli Aztechi utilizzavano la resina, o ambra liquida, prodotta da quest’albero a scopi medicinali. La resina, che gli indigeni chiamavano ococal veniva impiegata contro molte malattie, ma principalmente per curare le malattie da raffreddamento. In caso di mal di denti riscaldavano l’estratto resinoso e lo appoggiavano sulla guancia. L’utilizzo di questa pianta fu fatto anche dai coloni inglesi delle colonie meridionali, forse perché ne avevano avuto notizie dagli spagnoli.
Già verso la fine del XVII secolo l’ambra liquida era uno dei rimedi più usati nel North Carolina. Secondo alcuni resoconti pare che questa resina profumata fosse efficace nella cura dell’herpes e delle infiammazioni.
Gli indiani d’America masticavano la resina per mantenere i denti sani; inoltre la impiegavano come rimedio cicatrizzante per i cavalli. Secondo un resoconto del 1795, un commerciante francese che si trovava presso i cherokee, riuscì a guarire dal prurito (scabia) bevendo per 10 giorni un decotto di copale o ambra liquida estratta dal Liquidambar.
Oggi il Liquidambar styraciflua viene utilizzato come erba aromatica, stimolante, antisettica, espettorante ed antinfiammatoria.
Per uso interno contro il mal di gola, tosse raffreddore, asma, bronchite, cistite e perdite vaginali. Per uso esterno in caso di piaghe, emorroidi, tricofizia, scabbia e congelamento. È un ingrediene del cosiddetto “Balsamo dei Frati”, preparato a base di benzoino, che mitiga i raffreddori e i problemi della pelle.
Dall’ incisione dalla corteccia sgorga una resina dall’aroma d’incenso chiamata impropriamente storace (visto che nulla ha a che fare con il genere Styrax, a parte la somiglianza del profumo), l’ambra liquida (da cui il nome spagnolo di liquidambar) impiegata in profumeria, come fissatore, soprattutto nei profumi con nota di gelsomino e, come aromatizzante dei cibi (gomma da masticare) e del tabacco.
Il legname di queste piante, di qualità mediocre, soprattutto nella sua area di origine, è utilizzato per impiallacciature e per piccoli contenitori; dai cinesi è impiegato per costruire le cassette destinate alla conservazione del thè.
Questa pianta, in Europa ed in altre parti del mondo, è diffusa soprattutto come ornamentale. I colori molto appariscenti della chioma autunnale, fanno del Liquidambar una specie ricercata per ornare infatti parchi e giardini.
Modalità di Preparazione –
Il Liquidambar styraciflua trova applicazione come erba aromatica, stimolante, antisettica, espettorante ed antinfiammatoria. La resina, o ambra liquida, prodotta da quest’albero viene usata per scopi medicinali e viene impiegata in profumeria, come fissatore, soprattutto nei profumi con nota di gelsomino e, come aromatizzante dei cibi.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.