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Berberis vulgaris

Berberis vulgaris

Il crespino comune, conosciuto anche come trespigno o spina acida (Berberis vulgaris L., 1753) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Berberidaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Ranunculales, Famiglia Berberidaceae e quindi al Genere Berberis ed alla Specie B. vulgaris.

Etimologia –
Il termine è la forma latinizzata dal sanscrito varvarata, ruvidezza. L’epiteto specifico vulgaris proviene da vúlgus volgo: molto comune, ordinario per la grande diffusione, banale.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il crespino comune è una specie spontanea che cresce nelle zone aride montane, ai margini dei boschi, nelle siepi, nei pascoli fra i 100 e i 2000 m.

Descrizione –
Berberis vulgaris è una specie latifoglie a portamento arbustivo o di piccolo albero alto da uno a tre metri con rami spinosi; ha grosse radici scure all’esterno e gialle all’interno. Le foglie sono semi-persistenti, ellittiche, ristrette alla base in un corto picciolo e arrotondate all’apice con superficie larga e lucida e margine dentellato; sono alterne sui rami lunghi oppure sono riunite in fascetti su dei rametti molto corti, alla base di ognuno dei quali è presente una spina composta da tre a sette aculei pungenti. Possiede dei fiori piccolo, riuniti in mazzetti di colore giallo e con sei petali. L’antesi avviene nel periodo tra aprile-maggio e la maturazione avviene ad luglio. Il frutto è una bacca, oblungo-ellissoide, rossa, spesso pruinosa, di 3-4,5 x 5-9 mm, con 2 semi fusiformi, piano convessi, brunastri di 4,5-6,5 mm.

Coltivazione –
Il Berberis vulgaris predilige i luoghi soleggiati e i climi caldi e le piante adulte sopportano bene anche il freddo. I suoli devono essere soffici, sciolti, ricchi di materia organica e ben drenati.
Per quanto riguarda i fabbisogni idrici, gli esemplari adulti generalmente si accontentano delle piogge e quindi vanno annaffiati solo quando il terreno è completamente asciutto e durante i periodi siccitosi.
La pianta si propaga per seme e per talea semilegnosa in agosto-settembre. La semina va effettuata nel mese di novembre. La propagazione per talea va praticata tra agosto e settembre. Le talee di rametti semilegnosi prelevate con cesoie ben affilate e disinfettate vanno messe a radicare in un miscuglio di sabbia e terriccio. A radicazione avvenuta, le nuove piante vanno messe in singoli contenitori e coltivate in vaso almeno per 2 – 3 anni per consentire l’irrobustimento dell’apparato radicale.
La messa a dimora in piena terra delle piante destinate a formare siepi va effettuata nel periodo ottobre – aprile in buche profonde e ben drenate. La pianta è resistente e rustica e tollera abbastanza le potature.

Usi e Tradizioni –
Il crespino comune, per le sue spine, viene utilizzato anche per fare una siepe difensiva e impenetrabile nei confini degli appezzamenti. È un’erba officinale ed un’erba medicinale. Possiede infatti proprietà farmaceutiche, quali proprietà amaricanti, toniche, astringenti, febbrifughe, depurative, diuretiche. Viene usata la corteccia delle radici come anche foglie e frutti. Alcune varietà di crespino con foglie rosse o con bacche gialle vengono usate come ornamentali ed alcune sono sempreverdi.
Quando i frutti maturano nel periodo di luglio hanno un sapore aspro-acido e non sono molto buoni. Dopo le prime gelate, in autunno, i frutti si addolciscono e possono venire usati per preparare marmellate, confetture e sciroppi dal sapore forte e gradevole. In ogni caso solitamente i frutti non si consumano allo stato fresco. Sono molto ricchi di acido malico (e a questo si deve il loro sapore acido) e di vitamina C. Per chi si accingesse a raccogliere le bacche, è consigliata cautela per via delle terribili spine. In altre tradizioni culinarie, come ad esempio quella russa e soprattutto l’iraniana, i frutti vengono utilizzati spesso per bevande gassate e succhi ma anche per piatti di carne. In Iran vengono consumati solitamente secchi e in occasione di ricorrenze speciali quali ad esempio il matrimonio.
Le bacche di crespino sono conosciute da più di 2000 e sono state utilizzate nella medicina tradizionale per il trattamento di molte malattie; in particolare sia la medicina tradizionale cinese che la medicina indiana ayurveda utilizzano queste bacche da sempre. Nonostante ciò la medicina ufficiale dedica ancora poca attenzione alle proprietà di questi frutti, in particolare alla berberina, sostanza contenuta nelle bacche a cui sono attribuite molte delle loro proprietà benefiche.
Oltre ad essere ricche di vitamina C, queste interessanti bacche contengono una sostanza chimica chiamata berberina, un alcaloide potenzialmente velenoso ma allo stesso tempo curativo, tant’è che la sostanza viene utilizzata per la preparazione di rimedi omeopatici. La berberina agisce come un antibiotico, ed esplica un’azione fungicida e antibatterica.

Modalità di Preparazione –
Le bacche del Crespino comune non si consumano fresche. Nell’ultima fase della maturazione, in autunno, dopo le prime fredde notti, si addolciscono e possono venire usate per preparare marmellate e sciroppi, oppure possono essere essiccate. Generalmente queste bacche vengono fatte essiccare in modo che possano essere conservate tutto l’anno. In cucina le bacche essiccate possono essere unite alle insalate apportando sapore e importanti nutrienti. Possono inoltre essere aggiunte ai cereali della colazione, insieme ad altra frutta secca come le mandorle o le noci pili.
Con l’aggiunta di zucchero o miele, le bacche fermentano facilmente dando origine ad una specie di vino, già noto nell’antichità con il nome di vino di Berberi. Nella cucina persiana le bacche essiccate di Crespino vengono usate in cucina per preparare piatti a base di pollo.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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