Bovista plumbea
Bovista plumbea
La Vescia plumbea o Vescia di lupo (Bovista plumbea Pers., 1795) è un fungo saprofita appartenente alla famiglia delle Agaricaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Sottodivisione Agaricomycotina, Classe Agaricomycetes, Sottoclasse Agaricomycetidae, Ordine Agaricales, Famiglia Agaricaceae e quindi al Genere Bovista ed alla Specie B. plumbea.
Etimologia –
Il termine del genere Bovista proviene da buff-fist, che è il nome dialettale tedesco della vescia. L’epiteto specifico Plumbea proviene da plumbeo, plumbum, come il colore del piombo.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Bovista plumbea è un fungo saprofita che si può ritrovare nel periodo dalla primavera all’autunno, nei pascoli e prati incolti, anche sotto latifoglie, ma non oltre i 2500 metri. Si tratta di una specie ubiquitaria del continente europeo.
Riconoscimento –
La Vescia plumbea si riconosce per avere un carpoforo globoso, aderente al suolo per rizoidi miceliari della dimensione di 2–4 cm di diametro; l’involucro esterno (esoperidio) è di colore bianco, sottile e fragile (che si rompe come un uovo) mentre l’endoperidio, cioè l’involucro interno, è relativamente tenace inizialmente di colore bianco, a maturità grigio-piombo che si rompe alla sommità per l’emissione delle spore. La gleba è di colore bianco negli esemplari giovani che poi diviene gradatamente verdastra-bruna sino a trasformarsi in polvere bruna. Al microscopio si notano delle spore di 4,5-6 x 4.5-5.5μ µm, ovali e brune in massa.
Coltivazione –
La Vescia di lupo, essendo un fungo saprofita si potrebbe prestare più facilmente alla coltivazione. Di fatto, l’interesse alla coltivazione, e quindi anche alla preliminare sperimentazione dei substrati e delle condizioni dell’habitat più idoneo è legata all’interesse commerciale della specie. Anche se le vesce sono funghi commestibili, finché la gleba è bianca, l’interesse commerciale non è tale da spingere, almeno fino ad adesso, a tentativi concreti di coltivazione.
Usi e Tradizioni –
La Bovista plumbea si può considerare un fungo di buona commestibilità ma, come tutte le “vesce” è commestibile solo finché la gleba è bianco-candida.
Per la determinare se queste siano ancora idonee alla raccolta, basta operare un saggio con la pressione delle dita per verificare se sono cedevoli oppure no. Se sono cedevoli è bene non raccoglierle e lasciarle sul posto. La verifica finale poi va fatta al taglio per rendersi conto se la gleba è bianca oppure no.
Modalità di Preparazione –
La Vescia plumbea, come detto, è commestibile buono ma rende bene solamente “impanato”; cotto in altri modi è risultato un commestibile molto mediocre.
Le vesce non sono adatte ad essere essiccate in quanto diventano di consistenza simile al cartone. Non possono essere conservate neanche sott’olio perché la parte interna fa da spugna e assorbirebbe tutto l’olio diventando immangiabile. E neanche conservate surgelate (l’effetto sarebbe lo stesso: cattivo sapore come di gomma o di carta). Per questo motivo si consumano solo fresche e quando la parte interna (la gleba) è ancora di colorazione tutta bianca senza alcuna sfumatura più o meno colorata.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.