Amanita eliae
Amanita eliae
L’Amanita eliae (Amanita eliae Quél., 1872) è un fungo appartenente alla famiglia delle Amanitaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Basidiomycetes, Ordine Agaricales, Famiglia Amanitaceae e quindi al Genere Amanita ed alla Specie A. eliae.
Etimologia –
Il termine Amanita deriva dal nome del monte Amanos della Turchia asiatica o dal greco ἀμᾱνῖται amanítai, appellativo dato dagli antichi Greci ai funghi in genere. L’epiteto specifico eliae è stato dato in onore da Lucien Quélet al micologo svedese Elias Magnus Fries (1794-1878).
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Amanita eliae è considerata rara, ma una parte di questa fama deriva sicuramente, come spesso in questi casi, dalla sua crescita un po’ fuori stagione; si trova “fedelmente” sotto Quercus cerris L. nel periodo tra Maggio e Giugno ed inizio autunno.
Riconoscimento –
L’Amanita eliae si riconosce per un cappello con diametro 6-7 cm massimo di 9 cm, convesso, con colorazione giallastra che, al centro assume tonalità rosato-salmone; presenta dei residui del velo primario, formate da verruche biancastre; il margine è leggermente striato. Le lamelle sono bianche, fitte, larghe, libere al gambo, il quale è di 11 x 1,5 cm, biancastro, slanciato, cilindrico, un pò rastremato verso l’apice; ha un anello membranoso bianco che, inferiormente, presenta delle squamettature brunastre; volva fioccolosa, fragile, bianca; base bulbosa e profondamente interrata. La carne è di colore rosato sotto la cuticola e biancastra altrove, fragile di odore e sapore poco pronunciati.
All’esame microscopico si notano delle spore lisce, non amiloidi, ellittico-ovoidi spesso con presenza di guttule e contenuto granuloso (9,5)10-12(12,5) × 6,5-8 µm, con Q variabile tra 1,4 e 1,7. I basidi sono essenzialmente tetrasporici, clavati spesso con parte superiore tozza, squadrata, anch’essi con contenuto granuloso e guttule,. 45-57 × 11-13 µm. il filo lammellare si presenta con numerose cellule clavate a sub-capitulate raramente superanti in lunghezza i basidi. Il velo generale è costituito da sferocisti ampi, inframezzati da cellule allungate, rigonfie.
Coltivazione –
L’Amanita eliae non è un fungo coltivato né tantomeno oggetto di ricerca in tal senso anche per la sua commestibilità è di innocuità non perfettamente comprovata.
Usi e Tradizioni –
Questo fungo, in relazione alla sua commestibilità, è da considerasi tecnicamente “non commestibile in quanto di innocuità non comprovata”. In parole più semplici, non si hanno sufficienti prove che la si possa mangiare senza conseguenze negative per il nostro organismo. Si ricorda a tal proposito che l’Amanita junquillea, la specie a lei più vicina, pur se molto più comune, solo recentemente ha rivelato la sua tossicità. Per di più la sua importanza alimentare sarebbe fortemente limitata dalla scarsa diffusione, dalla scarsa abbondanza nel breve periodo di crescita, oltre che dalla scarsa consistenza della carne. In ogni caso è pertanto da considerarsi, anche se fosse commestibile, di scarso valore.
Modalità di Preparazione –
L’Amanita eliae è stata consumata ma si hanno scarse notizie sui suoi concreti utilizzi in cucina, e visti i dubbi ancora esistenti sulla sua commestibilità e, soprattutto la rarità, anche per motivi ecologici se ne sconsiglia la raccolta e tanto meno la preparazione.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.