Cryptomeria japonica
Cryptomeria japonica
La Cryptomeria japonica (Cryptomeria japonica (Thunb. ex L.f.) D.Don, 1841) è una pianta appartenente alla famiglia delle Cupressaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Pinophyta, Classe Pinopsida, Ordine Pinales, Famiglia Cupressaceae e quindi al Genere Cryptomeria ed alla Specie C. japonica.
Etimologia –
Il termine Cryptomeria proviene dal greco κρυπτός kryptós, nascosto e μηρΰομαι merýomai, contrarre, stringere insieme: per le foglie strettamente avvolte a nascondere i rami. L’epiteto specifico japonica fa riferimento alla sua origine.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Cryptomeria japonica è un albero originario delle Pianta originaria isole di Kyushu e Honshu in Giappone e della cina suorientale, dove può raggiungere i 40 metri di altezza. Questa specie fu introdotta in Europa intorno alla seconda metà dell’Ottocento dove è stata utilizzata come pianta ornamentale nei parchi e nei giardini.
Descrizione –
La Cryptomeria japonica è un albero alto fino a 40 metri con chioma piramidale, disomogenea ed arrotondata in alto. Il tronco è diritto, tozzo, con scorza di colore bruno-rossastra, sfibrata longitudinalmente, quindi solcata che si sfoglia in lunghe placche grigie. Le foglie sono persistenti e sono degli aghi incurvati verso l’interno, lunghi 1-2 cm, inseriti a spirale; in inverno assumono un colore tendente al brunastro.
I coni maschili sono ovoidali, gialli, posti all’apice dei rametti terminali e lunghi circa 3 mm; quelli femminili sono terminali, sferici, un po’ più grandi e di colore verdognolo. Dopo l’impollinazione divengono dei galbuli di circa 2 cm, con l’asse centrale a volte prolungato oltre le squame in un giovane germoglio vegetativo. Le squame sono ornate da fitte sculture. Quando il galbulo raggiunge la maturità si apre lasciando cadere i semi e persiste sull’albero per diversi mesi.
Coltivazione –
La Cryptomeria japonica è una specie che predilige un habitat collinare o montano, preferendo un clima temperato umido e suoli fertili e profondi non calcarei, con elevata umidità ambientale e stagione calda mitigata da frequenti precipitazioni; è una pianta che si adatta a qualunque esposizione: dal pieno sole all’ombra e si presta pertanto ad impianti molto densi. Si moltiplica sia tramite semina primaverile che per via agamica a fine estate per talea, si utilizzano per il trapianto soggetti di 4-5 anni con circa 4000-4500 piante/ha. Viene utilizzata nell’arboricoltura da legno e governata, grazie al rapido sviluppo vegetativo, a fustaia, con cicli di 35-40 anni. Per i dettagli della tecnica di coltivazione si può consultare la seguente scheda.
Usi e Tradizioni –
La Cryptomeria japonica è considerato nei luoghi di origine un albero sacro e, per questo motivo è spesso piantato vicino ai templi.
Le piante di questo genere forniscono essenze legnose volgarmente e commercialmente denominate cedro (o cedro rosso). A seconda della specie, si parla di cedro rosso giapponese per la Cryptomeria japonica e di cedro cinese per la Cryptomeria japonica var. sinensis. Il legno è profumato ed abbastanza leggero (p. sp. 0,40 da secco), con colorazione rosa-rossastro, tenero, omogeneo e molto durevole; si tratta di un legno particolarmente resistente ai marciumi e ai processi di decomposizione e, anche per questo, viene utilizzato per la fabbricazione di mobili.
In Giappone trova largo impiego nelle costruzioni in legno e per la realizzazione dei pannelli divisori all’interno delle abitazioni.
Il suo utilizzo come pianta ornamentale è legato anche alla proprietà di mutare il colore delle foglie nella stagione invernale, virando verso sfumature rosso-ruggine o bronzato; le sue cultivar nane vengono impiegate per creare giardini rocciosi o in vaso sui terrazzi.
Modalità di Preparazione –
La Cryptomeria japonica non ha particolari utilizzi di natura alimentare o terapeutica.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.