Antichi popoli Liguri e l’agricoltura
Antichi popoli Liguri e l’agricoltura
La fonte più antica che cita i Liguri è rappresentata da una discussa versione di un frammento di Esiodo (fine VIII – inizi VII secolo a.C.), riportato da Strabone che cita i Liguri (Libuas o i Libi?) insieme agli Etiopi e agli Sciti come i più antichi abitanti dell’Occidente.
I liguri erano una popolazione del primo millennio avanti Cristo le cui tracce sono note nella area vicino al confine francese di Ventimiglia, sui Balzi Rossi e nelle spiagge delle Arene Candide presso Finale Ligure. I Liguri (in greco Λιγυες, ovvero Ligues e in latino Ligures) hanno dato il suo nome all’odierna regione della Liguria, attestata intorno al 2000 a.C. nel nord Italia e nella Francia meridionale (i due estremi tradizionali della cultura ligure vengono solitamente posti alle foci del Rodano fino alle foci dell’Arno). Fino al II millennio a.C. si pensava che i Liguri occupassero ampi territori dell’Italia nord-occidentale ed anche nord-orientale (Cultura di Polada, Euganei) per poi essere ristretti nei loro confini storici dal sopraggiungere di nuove ondate di popoli Indoeuropei (proto-Italici, Venetici e proto-Celti).
I Liguri occupavano un territorio che equivale all’attuale Liguria, alla Toscana settentrionale, al Piemonte, ad una parte della Lombardia (occidentale e meridionale), all’Emilia-Romagna (province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena), ed in parti del sud-est della Francia. Va citata anche la popolazione forse di ceppo ligure dei Còrsi che popolava la Corsica e il nord-est Sardegna nel II e I millennio a.C.
I reperti storici denotano le qualità di solidarietà ed onestà di una popolazione agricola e pastorale non ancora divisa in classi e in cui le donne affrontavano le stesse fatiche degli uomini in una terra definita sassosa, sterile, aspra o coperta di alberi da abbattere. Anche se Marco Porcio Catone definisce i Liguri ignoranti e bugiardi, un popolo che ha perso memoria delle proprie origini. L’economia ligure era basata su un’agricoltura primitiva, sulla pastorizia, sulla caccia e sullo sfruttamento delle foreste. Diodoro Siculo scrive dei Liguri: «Essendo il loro paese montuoso e pieno di alberi, gli uni di essi tutto quanto il giorno impiegano in tagliar legname, a ciò adoperando forti e pesanti scuri; altri, che vogliono coltivare la terra, debbono occuparsi in rompere sassi, poiché tanto è arido il suolo che cogli strumenti non si può levare una zolla, che con essa non si levino sassi. Però, quantunque abbiano a lottare con tante sciagure, a forza di ostinato lavoro superano la natura […] si danno spesso alla cacciagione, e trovando quantità di selvaggiume, con esso si risarciscono della mancanza di biade; e quindi viene, che scorrendo per le loro montagne coperte di neve, ed assuefacendosi a praticare poi più difficili luoghi delle boscaglie, indurano i loro corpi, e ne fortificano i muscoli mirabilmente. Alcuni di loro per la carestia de’ viveri bevono acqua, e vivono di carni di animali domestici e selvatici.»
Ovviamente la morfologia della regione ove vivevano prevalentemente (la Liguria) li portò a diventare abili commercianti del mare. Infatti già in epoca antichissima i Liguri erano noti nel mediterraneo per il commercio della preziosissima ambra baltica. Con lo sviluppo delle popolazioni celtiche i Liguri si ritrovarono a controllare un cruciale accesso al mare, divenendo (a volte loro malgrado) custodi di un’importante via di comunicazione. Ciò fa presupporre una relazione tra lo sviluppo progressivo di una precedente agricoltura primitiva, con una via via più avanzata, sia per gli scambi culturali con altre popolazioni (quali anche i Corsi ed i Sardi) che per l’apprendimento di tecniche agricole fuori dai loro territori.
È possibile, tra l’altro, che, favoriti da una esposizione a sud, gli agricoltori liguri mutuassero le coltivazioni tipiche di aree più a sud, quali soprattutto quelle orticole, modificando le rozze e spesso poco produttive coltivazioni tradizionali. L’attuale caratteristica produttiva della Liguria dovrebbe essere iniziata proprio con loro. I Liguri abitavano in borghi formati da capanne sparse, preferibilmente a “mezza costa” di pendii montagnosi per sfruttare la posizione elevata ma potendosi meglio organizzare a procacciare cibo che non sulle vette appenniniche o alpine.
Guido Bissanti