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Glycyrrhiza glabra

Glycyrrhiza glabra

La Liquirizia (Glycyrrhiza glabra L., 1758) è una specie erbacea perenne appartenente alla famiglia Fabaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Rosidae, Ordine Fabales, Famiglia Fabaceae, Sottofamiglia Faboideae, Tribù Galegeae e quindi al Genere Glycyrrhiza ed alla Specie G. glabra.

Etimologia –
Il termine Glycyrrhiza proviene dal greco γλῠκύς glycýs dolce, amabile e da ῥίζα rhíza radice: che ha dolci radici. L’epiteto specifico glabra si riferisce ovviamente a glabro, senza peli.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La specie Glycyrrhiza glabra , che è quella più usata per la produzione della liquirizia, è originaria dell’Asia sudoccidentale e della regione mediterranea. Questa specie cresce principalmente nell’Europa meridionale in terreni calcarei e/o argillosi.

Descrizione –
La pianta della Liquirizia è caratterizzata dalla presenza di lunghe radici legnose. I fusti sono eretti e flessuosi e le foglie sono imparipennate, composte da 9-15 foglioline ovali o ellittiche. I suoi fiori sono di colore azzurro-violaceo o biancastro e sono riuniti in racemi lassi e allungati. Il frutto è un legume coriaceo, glabro o con poche setole.

Coltivazione –
La Glycyrrhiza glabra è una pianta che ama il clima mite mentre trova qualche problema a esser coltivata in climi più rigidi. La sua coltivazione richiede inoltre suoli abbastanza asciutti, soffici, sabbiosi ed un’ottima esposizione solare, non teme il caldo estivo. Per la tecnica di coltivazione puoi consultare la seguente scheda.

Usi e Tradizioni –
La Glycyrrhiza glabra è una pianta caratterizzata dall’avere un grosso rizoma da cui si estendono stoloni e radici, lunghi fino a due metri. Della liquirizia vengono usati i fusti sotterranei di piante di tre-quattro anni, raccolte durante la stagione autunnale ed essiccate.
L’uso della liquirizia si perde forse nella notte dei tempi. Di sicuro era già una pianta importante nell’antico Egitto, in Assiria e in Cina; era inoltre nota nell’antica medicina greca ma solo nel XV secolo è stata introdotta dai frati domenicani in Europa. Come riporta il primo erbario cinese, è evidente che in Asia la liquirizia sia utilizzata da circa 5.000 anni. Nella medicina cinese viene prescritta per curare la tosse, i disturbi del fegato e le intossicazioni alimentari. La Calabria vanta una centenaria tradizione nella produzione di liquirizia e ne è la maggior produttrice, seguita dall’Abruzzo, dove si lavora la pianta fin dall’epoca romana, soprattutto ad Atri e dintorni.
Nei paesi arabi l’estratto di liquirizia diluito in acqua è alquanto diffuso e chiamato sūs (in arabo: ﺳﻮﺱ‎). I venditori di questa bevanda indossano un abito multicolore e copricapo a forma di ampio sombrero, con piccoli sonagli appesi al bordo della falda. In Egitto il richiamo ai potenziali clienti è: «ʿerq sūs, yā ḥarranīn (liquirizia, o accaldati)».
Oltre che nell’erboristeria e nella medicina cinese, la liquirizia è utilizzata in cucina per la preparazione di dolci, caramelle e tisane e come additivo per le sigarette insieme al cacao.
Le antiche tradizioni popolari attribuivano già alla liquirizia diverse proprietà farmacologiche: digestive, antinfiammatorie, cicatrizzanti, antibatteriche, emollienti, rinfrescanti, espettoranti, corticostimolanti, antiflogistiche, depurative, diuretiche e protettive della mucosa. Ippocrate la consigliava contro la tosse.
Il principio attivo più importante della liquirizia è la glicirrizina che le conferisce un’azione antinfiammatoria e antivirale. Inoltre è più dolce del saccarosio.
La liquirizia può non essere indicata per alcuni soggetti sensibili al principio attivo, in modo particolare se somministrata a bambini, a persone che hanno superato i 55 anni d’età e a soggetti che ne assumono dosi maggiori di quelle consigliate e per lunghi periodi di tempo.

Modalità di Preparazione –
Della Glycyrrhiza glabra si utilizzano sia le foglie, che le radici. Le foglie posseggono proprietà cicatrizzanti, antibatteriche e antinfiammatorie e vanno usate fresche. Le radici vengono prelevate, in autunno, da piante che hanno almeno tre anni. Vengono ripulite dalle radichette laterali, lavate, tagliate a pezzi e fatte essiccare in forno senza superare i 40°C. Vengono poi conservate in luogo asciutto.
Il succo di liquirizia è estratto a caldo tramite acqua bollente e concentrato tramite bollitura in caldaie aperte. Il concentrato solidificato può essere invece lavorato con processi di estrusione a caldo. Infine, la pasta nera, densa, lucida e profumatissima passa attraverso alcuni macchinari che le danno la forma desiderata (spezzata, rombetti, ecc).
In commercio i fusti possono essere trovati in bastoncini da masticare, tagliuzzati per decotti e tisane, in confetti preparati con estratto di liquirizia pura, ridotta in polvere e in succo (estratto nero) come dolcificante e correttivo del sapore nell’industria farmaceutica.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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