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Come coltivare i garofani

Come coltivare i garofani

Il garofano comue (Dianthus caryophyllus L.) è una specie di Dianthus, molto probabilmente nativa della regione del Mediterraneo ma la sua esatta origine non è nota a causa della coltivazione estensiva che se ne è fatta negli ultimi 2.000 anni. Si tratta di una pianta perenne erbacea di altezza fino ad 80 cm. Questo è l’antenato selvatico del garofano da giardino che, grazie alla selezione ed ibridazione operata dall’uomo, vanta innumerevoli  varietà. In questa scheda vedremo come coltivare i garofani, valutando le tecniche più appropriate. Il loro uso è esclusivamente ornamentale sia per aiuole che per fiore reciso. Si tratta comunque di una pianta coltivabile, nei climi mediterranei, con molta facilità, considerando che le varietà annuali possono essere coltivate nel periodo primaverile, con fioritura nel periodo estivo, mentre quelle perenni fioriscono dall’autunno fino alla primavera successiva.

Per la sua coltivazione il garofano richiede un terreno ben drenato, di medio impasto, ricco di sostanza organica, leggermente alcalino ed esposto in pieno sole. La lavorazione preliminare va fatta per eliminare le infestanti e rompere eventuali croste di terreno. Ovviamente cambiano gli attrezzi in funzione dell’estensione coltivata; si va dagli erpici per grandi estensioni fino alla vangatura per coltivazioni in aiuole. La coltivazione del garofano poi viene molto effettuata in serra per offrire un prodotto in momenti di migliore prezzo dei fiori. Inoltre i garofani possono essere coltivati anche in vasi e fioriere: in tal caso è bene creare un substrato con una mescolanza identica di terreno, terriccio per fiori e di sabbia grossolana, anche calcarea. La propagazione del garofano avviene per talea (questo consente di mantenere le stesse caratteristiche della pianta madre). Il periodo migliore per moltiplicare il garofano per talea è quello autunnale, in ambiente riparato. Si parte dal prelievo di steli più robusti e forti, prelevandone una porzione di 10-12 cm; la talea va prelevata con un coltello ben affilato, con taglio longitudinale in modo da avere una maggiore superficie di callo per la radicazione; si tolgono le foglie basali appena sotto un nodo e tagliare a metà quelle rimanenti (si diminuisce la superficie traspirante); per la radicazione si possono usare ormoni naturali ed un substrato composto da miscela di sabbia e torba, interrando le talee, per 3-4 cm,  a una distanza di circa 4-5 cm l’una dall’altra. Le talee vanno poste in luogo illuminato ed irrigate per le prime due settimane giornalmente. Il trapianto potrà avvenire dopo circa 4 settimane, in vasetti di 5-7 cm di diametro, con substrato più ricco, quando si sarà certi che le giovani piantine avranno emesso i primi germogli e foglioline. La messa a dimora i pieno campo andrà fatta all’inizio della primavera e comunque quando si sarà certi che non si verifichino pericoli di gelate. Prima della messa a dimora in pieno campo il terreno andrà concimato possibilmente con letame maturo o con compost, nel periodo di fine inverno – inizio primavera.
In vaso la tecnica è ovviamente differente ed i garofani possono essere concimati con fertilizzanti liquidi appositi anche una volta al mese.
In generale per avere maggiori fioriture, se non state coltivando per finalità commerciali da fiore reciso, vanno tolti costantemente i fiori appassiti per stimolare nuove fioriture.
Tra i parassiti più temuti dai garofani ricordiamo l’oidio o mal bianco (generato quasi sempre da elevata umidità e scarsa insolazione) e la Fusariosi, un fungo che provoca l’ingiallimento e l’appassimento degli steli e delle foglie. Tra le malattie dovute a parassiti animali, le più frequenti sono quelle dovute a tripidi, larve della tortrice e acari.




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