Uso delle Alghe in agricoltura biologica
Uso delle Alghe in agricoltura biologica
Le applicazioni e l’uso delle alghe in agricoltura biologica sono in pieno fermento (come in tutti i settori) spinta dalla necessità di nuovi algoritmi produttivi ed energetici. Così la ricerca di soluzioni naturali in favore della Natura è un campo sempre più di analisi e ricerca. Tra le nuove soluzioni spunta all’orizzonte (anche se il loro uso non è proprio recente) l’uso delle alghe in agricoltura biologica.
Il principale interesse per queste crittogame deriva dai loro contenuti in sostanze ormonosimili in in grado di chelare i metalli favorendone l’assorbimento da parte delle piante. Per esempio il loro utilizzo nel di caso dei prodotti ortofrutticoli ha conferito una maggiore resistenza alle marcescenze in fase di maturazione. Altri studi denotano inoltre un effetto repellente verso gli insetti.
Altri usi provati e testati in varie parti del mondo sono stati rivolti alle concimazioni in pieno campo oppure negli allevamenti, come integratori alimentari. Attualmente, specie in frutticoltura ed orticoltura biologica, vengono usate in trattamenti fogliari come biostimolanti, in fioritura, allegagione e nei momenti di stress.
Siccome il miglioramento nella crescita delle piante è legato alle sostanze regolatrici di questa fase fenologica, utile è l’utilizzo di queste sostanze contenute naturalmente in alcune specie di alghe.
Ancor oggi, nonostante esistano diverse migliaia di specie di alghe, solo poche specie vengono utilizzate per la produzione dei molti estratti impiegati in agricoltura. Quindi un settore di grande interesse. Queste alghe appartengono tutte alla famiglia delle alghe brune. Ad oggi molti studi, in varie Istituti di Ricerca, sono stati effettuati per spiegare il meccanismo di azione di questi prodotti e diverse sono le teorie che hanno fondamenti scientifici e che vengono comunemente accettate. Tra questi meccanismi la presenza di mannitolo e acido alginico contribuisce a migliorare la veicolazione di sostanze nutrienti nelle piante in relazione alle capacità chelanti di tali sostanze. In altri casi le auxine (contenute nelle alghe)promuovono lo sviluppo dell’apparato radicale favoredno l’allungamento delle cellule e l’allegagione; le citokinine promuovono la suddivisione cellulare; le gibberelline promuovono l’allungamento e la suddivisione delle cellule; le betaine migliorano la capacità delle piante di resistere a condizioni di stress.
Oggi le specie su cui più si è lavorato e che maggiormente vengono utilizzate, anche in prodotti commerciali, sono: Ascophyllum nodosum, Macrocystis, Ecklonia maxima, Fucus, Durvillea potatorum, Laminaria e Sargassum.
Tralasciando i processi di estrazione dei vari principi attivi, e delle modalità di produzione ed estrazione, si apre un ampio panorama che deve vedere le aziende agricole direttamente interessate all’utilizzo di queste specie. Come al solito serve personale qualificato e preparato per evitare che l’uso, l’estrazione e la produzione delle alghe diventi solo un fatto commerciale non supportato sa solide basi scientifiche e quindi tecniche. Infatti, l’efficacia dei prodotti a base di alghe dipende dalle colture alle quali sono applicati e i risultati possono essere anche molto diversi in funzione del prodotto, delle colture e delle modalità di applicazione utilizzate. Per questo motivo ogni prodotto ed ogni estratto hanno bisogno di linee guida, dosi e tempistiche di applicazione specifiche.
Guido Bissanti