Un Mondo Ecosostenibile
Natura da Salvare

I Nebrodi

I Nebrodi

I Nebrodi sono di certo tra gli ambienti maggiormente da salvaguardare. Come tutte le aree interne, sono oggetto di spopolamento, abbandoni, perdita di biodiversità, ecc.. Il termine Nebrodi è derivato dal greco νεβρός (nebrós), “cerbiatto” o Caronie.
Questi sono una catena montuosa della Sicilia settentrionale (provincia di Messina) che, assieme alle Madonie ad ovest e ai Peloritani ad est, costituiscono gran parte dell’Appennino Siculo.
Questo territorio s’affaccia, a nord, direttamente sul Mar Tirreno, con orografie che spesso sono a strapiombo; sono delimitati nella parte meridionale dall’Etna, dalla quale sono separati dal fiume Alcantara e dall’alto corso del Simeto.

Tra le più grandi peculiarità dei Nebrodi ricordiamo la ricchissima vegetazione e gli ambienti umidi che favoriscono lo sviluppo della flora e della fauna.
I Nebrodi sono caratterizzati da forme di allevamento ed agricoltura poco attenzionate dalle politiche nazionali ed europee; forme che stanno perdendo l’originale ricchezza e patrimonio. Vi è praticato, in maniera poco intensiva, l’allevamento del bestiame (principalmente bovini, ma anche cavalli) ed è presente una razza autoctona di maiale (Nero dei Nebrodi) che vivono allo stato brado.
Tra le formazioni naturali presenti sui Nebrodi ricordiamo i boschi che li ricoprono che costituiscono il Parco dei Nebrodi. Dai Nebrodi vengono alimentati i due grandi Laghi artificiali di Lago dell’Ancipa e Lago Pozzillo, oltre ad altri invasi minori.
Caratteristica è l’orografia di questo territorio, costituita da estesi banchi di rocce argillose ed arenarie, con cime che sono prossime ai 2.000 m. Monte Soro (tra Cesarò e San Fratello) è la massima altezza con 1847 m. in altre aree, ove predominano i calcari, il paesaggio assume aspetti dolomitici, con profili irregolari e forme aspre e fessurate. È questo il caso del Monte San Fratello e, soprattutto, delle Rocche del Crasto (1315 m) dove si trova la Grotta del Lauro ricca di stalattiti e stalagmiti.
I paesini di questo territorio hanno visto negli ultimi decenni una drastica diminuzione della loro popolazione fino alla scomparsa in parte in atto ed in parte imminente di alcune municipalità. Nell’ultimo decennio dei dati disponibili l’area dei Nebrodi ha assistito a un progressivo spopolamento ( – 4,7%), passando da 149.072 residenti del 2002 ai 142.135 residente del 2014.
Un territorio che più di particolari attenzione ha bisogno della salvaguardia delle sue dinamiche e delle sue energie. Ma se la Politica continuerà ad occuparsi solo di finanza difficilmente il deterioramento dei delicati equilibri sociale ed ecologici potrà fermarsi.

Guido Bissanti




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *