Cajanus cajan
Cajanus cajan
Il Caiano (Cajanus cajan L., 1753) è una pianta della famiglia delle Fabacee originaria dell’Asia ed è un arbusto dalla vita breve (da 1 a 5 anni), che però in coltura viene trattato come annuale.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico il Caiano appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta,Classe Magnoliopsida, Ordine Fabales, Famiglia Fabaceae, Sottofamiglia Faboideae, Tribù Phaseoleae e quindi al Genere Cajanus ed alla Specie C. cajan.
Etimologia –
Il nome deriva di certo dal malese katjany, che, nella lingua originaria vuol dire fagiolo. Gli anglofoni chiamano il caiano “pisello del piccione”; in India, la sua terra di origine, lo trovate come “arahar dal”.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’origine di questa pianta sembra essere la penisola Indiana. È una pianta particolarmente resistente, per cui si adatta anche a condizioni climatiche sfavorevoli e a siccità: è presente in gran parte dell’Africa e dell’Asia.
Descrizione –
Il caiano, noto in botanica, come detto, come Cajanus cajan è una pianta alta da 1 a 4 m e molto ramificata; è cosparsa di fitta peluria. Le foglie sono composte da tre foglioline lanceolate, dalle nervature prominenti. I numerosi fiori sono disposti in racemi e di colore giallo, con la stessa struttura di quelli della ginestra, e dal vessillo quasi sempre striato di bruno. I frutti sono legumi schiacciati, pubescenti, aderenti ai semi; questi sono di colore variabile a seconda delle cultivar (in genere i semi indiani sono gialli), con un numero variabile da 2 a 5 per baccello.
Coltivazione –
Per la coltivazione di questo legume valgono tutte le regole adottate per altri legumi simili come il pisello. La cosa però più importante di questo legume è che può sfruttare condizioni di umidità e quindi anche di siccità più esasperate e quindi può adattarsi benissimo ai climi aridi della penisola italiana. Ciò non significa che non si avvantaggi (come tutte le piante) del soccorso irriguo, ma viste le sue caratteristiche è preferibile attuare coltivazioni in aree dove altre piante trovano difficoltà ed integrare non solo il bilancio economico aziendale ma soprattutto quello ecologico (per i suoi apporti di azoto). Se adottare la raccolta meccanica o non questo dipende dalle superfici coltivate.
Io vi consiglio di introdurre questa pianta per piccoli quantitativi e comprendere il suo adattamento e la sua vocazione ai suoli della vostra azienda visto che è una coltura ancora allo stato sperimentale ma di interessanti caratteristiche.
Comunque il caiano si adatta bene ai terreni siccitosi, ma per dare una buona resa ha bisogno di temperature elevate (sopra i 35°).
Usi e Tradizioni –
Per via dei suoi legumi, simili ai piselli, esso è coltivato in gran parte dell’Asia e dell’Africa. Il Caiano contiene molte proteine e degli aminoacidi quali: metionina, lisina, e triptofano. La sua origine alimentare si perde oltre la notte dei tempi. Un recente studio canadese ambientato in Africa – dell’Università di Calgary ripreso da Le Scienze – ha riconfermato il ruolo dei cereali e dei legumi nell’alimentazione di 100 mila anni fa, quindi ben prima di quanto finora accertato (90 mila anni fa, circa), e ovviamente molto prima dell’invenzione dell’agricoltura (10-12 mila anni fa). Sono stati fatti dei ritrovamenti in alcune grotte e tra questi il piccolo cereale sorgo o dagussa e del piccolo legume Cajanus cajan, detto anche pigeon-pea “pisello da piccioni”.
Nel suo girovagare per molte zone tropicali aride e subaride del mondo, il caiano è stato manipolato in tante varietà diverse: in Kenya va per la maggiore un caiano color ruggine variegato, negli Stati del Centramerica si usano dei semi di caiano secchi molto scuri, quasi neri. I “gandules” di Portorico sono di tonalità verde chiara, anche perché raccolti quasi immaturi.
Sul caiano vive un parassita, la cocciniglia Kerria lacca, che fornisce una gommalacca molto pregiata.
Il contenuto di proteine e aminoacidi è importante, soprattutto per quel che riguarda triptofano, metionina e lisina. Per quanto riguarda le sue caratteristiche nutrizionali si riportano qui alcuni dati analitici su 100 grammi di prodotto: Calorie 343, Grassi 1,5 g, Acidi grassi saturi 0,3, g, Acidi grassi polinsaturi 0,8 g, Acidi grassi monoinsaturi 0 g, Colesterolo 0 mg, Sodio 17 mg, Potassio 1.392 mg, Carboidrati 63 g, Fibra alimentare 15 g, Proteine 22 g, Calcio 130 mg, Ferro 5,2 mg, Magnesio 183 mg. Vitamina A 28 IU, Vitamina C 0 mg, Vitamina D 0 IU, Vitamina B6 0,3 mg, Vitamina B12 0 µg.
Modalità di Preparazione –
I modi di cucinare questo legume prendono origine dalle cucine dei suoi paesi di origine. Una bella dimostrazione di quanto le piante viaggino nel mondo ci viene dallo scoprire quale è il piatto nazionale di Portorico: è lo “arroz con gandules”, ossia il riso (peraltro cinese di origine) servito con il caiano, un legume, che come detto, provine dalla penisola Indiana.
I piselli del piccione, altamente nutrienti e dal gusto più simile a quello della soja che a quello dei nostri piselli, si possono cucinare come tutti gli altri legumi, ed anche i baccelli immaturi vengono mangiati, così come si mangiano i fagiolini. Il seme del caiano può subire altri trattamenti: in Indonesia ad esempio se ne ottiene per fermentazione una salsa che sostituisce la salsa di soja; da altre parti del Sudest asiatico se ne ricava una farina per la preparazione di noodles, i tipici “spaghetti” dei popoli orientali.
Insomma un legume su cui c’è molto da lavorare e che va recuperato anche dalla notte dei tempi.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.