Come apportare azoto al terreno senza l’uso dei pericolosissimi nitrati
Come apportare azoto al terreno senza l’uso dei pericolosissimi nitrati
La Natura aveva (ed ha) tutto per l’Uomo ma noi, ad un certo punto della Storia, abbiamo voluto fare a modo nostro.
È il caso dell’apporto di azoto nei terreni (elemento indispensabile per il metabolismo dei vegetali). In natura, com’è noto questo può essere ripristinato (dopo le asportazioni delle produzioni agricole) tramite le leguminose e la tecnica del sovescio. Queste piante, tramite l’azoto fissazione, sono le più potenti “industire” di produzione dell’azoto; un azoto che non crea alcun problema né nei riguardi dell’uomo (vedi assunzione dei nitrati e dei nitriti di sintesi) sia per l’ecosistema (vedi fenomeno dell’eutrofizzazione).
La fissazione dell’azoto atmosferico o azotofissazione consiste nella riduzione, tramite la nitrogenasi, dell’azoto molecolare (N2) in azoto ammonico (NH3). L’azoto ammonico è successivamente reso disponibile per molte importanti molecole biologiche quali gli amminoacidi, le proteine, le vitamine e gli acidi nucleici attraverso i processi di nitrificazione e nitratazione. La reazione in sintesi è la seguente:
N2 + 8H+ + 8e- + 16 ATP → 2NH3 + 16ADP + 16 Pi
Tramite questa reazione le leguminose (attraverso il contributo di alcuni microrganismi) si arricchiscono di azoto che possono mettere a “servizio” dell’ecosistema e dell’agricoltura.
Per arricchire il suolo di questo preziosissimo elemento si utilizza poi la tecnica del sovescio che consiste, come è noto, nell’interramento (soprattutto delle leguminose) allo scopo di mantenere o aumentare la fertilità del terreno. Basti pensare che in un ettaro coltivato a leguminose, verrà fissata una quantità di azoto pari a quella prodotta da trenta tonnellate di concime animale.
Così interrata, la massa viene subito attaccata da macro e microrganismi che la trasformano in parte in humus e in parte in elementi nutritivi prontamente utilizzabili (in particolare l’azoto) dalla coltura che seguirà. Con la semina delle leguminose (e la tecnica del sovescio) si possono apportare da 70 a 300 Kg per ettaro di azoto (dipende dalla specie utilizzata, dalla densità di semina e dalla tecnica del sovescio) equivalenti a 100 – 400 q di letame equivalenti.
A questo punto la domanda è: perché dobbiamo continuare a distruggere il Pianeta e l’Uomo quando la Natura ha già tutto per noi?
A voi la riflessione e la risposta.
Guido Bissanti