Matricaria chamomilla
Matricaria chamomilla
La camomilla (Matricaria chamomilla L.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteraceae. È una pianta annua con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Sistematica –
La Matricaria chamomilla appartiene al Dominio Eukaryota, al Regno Plantae, alla Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Asterales, Famiglia Asteraceae, Sottofamiglia Asteroideae, Tribù Anthemideae, Sottotribù Matricariinae e quindi al Genere Matricaria ed alla Specie M. camomilla.
Etimologia –
Il nome della camomilla deriva dal greco χαμαίμηλον (chamáimēlon). Questa parola è formata da χαμαί (chamái), “del terreno” + μήλον (mḗlon), “mela” in riferimento all’odore che emette che somiglia a quello della mela renetta; questa derivazione è conservata anche nel nome spagnolo manzanilla, da manzana, che significa “mela”. Il nome del genere, Matricaria, proviene invece dal latino mātrīx, mātrīcis, che significa “utero”, con riferimento al potere calmante che questa pianta esercita nei disturbi mestruali.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La specie chamomilla è diffusa in Europa e in Asia ed è naturalizzata anche in altri continenti ma la sua distribuzione non è cosmopolita presentandosi con lacune parecchio importanti. Cresce spontaneamente nei prati e in aperta campagna, diventa spesso invadente comportandosi come pianta infestante delle colture agrarie. Infesta spesso le colture dei cereali ed è presente negli incolti, lungo le strade, presso le case o in discariche e negli orti. La distribuzione altimetrica varia tra 0÷800 m e raramente si spinge sino a 1.500 m s.l.m.
La Matricaria chamomilla è una specie rustica che si adatta anche a terreni poveri, moderatamente salini, acidi. Il ciclo di vegetazione è primaverile-estivo, con fioritura in tarda primavera e nel corso dell’estate.
Descrizione –
La pianta di camomilla ha radici a fittone e un portamento cespitoso, con più fusti che partono dalla base, più o meno ramificati nella porzione superiore. L’altezza non supera in genere i 50 cm nelle forme spontanee, mentre nelle varietà coltivate può arrivare agli 80 cm. La pianta è spiccatamente aromatica.
Presenta foglie alterne e sessili, oblunghe. La lamina è bipennatosetta o tripennatosetta, con lacinie lineari molto strette.
I fiori sono riuniti in piccoli capolini con ricettacolo conico e cavo. I fiori esterni hanno la ligula bianca, quelli interni sono tubulosi con corolla gialla. I capolini di diametro di 1–2 cm, sono riuniti in cime corimbose. Tali fiori hanno un odore aromatico gradevole e contengono un’essenza caratteristica costituita dal principio attivo azulene, e da una mescolanza di altre sostanze (acido salicilico, acido oleico, acido stearico, alfa-bisabololo).
Il frutto della camomilla è una cipsela di circa 1 mm di lunghezza, di colore chiaro, privo di pappo.
Coltivazione –
La camomilla è una pianta selvatica che in Italia cresce su tutto il territorio. Predilige i terreni asciutti di campi incolti o sentieri di campagna. La Chamomilla Matricaria può essere spesso confusa con la Chamomilla Inodora, questa si differenzia dalla prima sia per la mancanza totale di aroma, e quindi di proprietà medicinali, sia per il capolino che risulta vuoto.
Nonostante cresca allo stato selvatico è possibile coltivare la camomilla sia in pianura che in collina. Per fare questo si devono scegliere luoghi con una buona esposizione, dove il terreno è asciutto, povero e leggermente calcareo.
La moltiplicazione di questa annuale avviene tramite divisione dei cespi o utilizzando i semi prodotti dal capolino prima della completa sfioritura.
La semina si svolge in semenzaio nei mesi estivi, in maniera tale da poter trapiantare le piantine giovani a inizio autunno. Si può anche optare per una semina direttamente in piena terra, questa operazione va effettuata preferibilmente nei mesi primaverili: durante la semina i piccoli semi vanno addizionati con della sabbia in maniera tale da poterli distribuire in maniera uniforme.
Quando si avrà lo spuntare delle prime foglie è opportuno eseguire un diradamento, distanziando ogni pianta di circa 15 – 25 centimetri l’una dall’altra.
Nella prima fase di crescita, fino al rafforzamento dell’apparato radicale, la camomilla ha bisogno di umidità costante, successivamente sarà in grado di resistere bene anche a periodi di siccità.
È importante sgombrare il terreno di coltivazione dalle malerbe, poiché potrebbero impedire lo sviluppo della camomilla. Capita molto spesso che la camomilla, una volta coltivata, sia in grado di disseminarsi autonomamente.
La raccolta della camomilla avviene in piena fioritura, questo è il momento in cui la pianta è più ricca di principi attivi. Nonostante sia tutta molto profumata si utilizzano solamente i capolini, poiché in questi si concentra il principio attivo.
Usi e Tradizioni –
La storia della camomilla è luminosa ed antica. Molte sono le leggende che si intrecciano al suo inconfondibile profumo. Forse è la pianta officinale al mondo più nota. C’è chi, in passato, si lavava le mani in acqua di camomilla, sicuro che portasse fortuna. C’è chi nascondeva un suo fiore nella tasca della camicia perché confidava negli incantesimi d’amore. Solo un piccolo e leggero fiore, sufficiente a cambiare le sorti del corteggiamento più improbabile. Per via del suo aroma gentile e rilassante, c’è anche chi, con la camomilla, faceva il bagno, chi la bruciava come incenso, chi meditava in sua compagnia.
A scoprirne le proprietà per primi sono stati gli Egizi, come viene testimoniato nel Papiro di Ebers, datato 1506 a.C. all’incirca, scritto in ieratico, custode di un gran numero di prescrizioni mediche, formule magiche e rimedi. Il popolo del Nilo si serviva della camomilla soprattutto per abbassare la febbre e per curare e abbellire la pelle. Secondo loro assomigliava al sole, così la consacrarono proprio al dio Rà. Di camomilla parlano anche Ippocrate, padre della medicina, e Plinio, naturalista romano. La raccomandavano per lenire molti dolori, come il mal di testa. I medici ayurvedici indiani la usavano nello stesso modo.
Nell’imbottitura della mummia del faraone Ramsete II sono state rinvenute tracce di polline di Camomilla, immesso con la probabile intenzione di infondergli la forza e la calma necessarie ad affrontare il viaggio nel regno dei morti.
Il medico greco Dioscoride e il naturalista romano Plinio, consigliavano la Camomilla nel trattamento della cefalea e dei disturbi renali, epatici e vescicali. I popoli germanici usano la Camomilla da tempi antichissimi per curare i disordini digestivi e per alleviare i dolori mestruali.
L’erborista inglese Culpeper la raccomandava per curare febbre, problemi digestivi, dolori, itterizia, calcoli renali e per le proprietà emmenagoghe.
I medici eclettici americani del XIX secolo, raccomandavano impiastri di Camomilla per accelerare la cicatrizzazione delle ferite, infusi per problemi digestivi, crampi mestruali e per tutti i problemi connessi al parto.
Invece Chabrol de Volvic, prefetto napoleonico, nelle sue “Statistiche” risalenti ai primi anni del XIX secolo, cita la Camomilla tra le piante nocive che causano gravi danni alla coltura del grano.
Oltralpe la Camomilla è così popolare, che molti la definiscono alles zutraut, “capace di tutto”. Senza dubbio un’esagerazione, ma la camomilla giova veramente in molti casi.
Nel periodo medievale i monaci medievali quando uscivano dai conventi e scendessero insieme nelle valli si dedicavano spesso a coglierne i mazzi. Lo facevano in tarda primavera e poi ne spargevano i petali fragranti durante le cerimonie sacre. Furono loro i primi a notare con meraviglia una sua qualità straordinaria. Se piantata accanto a un arbusto malato capitava che questo guarisse. Infatti la camomilla tiene lontani gli insetti e protegge così gli orti, oggi come ieri.
La camomilla è una delle prime piante ad essere “esportata” proprio per le sue indiscusse qualità. Arrivò in Inghilterra, dove venne celebrata in tempi moderni da Beatrix Potter, squisita mamma di Peter Coniglio. Essa venne scoperta da un botanico inglese tra le rovine del Colosseo, cresceva indisturbata tra le antichissime pietre in compagnia di altre malerbe. Era il 1600 e arrivò fin lassù, mentre in America fu portata dai coloni attraverso l’Oceano.
Per molti, il suo amorevole profumo, rimanda all’infanzia e ai buoni pensieri, tutti quelli che si possono fare prima di dormire sereni. È simbolo di purezza e fortuna. Per questo dei suoi piccoli fiori parlano anche le poesie, come quella dedicata proprio alla camomilla da Katherine Mansfield. La poetessa descrive una notte chiara di stelle, un mare lontano che rumoreggia, un albero di mandorle scosso dal vento. E una tazza calda di camomilla da sorseggiare in due.
La Matricaria chamomilla è un’erba amara, aromatica, sedativa, spasmolitica, antinfiammatoria, analgesica, curativa. Ha azione benefica sulla digestione e stimolo il sistema immunitario.
I costituenti principali della camomilla sono: olio essenziale contenente bisabobolo e camazulene (responsabile del colore blu) e guaiazulene, farnesene, flavonidi, idrossicumarine (tra cui soprattutto apigenina, quercetina, apiina e luteolina), mucillagini, tannini ed i lattoni matricina e des-acetil-matricarina.
La camomilla vanta innumerevoli usi. Può essere utilizzata per uso interno in caso di mal di stomaco di origine nervosa, insonnia, chinetosi, disturbi dei bambini, quali mal di denti, coliche convulsioni. Nessuno sapeva per quale ragione la Camomilla fosse efficace nella prevenzione delle infezioni, fino a quando alcuni ricercatori britannici scoprirono che l’erba stimola i globuli bianchi del sistema immunitario che hanno il compito di combattere le infezioni. Un infuso è dunque benefico in caso di raffreddore o di influenza.
Per uso esterno in caso di ferite, eritemi solari, scottature, emorroidi, mastite, e ulcere agli arti inferiori.
Va fatta una certa attenzione nel suo uso in quanto la camomilla può avere effetti additivi quando associata a sedativi o ad alcool. Non andrebbe assolutamente assunta da chi presenti allergie verso i suoi componenti o altre specie appartenenti alla famiglia delle Asteraceae (Arnica, Achillea ecc.).
Tra gli altri usi ricordiamo che la camomilla si aggiunge ai cosmetici come antiallergenico e ai preparati per capelli come fissativo e schiarente.
Usata per aromatizzare vini e liquori tipo vermuth, la ritroviamo come aromatizzante nelle confetture, nel chewing gum e nelle caramelle.
Piccoli sacchetti di fiori essiccati, ma anche bustine di camomilla già pronte, riposti nei cassetti e negli armadi, allontanano tarme ed altri insetti dalla nostra biancheria. Sempre i fiori essiccati in passato venivano usati come tabacco da pipa. Il suo infuso è in grado di accelerare la decomposizione dei residui organici della cucina, infatti mescolando il tutto con terra e infuso di camomilla si ottiene un ottimo fertilizzante naturale.
Bisogna puntualizzare che quando si parla di Camomilla, occorre distinguere fra due piante: la Matricaria chamomilla L. (= Matricaria recutita L. ) – camomilla comune o camomilla tedesca e la Chamaemelum nobile (L.) All. (= Anthemis nobilis L.) – camomilla romana o camomilla inglese.
Da entrambe si ottiene lo stesso olio essenziale di colore azzurrino, che si usa fin dai tempi antichi per le proprietà curative. Hanno azione terapeutica ed indicazioni cliniche analoghe anche se nell’insieme la camomilla romana presenta un’attività più blanda; manifesta invece una maggiore azione emmenagoga. Sovente vengono mescolate nei preparati per tisana usando due parti di Matricaria chamomilla e una di Chamaemelum nobile; l’infuso di camomilla è meno amaro della tisana di camomilla romana.
Di questa pianta vengono in genere raccolti i fiori, preferibilmente dopo aver perso i petali ma prima di essersi essiccati sulla pianta stessa. Una comune metodologia di raccolta consiste nel far passare fra le dita (o fra i denti di appositi pettinini) gli steli della pianta in maniera tale da raccogliere solamente i fiori, evitando una lunga fase di pulitura. I capolini si essiccano disponendoli in strati sottili all’ombra; si conservano poi in recipienti ermetici di vetro al riparo da fonti di luce e umidità.
Da questi fiori si producono infusi che notoriamente vengono utilizzati per i loro effetti blandamente sedativi. Oltre che alla somministrazione orale, è possibile ricorrere all’uso di preparati di camomilla anche per nebulizzazioni, linimenti anti-stress, impacchi, colliri e collutori (questi ultimi anche assieme alla malva).
La camomilla è dotata di buone proprietà anti-infiammatorie, locali e interne, e costituisce un rimedio calmante tipico dei fenomeni nevralgici (sciatica, trigemino, lombaggine e torcicollo). Il suo potere antiflogistico a parità di principio attivo (in peso) è stato comparato a quello del cortisone. Altri flavonoidi presenti (eupatuletina, quercimetrina) e le cumarine sono responsabili delle proprietà digestive e spasmolitiche. Queste combinazioni di principi attivi ne fanno un buon risolvente nella dismenorrea, nei crampi intestinali dei soggetti nervosi, negli spasmi muscolari e nei reumatismi. Le tisane ottenute con questa pianta inoltre provocano l’espulsione di gas intestinali in eccesso.
Nell’omeopatia la camomilla viene consigliata per i problemi associati alla dentizione, alla sindrome premestruale e a varie malattie infantili come otiti, coliche e a numerosi problemi comportamentali.
Modalità di Preparazione –
La camomilla può essere preparata per uso interno –
Per sedare gli spasmi dello stomaco, intestino. È utile contro le coliche renali e biliari. Per chi soffre di gas in quanto regola l’intestino. In caso di digestione pesante, calma la nausea e il vomito, stimola leggermente l’appetito. Abbassa la febbre e stimola la respirazione. Calma i dolori di testa e alcune nevralgie. È Antiallergica.
Si può ottenere un Infuso nel seguente modo: si prepara con 5-10 g di infiorescenze in un litro d’acqua (circa 5-6 infiorescenze per tazza): se ne prendono da 3 a 6 tazze calde al giorno.
Per uso esterno la camomilla è un antiallergico soprattutto quando si combina l’uso interno (tisane) con quello esterno (colliri, irrigazioni nasali). Lavare ferite, ulcere e infezioni della pelle. In caso di congiuntivite o irritazione oculare. Contro le emorroidi attraverso lavaggi anali.
Con la camomilla si possono fare lavaggi oculari, nasali o anali . Si fanno con un infuso un po’ più concentrato di quello per uso interno (fino a 50 g di infiorescenze in un litro); si lascia riposare per 15-20 minuti e si filtra con cura prima di usarlo. Per sedare gli spasmi dello stomaco e dell’ intestino. E’ utile contro le coliche renali e biliari. Si usa come antinfiammatorio per eczemi, eruzioni e altre malattie della pelle.
Sempre per uso terapeutico è possibile un utilizzo rilassante del bagno.
Questo si prepara aggiungendo all’acqua della vasca da 2 a 4 litri dell’ infuso concentrato; questi bagni con acqua tiepida esercitano un’efficace azione rilassante e calmante.
La Camomilla può essere utilizzata con gli impacchi. Con l’infuso concentrato, si applicano sulla zona della pelle lesa. E questo vale anche in caso di lombaggine, di torcicollo, di dolori reumatici e di contusioni.
Si possono fare delle frizioni con olio di camomilla, che si prepara scaldando a bagnomaria, per 3 ore, 100 g di infiorescenze in mezzo litro di olio di oliva; si filtra l’olio e si conserva in una bottiglia.
Sono note le proprietà nutrizionali della camomilla rispetto ai capelli e rispetto al cuoio capelluto; si utilizza anche per schiarire i capelli biondi che con il tempo tendono al castano: per questi scopi si deve preparare un infuso di fiori di camomilla, lasciarlo raffreddare, filtrarlo e poi utilizzarlo regolarmente dopo lo shampoo, per almeno una o due volte a settimana.
Infine una ricetta che può essere preparata utilizzando i capolini di camomilla: prendere delle fette di pane integrale, preferibilmente del giorno prima, sfregarle con uno spicchio d’aglio e cospargerle con i capolini gialli dei fiori di camomilla freschi. Disporle allineate sulla piastra del forno rivestita con un foglio d’alluminio leggermente unto d’olio. Distribuire su ognuna un pizzico di sale e uno di pepe macinato al momento e un filo d’olio d’oliva. Scaldare il forno a 200 °C e mettere a tostare le bruschette per 10 minuti e poi servirle calde.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.